24 ottobre 1929, War Street

di Eduardo Galeano (*)

Dagli inizi del ventesimo secolo, le campane meccaniche salutano l’inizio e la fine di ogni giornata nella Borsa di New York. Quei suoni rendono omaggio all’abnegazione degli speculatori che trasformano il pianeta in una bisca, decidono il valore delle cose e delle nazioni, fabbricano milionari e mendicanti e sono capaci di uccidere più gente di qualsiasi altra guerra, peste o siccità.

Il 24 ottobre 1929 le campane suonarono esultanti come sempre ma quello fu il giorno peggiore in tutta la storia della cattedrale delle finanze. La sua caduta chiuse banche e fabbriche, fece salire alle stelle la disoccupazione e buttò i salari in cantina; e il mondo intero pagò il conto. Il segretario del Tesoro degli Stati Uniti, Andrew Mellon, consolò le vittime. Disse che la crisi aveva il suo lato positivo perché «così la gente lavorerà più sodo e vivrà una vita più morale».

[…]

Perché la gente lavorasse più sodo e vivesse una vita più morale, la crisi di Wall Street fece cadere il prezzo del caffè e fece cadere il governo civile del Salvador.

[…]

Perché la gente lavorasse più sodo e vivesse una vita più morale, la crisi di Wall Street fece precipitare anche il prezzo dello zucchero. Questo castigò duramente le isole del mar dei Caraibi e sferrò il colpo di grazia al Nordest del Brasile.

(*) come è già accaduto in “bottega” questo è un montaggio di alcuni brevi racconti che Galeano ha pubblicato in «Specchi» (Sperling & Kupfer, 2008; traduzione italiana di Marcella Trambaioli) un libro che instancabilmente consiglio a chi si appassiona di storia, di giornalismo e di mondi sottosopra. Però nel suo libro Galeano corregge un piccolo errore storico: non Wall Street ma War Street. (db)

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

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