3 aprile 2000: il massacro di Sassari

ripreso da IL MINATORE ROSSO (*)

 

Questa riva ahimé s’affolla di troppe prigioni. Ma oggi leggo della sentenza di Strasburgo che ancora condanna l’Italia, per il massacro di San Sebastiano. Chi se ne ricorda? A me aveva già rinfrescato la memoria il libro di Mario Trudu…

A dirigere l’operazione c’erano la Direttrice, il comandante delle guardie Tommasi e il Direttore del provveditorato della Sardegna Dalla Vecchia, e per come hanno diretto l’operazione di comune accordo lascio a voi giudicare. Ammassarono quei poveracci nelle stanze adibite a perquisizioni, nelle stanze dei colloqui, li fecero denudare, li ammanettarono e per due ore buone li pestarono a sangue e li costrinsero a subire umiliazioni di ogni tipo. Dopo che avevano terminato la loro “buona azione”, dei detenuti passati sotto le loro mani chi aveva un braccio rotto, chi le costole e chi il setto nasale, tutti irriconoscibili pesti e lividi. Infine questi “signori” entrarono nelle celle e sfasciarono tutto: armadietti, tavolini, sgabelli, vestiti e le foto dei loro cari. Alla fine presero dei sacchi di plastica neri, quelli per l’immondizia, praticarono un foro sul fondo e li infilarono ai detenuti a mo’ di vestiti e li caricarono sui blindati trasferendoli in altre carceri dell’isola. Le direzioni di queste carceri non denunciarono le condizioni in cui arrivarono i detenuti, anzi, i medici compilarono i moduli di ingresso in modo scrupoloso, specificando l’ottima salute di cui godevano…. (…) Se ne parlo con tanta foga non è l’odio che mi spinge, ma la voglia di far sapere a tutti di cosa sono stati capaci quegli esseri che non so come definire, come mi fa ribrezzo descrivere dettagliatamente come sono avvenuti quei fatti, per questo motivo vi allego la testimonianza di una vittima di quegli abusi…”. Questa è una pagina da “Totu sa beridadi”, l’autobiografia di Mario Trudu, fra breve in stampa… Rileggo queste righe, dopo aver letto della notizia fresca fresca che arrivata da Strasburgo: “Gli agenti colpevoli degli atti di violenza nel carcere di S.Sebastiano a Sassari il 3 aprile 2000 non hanno ricevuto pene proporzionali al reato commesso. La Corte europea dei diritti umani ha quindi condannato l’Italia per aver sottoposto a trattamento inumano e degradante Valentino Saba, uno dei detenuti. L’inchiesta squassò il mondo carcerario: un mese dopo il fatto vennero eseguiti 82 ordini di custodia cautelare, fra agenti e dirigenti, questi ultimi condannati dai 10 mesi a un anno e 8 mesi. I giudici europei hanno indicato, inoltre, come pene troppo leggere la multa di 100 euro inflitta a uno degli agenti che non ha denunciato le violenze commesse dai suoi colleghi, o il fatto di aver sospeso la condanna al carcere per altri agenti…”

I giudici di Strasburgo, però, leggo dall’Agenzia Ansa, hanno anche stabilito che Valentino Saba è stato sottoposto a trattamento inumano e degradante ma non a tortura, come sostenuto… Eppure rileggo pagine e testimonianze che si fa davvero fatica a leggere…e vi invito ad andare a sfogliare qualche testimonianza di allora… Si fa davvero fatica … eppure è successo anche questo… e non è storia di un secolo fa… ma di questo millennio che, fra una piega e l’altra della Storia, ancora ci sorprende oscenamente barbari… Le parole della Corte Europea oggi comunque ce lo ricordano… ci ricordano, grazie a una delle vittime che non ha taciuto, una brutta storia che troppo in fretta abbiamo archiviato… perché a volte forse è troppo il fastidio…. nel guardarci intorno… nel guardarci dentro… (il disegno che accompagna queste righe è di Mario Trudu) fonte: http://www.laltrariva.net/

(*) IL MINATORE ROSSO. Sito di discussione politica e sindacale: è un blog personale e non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Redazione
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