17 aprile: un libro e un dossier

Quando leggerete questo articolo mancheranno 11 giorni al referendum su trivella selvaggia ed eterna

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Trivelle insostenibili. Verso il referendum del 17 aprile

– Sul sito del Gruppo macro
http://www.gruppomacro.com/prodotti/trivelle-insostenibili-epub

– Su Amazon
http://www.amazon.it/Trivelle-insostenibili-lItalia-dalloscurantismo-energetico-ebook/dp/B01DVDUAQQ/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1459929759&sr=8-1&keywords=Trivelle+insostenibili

L’Italia è ancora oggi imbrigliata dalle servitù fossili. Questo eBook, realizzato con il contributo del WWF Italia, vuole fornire un quadro il più possibile esaustivo di quale sia il calcolo costi-benefici di questa situazione in occasione del referendum del 17 aprile.
L’attività di sfruttamento degli idrocarburi riguarda complessivamente il 25% della superficie totale della piattaforma continentale italiana, mentre a terra, la Basilicata, il Texas d’Italia, paga questo primato con il 60% del suo territorio interessato da istanze e attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi.
E le aziende estrattive per andare a cercare gas e petrolio non pagano il giusto: su 133 concessioni di trivellazioni a terra solo 22 (il 14%) pagano royalty del 7% sul valore del prodotto per gas e petrolio allo Stato e in mare solo 18 (il 21%) su 69 versano royalty del 7% per il petrolio e del 10% per il gas nelle casse pubbliche.
Ma i costi nascosti della dipendenza dalle energie fossili sono ben più altri: il Mediterraneo ha, purtroppo, il primato mondiale per la densità di catrame pelagico (in mare aperto) rilevato nelle acque marine con 38 mg/m3, tre volte superiori a quella rilevata nel Mar dei Sargassi.
Ad essere messe a rischio sono le nostre risorse naturali. L’Italia è uno dei paesi europei più ricchi in Europa e nel Mediterraneo per la biodiversità marina; ben otto sono, ad esempio, le specie di cetacei che popolano le nostre acque (balenottera comune, capodoglio, delfino, globicefalo, grampo, stenella, tursiope, zifio).
Dopo la COP21 di Parigi sui cambiamenti climatici il mondo è ad una svolta. Entro il 2050 anche in Italia è possibile raggiungere l’obiettivo del 100% rinnovabili, è giunto il momento di imboccare con decisione la via della decarbonizzazione della nostra economia. Questo libro è una risposta.
Questo eBook è curato da Alberto Zoratti e contiene interventi di: Luigi Agresti, Franco Andaloro, Fabrizia Arduini, Gaetano Benedetto, Francesco Brozzetti, Dante Caserta, Piero Di Carlo, Luciano Di Tizio, Maria Rita D’Orsogna, Patrizia Fantilli, Stefano Lenzi, Mariagrazia Midulla, Francesco Panié, Loredana Pompilio, Francesco Stoppa, Alberto Zoratti.

Trivelle fuorilegge, un rapporto di Greenpece

Sostanze chimiche inquinanti e pericolose, con un forte impatto sull’ambiente e sugli esseri viventi, si ritrovano abitualmente nei sedimenti e nelle cozze che vivono in prossimità di piattaforme offshore presenti in Adriatico, spesso in concentrazioni che eccedono i parametri di legge.

Lo rivela il rapporto “Trivelle fuorilegge” pubblicato oggi da Greenpeace in cui, per la prima volta, vengono resi pubblici i dati ministeriali relativi all’inquinamento generato da oltre trenta trivelle operanti nei nostri mari.

Secondo quanto rilevato da Greenpeace, laddove esistono dei limiti fissati dalla legge, le trivelle assai spesso non li rispettano. Ci sono contaminazioni preoccupanti da idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti, molte di queste sostanze sono in grado di risalire la catena alimentare fino a raggiungere gli esseri umani. Nei pressi delle piattaforme monitorate si trovano abitualmente sostanze associate a numerose patologie gravi, tra cui il cancro.

Una situazione che si ripete di anno in anno. Nonostante questo, non risulta che siano state ritirate licenze, revocate concessioni o che il Ministero abbia preso altre iniziative per tutelare i nostri mari.

Alla scarsa trasparenza del Ministero e al quadro ambientale critico si aggiunge il fatto che i monitoraggi sono stati eseguiti da ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, un istituto di ricerca pubblico sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Ambiente) su committenza di ENI, proprietaria delle piattaforme oggetto di indagine. In pratica, l’organo istituzionale (ISPRA) chiamato a valutare i risultati del monitoraggio sul mare che circonda le piattaforme offshore – e di conseguenza verificare la non sussistenza di pericoli per l’ambiente e gli ecosistemi marini – opera su committenza della società che possiede le piattaforme oggetto d’indagine (ENI), cosicché il controllore è a libro paga del controllato. – 3 marzo 2016

Leggi il report “Trivelle fuorilegge”

Guarda la mappa delle piattaforme analizzate 

Il referendum è importante. Qui ogni giorno – alle 13,59 – ne scriviamo, l’opposto di ciò che fanno i “media di regime” (cioè quasi tutti) impegnati a tacere. Ma bisogna che ognuna/o in questi giorni faccia la sua parte: si informi e informi, rifletta, racconti in giro cosa accadrà se non si raggiunge il quorum – il piano di Renzi e dei suoi tanti fans è quello – o se si perde il referendum (in teoria possibile, praticamente impossibile). Contro la «dittatura del petrolierato», contro chi gioca con le nostre vite. Aiutateci mandando alla “bottega” informazioni, storie, vignette, immagini… Noi posteremo tutto. Ma soprattutto passate parola: il 17 aprile si vota, è importante.

 

Redazione
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