2020: Homo (compost) abilis

di Giorgio Chelidonio

É pur vero che la capacità adattativa è stata una delle qualità evolutive della nostra specie ma oggi (forse sotto la spinta di cambiamenti rapidi e difficili da affrontare con soluzioni tradizionali) Homo arrangiantropus sembra in preda a contorcimenti culturali, del tipo “ne abbiamo provate tante, proviamo anche questa” [LINK 1].
Dal micro-osservatorio della veronesità, un sintomo recente credo sia stato il progetto del cosiddetto “cimitero verticale” [LINK 2] un delirio speculativo-culturale e il cui equivalente pare sia già in costruzione in Brasile [LINK 3]. Altri pare che siano in costruzione [LINK 4] sotto la spinta della crescente carenza di spazi cimiteriali urbani. Ce n’era forse traccia in qualche racconto di fantascienza? Il tempo passa inesorabile: mi par ieri quando il titolo del noto film di Kubrick (nel mitico 1968) venne, poco dopo, ironizzato in “2001, odissea nell’ospizio”; il fiorente mercato italico di “badanti” ne è oggi la precaria soluzione adattiva.
In tema di capacità adattativa, però, una profonda differenza c’è fra il semplice rinunciare e l’escogitare, inventare soluzioni per restare adatti (es. mantenere uno standard di vita) nonostante rilevanti cambiamenti ambientali. In altre parole, la cosiddetta “selezione del più adatto” di darwiniana memoria.
Da almeno 50.000 anni (ma forse già da 300.000 anni fa, come è stato ipotizzato per il sito spagnolo di Sima de Los Huesos) gli ominini si distinguono per seppellire i propri morti: a questo riguardo in nessuna popolazione storica mancano riti e credenze. Persino le facies culturali che praticavano il cannibalismo davano a questa “soluzione” valori simbolici.

Nell’urbanismo occidentale le aree cimiteriali si stanno affollando e progressivamente diventano un peso sociale, su cui prosperano attività funebri private ma anche pubbliche. Ho memoria diretta abbastanza recente di costose parcelle comunali che ho pagato per far riesumare (dopo 20 anni di sepoltura “in terra”) i resti di mia madre e mio padre, per ricollocarli in piccoli loculi da cui verranno inevitabilmente sfrattati fra qualche decennio. Ricordo però un detto di mio padre che, quasi profeticamente, affermava «Vogliatemi bene fin che son vivo. Da morto buttatemi pure a fiume». L’ironia popolare veronese provvedeva anche una definizione dello stesso morire: «Andare a mangiare i radicchi dalla parte della… radice».

La stessa mitologia greca aveva elaborato narrazioni e rituali come quello di Persefone [LINK 5]: rapita da Plutone, re degli Inferi, aveva in seguito avuto il permesso da Zeus di tornare dalla madre Demetra (la dea delle messi, dei cereali) per 6 mesi. Simboleggiava, perciò, l’alternarsi delle stagioni agrarie, i semi che passano la stagione fredda sottoterra per poi rifiorire a primavera. Da alcuni anni però si sta affacciando – nel quasi “silenzio stampa” – una nuova soluzione definita più ecologica e persino più conveniente socio-economicamente: trasformare i cadaveri in compost. Ricercandone traccia su Internet si scopre che già dal 2015 [LINK 6] è stato proposto – a Seattle, negli Usa – un processo di compostaggio dei corpi al “modesto” costo di 2500 dollari l’uno. È invece recente la notizia, trapelata da poche fonti giornalistiche [LINK 7] secondo cui lo Stato di Washington ha legiferato che dal maggio 2020 sarà possibile utilizzare i resti umani come concime per piante e terreni coltivabili, come scelta alternativa alla sepoltura o alla cremazione. La responsabile del progetto Recompose ha definito questa modalità come «un’alternativa naturale, sicura, sostenibile, che comporterà anche risparmi significativi in termini di emissioni e utilizzo di terreno». Questo metodo – detto “idrolisi alcalina” o anche “bio-cremazione” [LINK 8] – si basa sul porre i corpi «dentro a contenitori di acciaio, riempiti con erba, frammenti di legno, paglia e materiali organici e batteri. Quindi, dopo essere stati sigillati, i contenitori verranno riscaldati a quasi 60 gradi. In questo modo in poche settimane si potrà ottenere il concime “umano” da spargere nei campi» [LINK 9]. Pare che una scelta simile, anche se con un metodo diverso, sia stata introdotta già dal 2005 anche in Svezia [LINK 10].
Si potrebbe chiudere qui, magari riflettendo sul monito biblico (seppure in versione latina): «memento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris» [LINK 11], aggiornando il concetto di polvere in chiave di concime, humus o persino letame, traduzione non estremizzata visti gli orizzonti in cui stanno sguazzando molti, troppi politicanti italioti.
Ma c’è un’altra simil-profezia che rischia di avverarsi: quella divulgata nel 1973 dal film
Soylent green, in italiano «2022 I sopravvissuti» [LINK 12]: tratto dal libro Make room, make room (da noi «Largo, largo») pubblicato nel 1966 da H. Harrison, un romanzo di fanta-distopico ambientato nella New York del 2022: devastata dall’inquinamento e dagli effetti di un boom demografico combinato a un riscaldamento globale che ha ridotto le stagioni a una quasi perenne calura estiva.
Le megalopoli sono diventate formicai fatiscenti, in cui il sogno tecno-consumista è ormai un lontano ricordo. La stessa energia elettrica manca spesso, mentre acqua e cibi sono razionati. Proprio la carenza di prodotti agricoli è il problema maggiore per un’umanità ridotta ad alimentarsi con gallette prodotte con il plancton, l’unica materia alimentare disponibile come dichiara la pubblicità dei produttori del Soylent verde. Per tamponare questa crisi irreversibile il governo Usa ha persino legalizzato il suicidio assistito, creando luoghi – detti Templi – dove la gente può recarsi a morire in un ambiente confortevole
In breve, il protagonista (un poliziotto intrepretato da Charlton Heston) scopre che anche il plancton si stava esaurendo e che i cadaveri erano diventati l’unica materia proteica con cui produrre quelle gallette, ormai indispensabili per la sopravvivenza.
Negli anni ’60 e 70 del secolo scorso il 2022 poteva sembrare un futuro remoto, ma per noi sarà l’anno prossimo: il riscaldamento globale e le sue conseguenze socio-demografiche non sono più una coincidenza fantascientifica.

LINKS

  1. http://www.giorgiogaber.it/discografia-album/i-gag-men-testo: un comico piccolo che portava sempre la corona …che dopo anni di giochi, di trovate, di gag disse: “Ne abbiamo provate tante, proviamo anche questa” la frase si riferiva all’incarico di formare un governo dato da Vittorio Emmanuele III a Benito Mussolini
  2. https://www.lastampa.it/2014/10/25/italia/a-verona-il-cimitero-diventa-verticale-polemiche-per-il-progetto-di-un-grattacielo-per-le-sepolture-PM7BLBHyChQnq3DjmSJmdN/pagina.html > non realizzato, anche perché rispondeva solo a un “do ut des” speculativo.
  3. https://www.supereva.it/brasile-hanno-costruito-cimitero-verticale-23020 Il “Memorial Necropole Ecumenica” (a Santos, in Brasile), che dovrebbe essere ultimato entro il 2020, sarà alto 108 metri ed è progettato per ospitare 25.000 loculi, cripte, cappelle e sale di veglia, ma anche un giardino in cui rilassarsi fra una preghiera e l’altra, con tanto di cascata, ed un bar situato in cima al palazzo, da cui si gode di una vista mozzafiato…. Affittare per tre anni un loculo nell’esclusivo cimitero costa l’equivalente di 3000-9500 €, a seconda del paesaggio su cui è affacciata la tomba (quelle con vista sulla montagna saranno le più care).
  4. https://m.dagospia.com/tomba-con-vista-in-molti-paesi-del-mondo-si-stanno-sperimentando-nuovi-tipi-di-sepolture-162775
  5. http://www.treccani.it/enciclopedia/proserpina_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/
  6. https://www.nytimes.com/2015/04/14/science/a-project-to-turn-corpses-into-compost.html
  7. https://www.unionesarda.it/articolo/news/mondo/2019/05/24/concime-ottenuto-dai-cadaveri-negli-usa-primo-ok-alla-legge-137-883592.html
  8. https://www.corriere.it/scienze/09_dicembre_02/biocremazione-morire-verdi_55b012c2-df2e-11de-9ac1-00144f02aabc.shtml
  9. https://metro.co.uk/2019/05/22/human-bodies-can-legally-turned-compost-used-plant-trees-9637716/
  10. https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/sweden/1499426/Swedens-new-funeral-rite-bodies-freeze-dried-powdered-and-made-into-tree-mulch.html
  11. http://www.sapere.it/enciclopedia/memento+homo+quia+pulvis+es+et+in+pulverem+reverteris.html «ricorda, uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai» (Genesi III, 19).
  12. https://it.wikipedia.org/wiki/2022:_i_sopravvissuti

 

Giorgio Chelidonio

3 commenti

  • La conclusione è che per sopravvivere sarà necessario sfoltire il genere umano? Non sta già succedendo?

  • E’ probabile che con i nostri cari estinti finiremo per concimarci le piantine di basilico in terrazzo, comunque dubito fortemente che le gallette di fitoplancton diventeranno l’alimento base delle masse, dato che il suddetto alimento costa quasi il triplo del miglior caviale beluga in commercio. Molto più realistico supporre che, in un futuro che mi auguro di non vivere, le gallette di trapassato possano diventare realtà 🙁

  • … tuttavvia, se posso per così dire esprime una mia idea, penso che concimare i campi seguendo procedure, protocolli specifici per processi di : “idrolisi alcalina” o anche “bio-cremazione”, che richiedono non solo lunghissimi e svantaggiosi processi di decomposizione (producendo anche sottoprodotti di scarto, per es. sostastanze gassose, ossa, ecc.), ma pure vasti e penosi spazi di immagazinamento dei cadaveri e forse, sfruttando meglio il tempo che l’anima impiega ad abbandonare il corpo del morente (da dieci a circa dodici minuti), si potrebbe:
    a) calcolare esattamente la quantitatà di sangue da estrarre dall’ancora vivente (o morente)
    b) pianificare l’imballaggio e la distribuzione per la concimazione (magari da utilizzare per le coltivazioni doc in serra e l’esportazione), creando a questo modo, valore aggiunto a partire dalle risorse iniziali.

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