L’uomo duplicato – Josè Saramago
di franz (*)
uno vede un altro uguale a lui, in un film, fa di tutto per cercarlo, e lo trova, e ognuno dei due ha una compagna, che non distingue l’uno dall’altro.
come fare ad andare avanti in una storia così per trecento pagine? nessuno di noi riuscirebbe a fare una cosa non noiosa, con una storia così (apparentemente) banale.
ma quel genio di Josè Saramago lo sa fare, senza annoiare un minuto, con una scrittura avvolgente e coinvolgente.
c’è il doppio, ma ci siamo noi, che leggiamo, e solo noi sappiamo tutto, Saramago ci ospita in questa storia vertiginosa.
povero chi non trova il tempo di leggere un capolavoro così.
ps: da questa storia è stato girato un film (che sarà in sala nei primi mesi del 2014), “Enemy”, di un regista straordinario, con un attore (protagonista) grandissimo; si può scegliere l’ordine, ma non privatevi né del libro né del film – franz
(*) così si presenta franz (rigorosamente minuscolo): «Ah, i libri! Sono bottiglie lanciate in mare, come nei film di pirati, i migliori sono mappe del tesoro, solo bisogna saper leggere quello che qualcuno, che non ci conosceva, ci ha donato. Credo davvero che quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri tanto più si restringe la cerchia degli esseri umani la cui compagnia ci è gradita. Noi siamo come nani sulle spalle di giganti e la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. Una cosa è necessaria: non leggete come fanno i bambini per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Risponde qualcuno alla domanda sugli scrittori del momento: “Non so niente della letteratura di oggi, da tempo gli scrittori miei contemporanei sono i greci”. I libri non si scrivono sotto i riflettori e in allegre brigate, ciascun libro è un’immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire e chiudere e le sue parole rappresentano molti mesi, se non anni, della solitudine di un uomo, sicché a ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte a una particella di quella solitudine. Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l’immagine di un apostolo».
quando ho letto questo libro (mi era sfuggito: grazie Mingo) ho ululato di gioia
Mingo???