17 aprile: fra «quindi», boh, turni di lavoro e altro

Quando leggerete questo articolo mancheranno 26 giorni al referendum su trivella selvaggia ed eterna

di Enrico Caravita (*)

Yerka-yerkaland

– QUINDI? –

Ho cercato su internet informazioni e ho letto le ragioni del sì e quelle del no.

Mi sto riferendo al referendum del 17 aprile ovviamente, e sono arrivato ad una conclusione tragicomica, le ho trovate ragionevoli entrambe.

– Quindi?-

Da qui è partita la mia grande riflessione interrotta però dal sonno, dagli impegni familiari, da quelli del turno di lavoro e anche dalle mie passioni (leggi hobby e sport).

Attenzione: non sono una persona impegnata più di altre! Ci tengo a precisarlo. Cerco solo di non perdere la bussola e non perdermi troppo in … ma solo per restare lucido quanto più mi sia possibile cercando quindi di non cadere in estremismi di qualsiasi tipo e quindi diventare ultras di questa o di quella curva.

Anche se ritengo sia molto difficile, se non impossibile, non “perdere la bussola” oggi! La perdi dietro a tante informazioni, informazioni che ti vengono a cercare, persino sul cellulare, su quel cellulare che una volta serviva solo per chiamare e ricevere telefonate.

Ora change.org et ultra ti cerca al lavoro e ti chiede di firmare una petizione per Lei, per Lui e per Noi sui temi più disparati. Che fai allora, firmi senza leggere? Noooo, sia mai.

– Quindi? –

  • Leggo … leggo, anzi leggerò, ora non posso, sto lavorando -.   

Nel mentre change.org et ultra ti cerca ancora e ti propone di firmare una nuova petizione.

Allora che fai?

Arrivi a casa e provi ad aggiornarti su ciò che ti sta accadendo e sta accadendo ai tuoi confini, e le cose continuano a non andare bene.

Allora ti preoccupi.

Poi, mentre passi a comperare l’occorrente per casa, scopri che quel negozio, anzi quei negozi hanno le serrande chiuse o magari hanno cambiato gestione. Magari!

Poi, a volte, accade che ogni tanto vai in quel bar e guardi una partita di calcio. 

– Quindi? –

  • Un attimo. Mi metti fretta, fammi finire il discorso, parliamo della mia vita cristo Santo! –

Incroci tua moglie. Sì, certo, la incroci, voce del verbo “incrociare”! Lei lavora a scuola e tu invece sei un turnista. Quindi … lei lavora al mattino e al pomeriggio e un poco anche di sera per preparare ciò che servirà il giorno seguente.

– Quindi? –

– Sto bevendo! Ho sete perdio! –

– …tu, dove mi stai portando? –

– Io?! –

– Sì, tu! –

  • Ti farò un esempio, dobbiamo fare degli esempi, “dobbiamo essere degli esempi” – una frase che mi risuona nelle orecchie – . Speriamo, mi vien da pensare. 

alle 23 andrò a letto, alle 5 suonerà la sveglia!

Oppure

Andrò a letto alle 21 e 30, alle 23,30 suonerà la sveglia, se alle 01 dovrò essere al lavoro.

Nel frattempo devo; devo? … voglio … sarebbe educato, forse sarebbe meglio, scrivere vorrei anche se vorrei non sarebbe sempre! Vorrei dedicare un po’ di tempo alle bambine.

Fare un disegno con quella di tre anni? Due chiacchiere con quella che ne ha 17?

Poi però devi riposare, se non riposi la schiena poi ti farà male. Il lavoro che fai è pesante, l’aria fuori è fredda d’inverno e bollente d’estate e comunque sia d’estate sia d’inverno è terribilmente umida. E tu che ora hai passato i quarant’anni hai pure le ossa, forse, un poco poco umide, no?!

Il medico ti dice che dovresti correre, fare dello jogging, si dice così?! 

E fare yoga.

  • Quindi? –

  • Tu dimmi:

Dove “piazzi” l’ora di corsa? Ops, dove piazzi le tre ore … almeno tre volte la settimana, no?!

E lo yoga?

Anche lo yoga no!

Non c’è il tempo.

Dovrei però … la schiena fa male e il dottore ha detto che lo yoga fa bene!

Poi ci sono le prove. Lo spettacolo è a breve … a quello proprio non ci rinuncio, è aria, è energia vitale, mi sfogo, mi fa star bene, mi sento un Dio, Cristo!

– Quindi?, mi sono perso!

Proprio di questo sto parlando. Bravo. Sto parlando di perdita.

Eh sì, mi sono perso!

Vorrei votare sì? Sì.

Vorrei votare no?. Sì.

Vorrei non andare a votare? No, questo no!

Mi sento in un certo senso importante. Anche teso prima del voto. E’ l’emozione credo. Sì, partecipare è emozionante!

  • Quindi? 

Quindi mi interrogo sulla mia reale importanza. Quanto, cioè, io sia importante in questo mondo.

Forse sarebbe meglio dire di questa mia presunta importanza.

Temo, quasi temo questa mia presunta importanza.

Per la quale devo essere sempre consapevole di mille fatti, di mille Lei, Lui e Noi. Non distinguo quasi più le priorità dalle non priorità.

E mi perdo, sì mi perdo!

E mentre mi sto perdendo mi chiedo:

– Ma io posso sapere e valutare tutti i pro e tutti i contro del sì e del no di questo referendum e di tutti i “referenda” da qui all’infinito?! –

Se dico sì, sarò superbo?

E se dico no, sarà palese la mia ignoranza?

Questa, la mia palese ignoranza mi spaventa tantissimo. Sono circondato da cervelli che sanno sempre tutto di tutto.

Mi sento piccolo.

– Quindi? –

Io auspico un futuro prossimo al presente dove le scuòle siano tutte pubbliche e private allo stesso tempo, così da essere equiparate e dove i bimbi possano avere i grembiulini tutti uguali per non creare differenze e senza grembiulini affinché la scuola sia un po’ meno scuòla.

Auspico un futuro prossimo al presente dove tutti noi ci concentreremo su una sola lotta che sia per un obiettivo unico che sceglierò io: la scuòla.

A noi serve la scuòla.

Per noi stessi e per le persone che ci dovranno rappresentare da qui e da ora all’infinito.

E serve prima di tutto a quelli che ora la frequentano o che presto la frequenteranno.

Credo che siamo, noi intendo tutti noi, un bel po’ storti e non ci addrizzeremo mica, sapete?! 

No, non ci addrizzeremo, ve lo voglio proprio dire senza mezzi termini!

Siamo tutti storti, e curvi, e incazzati e cerchiamo di sostenere questo sì e questo no ma dietro a quel sì e a quel no non scorgo una progettualità di Stato, se non quella di progettare possibili altri sì e altri no.

Come se volessero farci perdere. In tutti sensi, voglio dire. Capite quello che sto cercando di dirvi, vero?!

Intanto la scuola è ormai maceria.

La libertà la stiamo perdendo e lottiamo per piccole battaglie. Non voglio sminuire le vostre battaglie o le mie battaglie ma a me sembrano piccole le mie e le vostre rispetto alla guerra che è stata mossa contro la scuòla. Perché la scuòla è sotto attacco da tempo e noi non siamo mai uniti, mai uniti e mai lo saremo se non sceglieremo un obiettivo grande, la scuòla appunto, Cristo di un Dio!

Un obiettivo grande insomma … come può essere grande la … la Libertà, per esempio.

Ma la perdita della Libertà la comprendi dopo che te hanno tolta tanto, sapete?!

La Scuòla invece è qualcosa di più. Ha più significati e sono tangibili ed anche visibili!

Eh sì! La parola scuòla è ancora più grande sapete?!

E’ una parola concreta, sì.

(da treccani.it)

scuòla (pop. o poet. scòla) s. f. [lat. schŏla, dal gr. σχολή, che in origine significava (come otium per i Latini) libero e piacevole uso delle proprie forze, soprattutto spirituali, indipendentemente da ogni bisogno o scopo pratico, e più tardi luogo dove si attende allo studio].

LA VIGNETTA E’ Di JACEK YERKA… QUI MOLTO AMATO

(*) Il referendum è importante. Qui ogni giorno – alle 13,59 – ne scriviamo, l’opposto di ciò che fanno i “media di regime” (cioè quasi tutti) impegnati con tutte le loro forze a tacere. Ma bisogna che ognuna/o in questi giorni faccia la sua parte: si informi e informi, rifletta, racconti in giro cosa accadrà se non si raggiunge il quorum – il piano di Renzi e dei suoi tanti fans è quello – o se si perde il referendum (in teoria possibile, praticamente impossibile). Contro la «dittatura del petrolierato», contro chi vuole giocare con le nostre vite.

Aiutateci mandando alla “bottega” informazioni, storie, vignette, immagini… o dubbi, come oggi Enrico. Noi posteremo tutto. Ma soprattutto passate parola: il 17 aprile si vota, è importante.

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Daniele Barbieri

    ciao Enrico, turnista nonché amico, ti dico grazie per queste tue riflessioni. Se intendo bene il senso del tuo discorso: 1) il 17 aprile «BOH»; 2) la scuola è molto importante; 3) siamo in un gran casino. Concordo su 2 e 3, dissento su 1. Chi dice «boh» di fatto è d’accordo con Renzi: bloccare le trivelle invece è giusto, urgente e oltretutto i pozzi eterni e senza controllo sono pure “a un passo dal culo nostro”… Pur se questa “bottega” è schieratissima per il SI’ siamo ben contenti di ospitare diversi pareri, come già in «17 aprile, elogio a Marcora ecc» che trovate il 20 marzo. Si continua fino al 17 sperando di battere Renzi e di incrinare un tassello di quella “dittatura del petrolierato” che ci fa vivere male e sempre peggio.
    Gradita una replica di Enrico e/o altr*
    A chi è incerto consiglio una colonna sonora (moooooolto ascoltata da mio figlio):
    «devo risvegliarmi dal torpore collettivo
    si allineano i pianeti quando scrivo
    convivo con un genio corrosivo
    autodistruttivo
    la fede resta solo un palliativo
    polo positivo, polo negativo
    a volte è già un traguardo essere vivo
    ogni fallimento resta solo un tentativo
    ma se devo riprovarci
    prima dammi un buon motivo» (“Anestesia totale” di Willy Peyote)

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