10 dicembre: giornata mondiale dei diritti umani

Testi scelti da Bianca Menichelli e Laura Ferrin per riflettere o magari per una discussione nelle poche (ma poche-poche?) scuole che coltivano la memoria invece del nozionismo

Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

E’ un documento che parla dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali di ogni persona, diritti che sono individuali, indivisibili e universali.

Settant’anni, soprattutto a cavallo di due secoli, sono un tempo enorme, fatto di cambiamenti nelle società, ma soprattutto nel modo di pensare.

Anche la storia dei diritti umani è lunga e travagliata e ha radici che faticosamente si sono fatte largo nella nostra cultura.

Solo dopo le atrocità commesse dal nazifascismo durante la seconda guerra mondiale, si è sentita l’improcrastinabile necessità di stabilire e affermare, con atto formale e solenne, i diritti fondamentali di ciascuna persona.

Nessuna distinzione di razza, sesso, condizione sociale, religione e opinione, quindi, solo il valore e la dignità della persona umana sono essenziali e imprescindibili.

Oggi, però, si riacutizzano razzismi, odi, discriminazioni, si innestano paure e si accentuano e moltiplicano le diseguaglianze.

Quella attuale è una società della paura, dove predomina la cultura del nemico, dell’odio e del rancore.

Ho conosciuto la condizione di clandestina e di richiedente asilo, – dice la senatrice a vita Liliana Segre, una delle ultime testimoni dell’orrore nazista, che porta tatuato sul braccio il numero 75190 del campo di concentramento di Auschwitz – ho conosciuto il carcere, ho conosciuto il lavoro operaio, essendo stata manodopera schiava minorile in una fabbrica satellite del campo di sterminio. Voglio aiutare gli italiani di oggi a respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e le sofferenze che ci circondano. A non anestetizzare le coscienze, a essere più vigili, più avvertiti della responsabilità che ciascuno di noi ha verso gli altri ….»

Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”, è un altro monito di Liliana Segre.

e allora, accogliendo le parole di Liliana Segre, coltiviamo la memoria, rileggendo alcuni dei trenta articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani; essi sono stati pensati e scritti per garantire giustizia, opportunità, dignità a ogni essere umano.

Art. 1 Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Art. 2 Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione…

Art. 3 Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Art. 5 Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.

Art. 13 Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato…

Art. 14 Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni. …

Art. 18 Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.

Art. 19 Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

L’ultimo, l’Articolo 30, infine afferma:

Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuno dei diritti e delle libertà in essa enunciati.

In estrema sintesi: nessuno può toglierti i diritti umani.

Oggi ci sono diritti che si vogliono far percepire come privilegi; ad esempio, il diritto di movimento, negato a milioni di individui, ma garantito a milioni di altri che al contrario circolano liberamente, grazie alla propria nazionalità e all’appartenenza a gruppi sociali più che privilegiati.

Opera a tante mani

Vorrei dedicare tutto questo

a chi gesticola sulle nostre parole,

a chi parla senza far rumore,

a chi sfiora pagine scritte a puntini,

a chi stringe forte le nostre sensazioni,

a chi ci spinge in giro per il mondo,

a chi ci indica, lontano, un infinito diverso,

alle nostre mani

Mani che prendono, mani che danno,

mani che hanno, mani che fanno.

Mani che gustano, mani che sentono,

mani che s’alzano, mani che pendono.

Mani che arrivano, mani buongiorno,

mani che partono, mani al ritorno.

Mani che spingono, mani che toccano,

mani che pigiano, mani che bloccano.

Mani gentili, dai gesti preziosi,

mani da prendere a piccole dosi.

Mani che mimano il cuore che batte,

mani che indicano le ore più esatte.

Mani che fuori, mani che in tasca,

mani in Brasile, mani in Alaska.

Mani che filano un filo di lana,

mano italiana, mano africana.

Mani che vanno diritte al cuore,

mano che ruba al fuoco il calore.

Mano indurita, sporca di terra,

mano che prende, mano che afferra.

Mani che ciao a mille bambini,

mani che stringono pizza e panini.

Mani che arrivano fino alle stelle,

mani che ridono a crepapelle.

Mani che sfiorano, su tanti visi,

smorfie graziose e lievi sorrisi.

Mano che forte, mano che piano,

mano che addio e vola lontano.

Mani che cercano tra i tanti pensieri,

i fatti che oggi… le cose che ieri…

Mani che afferrano forza e coraggio,

mani che prendono solo formaggio.

Mani da grandi e mani piccine,

mani vecchiette e mani bambine.

Mani da tanto… mani callose,

mani da poco… mani curiose.

Mani che girano nella memoria,

mani che mischiano fatti di storia.

Mani leggere come una piuma,

che s’accarezzano dentro la schiuma.

Mani a matita e mani a colori,

mani che zitte, non fanno rumori.

Mani che indicano la luna col sole,

mani che spiegano senza parole.

Mani da segno con mani da gesto,

mani che tardi, mani che presto.

Mani che sfiorano fogli bucati,

leggendo così luoghi incantati.

Mani viaggianti dentro il racconto

del più bel sogno donato al mondo:

riprendere presto di qua e di là

i pezzi dispersi della felicità.

Benedetto Tudino (da www.unicef.it)

È compito e responsabilità di tutti i governi, compito e responsabilità di ognuno di noi, costruire presupposti e azioni concrete per andare oltre le dichiarazioni, perché rivendicare i diritti non basta.

In un tempo segnato da tanto orrore e dall’arbitrio dei più forti, dobbiamo riprendere in mano la bussola dei diritti umani. È necessario mettere in campo un nuovo coraggio civico e politico per diffondere una nuova cultura politica nonviolenta dei diritti umani.

Dobbiamo educarci ed educare in modo sempre più efficace alla pace, ai diritti umani e alla cittadinanza globale responsabile.

Abbiamo bisogno di una visione e una mobilitazione comune, di iniziative e azioni comuni. Abbiamo bisogno di donne e uomini di pace che agiscono in spirito di fratellanza”.

(dall’appello della Tavola della pace)

E’ superfluo ricordare che anche la Costituzione italiana, 1948, ha riservato con precisione, tra gli altri fondamentali, l’art. 3 al valore dell’uguaglianza.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.“

Utopia

Il giorno sale, con grande forza

batte i suoi zoccoli tra le nuvole
il lattaio sui suoi bidoni

tambureggia sonate;

al cielo ascendono i fidanzati

su scale mobili; selvaggi, con grande forza

si sventolano cappelli bianchi e neri.
Le api scioperano. Tra le nuvole

ruotano i procuratori,
papi cinguettano dagli abbaini.
La commozione domina sia lo scherno

che il giubilo. Velieri

sono piegati dai bilanci.
Il Cancelliere parteggia con un vagabondo

i fondi segreti. L’amore

è consentito dalla polizia,
è promulgata un’amnistia

per coloro che dicono la verità.
I panettieri regalano rosette

ai musicanti. I fabbri

fanno delle croci

ferri per gli asini. Come in un ammutinamento

irrompe la felicità, come un leone.
Gli strozzini, su cui sono gettati

fiori di melo e ravanelli,

si pietrificano. Buttati sulla ghiaia

abbelliscono fontane e giardini.
Ovunque ascendono mongolfiere
la flotta di piacere è pronta a partire;
salite, lattai,

fidanzati e vagabondi!
Scioglietevi!

Con grande forza

sale

il giorno.

Hans Magnus Enzensberger (da “Nuovi Poeti tedeschi”, a cura di Anna Chiarloni, 1994 Einaudi)

Lavoriamo affinché i diritti umani diventino un’utopia realizzata per tutto il genere umano.

Il progresso non è che il farsi storia delle utopie.” (Oscar Wilde)

LE VIGNETTE – scelte dalla “bottega” – SONO DI MAURO BIANI

 

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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