Il cattolicesimo reale/6

Come ho avuto già occasione di dire, la chiesa cattolica ama davvero il povero (nel senso che per sopravvivere ha bisogno che il povero continui ad esistere e a restare tale).  Come avrebbe potuto sopportare, quindi, l’espandersi di progettualità socialiste e comuniste rivolte all’eliminazione della povertà, e dunque a toglierle il povero di bocca?  Come avrebbe potuto permettere che venisse messa in discussione la propria egemonia culturale sulle “plebi” ? Come avrebbe potuto tollerare di perdere il  ruolo di mediatore dell’ordine sociale, nonché garante della prosecuzione del dominio di classe ? Difatti non lo tollerò. Quelli che seguono sono alcuni succosi stralci delle invettive papali contro la nascita del movimento operaio, tratte da “Il cattolicesimo reale” di Walter Peruzzi. Buona lettura da Alexik.  (Clikka qui per il capitolo precedente)

E’ noto pure, siccome i maestri del comunismo e del socialismo, sebbene per diversa via e per vario modo, abbiano tutti per ultimo scopo, per mezzo di sofismi e di vane promesse di più felici condizioni,  ingannare, agitare di continue scosse gli operai e le altre persone di basso stato, e adusarle, a poco a poco, a più gravi misfatti onde valersi poi dell’opera loro per invadere, manomettere, dilapidare le proprietà, in prima della Chiesa, e poscia di qualsivoglia legittimo posseditore” (Papa Pio IX, enciclica Noscitis et Nobiscum, 1849).

Socialisti, Comunisti e Nichilisti … impugnano il diritto di proprietà stabilito con legge di natura, e con enorme scelleratezza, dandosi l’aria di provvedere e di soddisfare ai bisogni e ai desideri di tutti, si adoperano per rubare e mettere in comune quanto fu acquisito o a titolo di legittima eredità, o ad opera del senno e della mano, o con la frugalità della vita. Rendono pubbliche queste mostruose opinioni nei loro circoli; le consigliano nei libercoli; le diffondono nel popolo con un mucchio di gazzette. Pertanto si è accumulato tanto odio della plebe sediziosa contro la veneranda maestà e l’impero dei Re, al punto che scellerati traditori, sdegnosi di ogni freno, più volte a breve intervallo di tempo, con empio ardimento rivolsero le armi contro gli stessi Sovrani … Con queste dottrine disseminate in lungo e in largo, e con tale e tanta licenza di opinare e di fare accordata dovunque, non deve recare meraviglia che gli uomini della plebe, stanchi della casa misera e dell’officina, anelino a lanciarsi sui palazzi e sulle fortune dei più ricchi”. “ La sapienza cattolica costruita sui precetti della legge naturale e divina, mirabilmente provvide alla pubblica e domestica tranquillità anche con le dottrine che professa ed insegna attorno al diritto di proprietà e alla divisione dei beni, che sono fatti per le necessità ed i comodi della vita. Pertanto, mentre i Socialisti rappresentano il diritto di proprietà come un ritrovato umano contrario alla naturale eguaglianza degli uomini, ed anelando alla comunanza dei beni ritengono di non potersi sopportare di buon animo la povertà, e potersi impunemente violare i beni e i diritti dei più ricchi, la Chiesa, molto più saggiamente ed utilmente anche nel possesso di beni riconosce disuguaglianza tra gli uomini,  naturalmente diversi per forze fisiche ed attitudine d’ingegno, e vuole intatto ed inviolabile per tutti il diritto di proprietà e di possesso che dalla stessa natura deriva”. “La Chiesa …ricrea e conforta considerevolmente gli animi dei poveri, sia proponendo l’esempio di Cristo “il quale essendo ricco si fece povero per noi”, sia ripetendo quelle parole di Lui, con le quali chiama i  poveri beati, e comanda loro di sperare i premi dell’eterna beatitudine. Ora, chi non vede come questa sia la più bella maniera di comporre l’antichissimo dissidio tra i poveri e i ricchi ?”. “Infine, siccome i seguaci del Socialismo principalmente vengono cercati fra gli artigiani e gli operai, i quali, avendo per avventura preso in uggia il lavoro, si lasciano assai facilmente pigliare all’esca delle promesse di ricchezza e di beni, così torna opportuno di favorire le società artigiane ed operaie che, poste sotto la tutela della Religione, avvezzino tutti i loro soci a considerarsi contenti della loro sorte, a sopportare la fatica e a condurre sempre una vita quieta e tranquilla” (Papa Leone XIII, enciclica Quod Apostolici muneris, 1878).

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P S :  Forse potreste anche accontentarvi di questa selezione di brani tratti da Walter Peruzzi, Il cattolicesimo reale, Odradek 2008. Ma perché privarvi del piacere perverso di leggervelo tutto ? Odradek lo offre al prezzo bazza di 20 euri ai lettori del blog. Contatti: odradek@odradek.it.

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