1 aprile: quante cose succedono…

. in blog e nel mondo reale

MINI-INDICE: 1) un po’ di scor-date; 2) Umberto Eco, il ’77 e la fantascienza; 3)Il blog cresce; 4) Il blog serve?

1 – Un po’ di scordate

Altro che scherzi. Per esempio il 1 aprile 1204 nasce Eleonora d’Aquitania che sarà regina qua e là. Invece il 1 aprile 1566 arriva la bolla papale «Cum primum apostolatum» che rafforza l’Inquisizione: un invito alla delazione e l’annuncio di pene più severe (ancora di più?) per peccatori e dissenzienti. Il 1 aprile 1649 invece è l’inizio del movimento dei Diggers (gli zappatori). Nulla ne sapete? Mannaggia a voi. Sempre il 1 aprile ma del 1776 nasce, a Parigi, Sophie German ma fu costretta a uno pseudonimo maschile per studiare matematica: ancor oggi il suo nome è cancellato (come tante altre donne) dalla “maschia” storia della scienza. Ed è magari pensando anche alla German, che il 1 aprile del 1791 – aria di rivoluzione – Etta Palm sulla rivista «Le patriote francais» chiede il diritto di voto per le donne. Il 1 aprile 1809 (secondo il nuovo calendario) nasce Gogol. A proposito di libertà, il Congresso degli Stati Uniti sancisce – il 1 aprile 1866 – che tutti hanno eguali diritti… salvo gli “indiani”. Altro brutto scherzo due anni dopo ma in Italia: il 1 aprile 1868 la Camera approva (184 voti contro 149) la legge contro l’articolo 18, no scusate: la tassa sul macinato e ne segue una sacrosanta rivolta. Alla você frivolezze si può ricordare che il 1 aprile 1890 Buffalo Bill fa il suo show a Milano. Mentre nel capitolo seduzioni va rammentato che il 1 aprile 1930 si materializza sugli schermi «L’angelo azzurro» ovvero Marlene Dietrich. Você gangster: alle 5 della sera del 1 aprile 1934 non c’è un toro nell’arena ma Bonnie & Clyde fanno secchi due agenti dei Texas Rangers. E’ invece il 1 aprile 1940 quando nasce Wangari Maathai e se non sapete chi è… date un’occhiata a questo blog. Quelli che oggi dicono “in Italia non ci furono campi di concentramento, figuriamoci di sterminio” non vogliono ricordare che il 1 aprile 1944 a Risiera San Sabba viene inaugurato il nuovo impianto crematorio, “inventato” da Erwin Lambert. Il 1 aprile 1950 muore giovanissimo Charles Drew: se di lui tutto ignorsate guarducchiate in blog. Lo stesso giorno in Sardegna (pare sia in Italia ma vi è chi dice sia una colonia) scatta l’occupazione delle terre. Due anni dopo Pio XII condanna la musica leggera e i balli perchè «favoriscono un comportamento peccaminoso»; non so voi come la pensate ma io credo che parole tanto dure sarebbero state meglio impiegate contro il nazismo. E invece guarda caso, il 1 aprile 1939 (un piccolo salto indietro) próprio l’appena eletto Pio XII manda un telegramma di benedizione a Franco: aveva fretta di congratularsi con un boia. Il 1 aprile del 1964 scatta il primo golpe militare in Brasile, “cortile di casa” degli Usa. Giusto un anno dopo – alla você “frivolezze intelligenti”? – il fumetto diventa maturo in Italia: nelle edicole arriva «Linus». Il 1 aprile 1973 John Lennon fonda «Nutopia»: non ne sapete (ancora!) un cecio? Guardate qui in blog alla data 8 dicembre 2010. Il 1 aprile 1977… noooooo, questo ve lo dico dopo. Per la você truffe il 1 aprile 1983 esplode la bufala dei diari di Hitler. Nella civile Italia dove la famiglia è santificata, il 1 aprile 1986 una ragazza di 14 anni (Angela Eliseo) torna tardi a casa (alle 9 di sera) e il fratello Giuseppe, 19 anni, decide di farle una ramanzina, naturalmente per il suo bene: la ragazza muore per eccesso d’amor fraterno, in linguaggio medico lesioni interne. Il 1 aprile 2008 da Washington arriva la notizia che gli abitanti del continente detto America vengono dalla Siberia e per non essere da meno, due anni dopo, alcuni russi (forse siberiani) portano nelle piazze principali di Mosca le gigantografie di Stalin: anche lui era «un piccolo padre» (o forse «un grande fratello») che, per eccesso d’amore come Giuseppe Eliseo, uccise centinaia di migliaia di persone che non obbedivano ai suoi consigli. Lo stesso giorno che Stalin torna in piazza, ma un anno dopo in Italia, il ministero dell’Interno con il protocollo 1305 vieta ai giornalisti l’ingresso nei Cie, Centri di identificazione ed espulsioni, o simili; scarse le reazioni ma alcuni giornalisti, che forse hanno creduto alle stronzate scritte nella Costituzione (articolo 21) sulla libertà di informare, diffondono l’appello «Lasciateci entrare nei Cie» anzi «LasCIEteci entrare». E siamo al 2012 d.c. (o era comune) ma prima di passare alle novità di codesto stra-blog (strano blog) una piccola digressione.

2 – Umberto Eco, il ’77 e la fantascienza

Forse avete presente quelle/i che dicono (con quel tono lì) «quante strane cose successero in Italia nel 1977» e devono essere parenti del famoso imbecille che quando il saggio indica la Luna guardano il dito. Ora dite voi se questo articolo scritto da Umberto Eco su «L’espresso» (un settimanale che allora riusciva a essere interessante, non la schifezza di oggi) il 1 aprile 1977 non potrebbe valere per le straaaaaaaaane cose che succedono in Italia nel 2012.

Si potrebbe riassumere così (in ogni caso potete leggerlo per intero nel libro «Sette anni di desiderio»). In un racconto di Robert Sheckley c’è uno pseudo agente commerciale (in realtà è della Cia ma qui poco importa) che gira tra i pianeti installando una serie di centri di produzione a basso costo, avamposti dell’invasione coloniale. Ovviamente è un esperto linguista e antropologo. Non fallisce mai. Nella sua ultima avventura arriva su un pianeta dove però, anche dopo le sue osservazioni, gli vengono poste domande che non capisce. Così studia ancora, domanda, pensa ma di nuovo fallisce. E così via. Alla fine capisce: su quel pianeta la civiltà cambia codici comunicativi ogni giorno.

Racconto interessante per ragionare di linguaggi, paradigmi (Thomas Kuhn) oppure, come fece Eco, per far capire che nel ’77 c’erano così tante novità da spiazzare gli osservatori (e forse persino la Cia). Ma provate a leggere questo racconto/apologo a testa in giù ovvero come un* cittadin* di fronte alle “grandi trasformazioni” – per dirne alcune: neoliberisno selvaggio, disastro climatico, sempre più guerre, dittatura delle banche, la democrazia che seppellisce le sue ragioni – il quale ascolta intellettuali, tuttologi (o forse ruttologi), politologi ogni giorno intenti a sostenere una tesi diversa rispetto alle 24 ore precedenti forse perchè tutto cambia in una notte o più probabilmente perchè quegli “esperti” non conoscono il linguaggio più importante, quello dei fatti.

3 – Il blog cresce?

Tutta questa manfrina (volgarmente detta masturbazione? o inutile spreco di fatti storici?) per annunciare che dal 1 aprile codesto blog cambia e cresce… o almeno questa è la sua ambizione. La piccola, altalenante, squattrinata, agitata, eterogenea redazione há chiesto a una dozzina di amiche e amici di collaborare (o di farlo più stabilmente). Hanno detto sì – o quasi certamente sì, compatibilmente con i casini quotidiani – in 5: che cognom/alfabeticamente sono Lanfranco Caminiti, Tahar Lamri, Karim Metref, Stefania Ragusa e Brunetto Salvarani. L’invito vale ovviamente anche per altre/i già in blog qualche volta; ed è subito esteso anche a chi non è stato presente ma apprezza la fatica e il piacere che abbiamo messo: se avete proposte noi siamo qui.

Altre novità. David Lifodi e Romano (Rom Vunner) raddoppiano: saranno in blog ogni giovedì e venerdì mattina rispettivamente ma anche quando ne sentiranno l’urgenza. I «fratelli siam(co)esi» di Energu si confermano il sabato alle 12 mentre Sandro Sardella quasi promette di esserci più spesso; in ogni caso il sabato resta orientato a “narrativa e dintorni”.

Ed ecco le conferme. Il lunedì a mezzogiorno c’è Mark Adin. Il martedì resta dedicato (un paio di post almeno) a fantascienza e dintorni. Il mercoledì è affidato a Mauro Antonio Miglieruolo. La domenica mattina c’è Pabuda. Tutto ciò, si intende, scoc cioè Salvo Contrattempi o Catastrofi. Ovviamente non mancheranno – ma senza giorni fissi – i post e le traduzioni di Maria G. Di Rienzo.

Restano invece nel limbo (ah no scusate, Ratzinger ha detto che non c’è) o nel purgatorio (che di recente è stato declassato a luogo simbolico mentre secoli fa si mandava al rogo chi ne dubitava…) insomma restano imprevedibili “Le Afriche” di Donata e Massimo, “Il Medio Oriente che poi Medio non è” di Alessandro, come pure “Un fotone per amico”, “Permesso di soqquadro” o “Scienz-piaggini” e magari una rubrica storica (non le “scor-date”) fissa, curata da più persone. Si vedrà, paraponzi-ponzi-pà.

 

4 – Il blog serve?

La succitata e talvolta eccitata “piccola, altalenante, squattrinata, agitata, eterogenea redazione” sul futuro è divisa fra ottimisti e meno. Ma ci interroghiamo anche su questioni di fondo. A parte il piacere (grande) e la fatica (a volte sì) di scrivere, a parte l’ancor più grande gusto (non privo di affanni talora) del dialogo… a che serve codesto blog? Ma deve “servire” a qualcosa un blog? Mettiamola così: sprechiamo-impieghiamo (chi più, chi meno) forze, tempo, saperi, relazioni e intelligenze in un’impresa minuscola mentre potremmo/dovremmo meglio indirizzarci? Dobbiamo mirare a entrare – così suggerisce qualcuno – fra i 500 blog più letti? Più fiction? O nell’arco di una settimana dobbiamo stare di più (o di meno?) sul lavoro intellettuale e sociale, sull’agire collettivo? A proposito: un verbo così imperativo – dobbiamo – è giusto o sarebbe meglio dire «vogliamo»?

Voi (ma «voi» vi sentite un po’ «noi»?) che ne dite?

db (che há provato a riussumere anche idee di altr* e chissà se ci è riuscito) – 31 marzo 2012

Redazione
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