4 novembre 2010: 4 operai muoiono bruciati all’Eureco

La necessità della memoria e un docufilm (di Giuliano Bugani e Salvo Lucchese) sulla strage di Paderno Dugnano

La protesta dei familiari delle vittime davanti alla sede dell’ex Eureco

 

Harun Zeqiri, 44 anni; Sergio Scapolan, 63 anni; Salvatore Catalano, 55; e Leonard Shehu. Il 4 novembre 2010 a Paderno Dugnano l’incendio della Eureco li uccise, ferendo gravemente altri tre operai e bloccando per ore la superstrada Milano-Meda; solo per un caso lo scoppio non coinvolse i tanti pendolari che passavano lì accanto. Nel luglio 2016 – nonostante le proteste – la Città Metropolitana autorizzò l’impresa Tecnologia & Ambiente (hanno sempre bei nomi queste ditte… tanto più il lavoro è brutto) a realizzare proprio lì un nuovo impianto per il trattamento di rifiuti speciali; ma nell’agosto 2017 il Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Lombardia annullò la decisione,

Nel frattempo Giovanni Merlino – uno dei titolari (padroni direbbe qualcuno) di Eureco – scontava una pena di 5 anni per omicidio plurimo colposo inflitta in primo grado con rito abbreviato e confermata in appello. L’esplosione (così scrisse la giudice Antonella Bertoja) fu causata dalle «miscelazioni non autorizzate» in violazione delle norme di sicurezza. Solo due famiglie hanno ottenuto un risarcimento, agli altri (che formalmente lavoravano per una cooperativa) solo lacrime da coccodrillo.

Una videoinchiesta ha ricordato quegli uomini morti sull’altare del maggior profitto: qui sotto la scheda con l’invito a recuperare questo film perché la memoria aiuta a lottare contro chi vorrebbe seminare altre Eureco nel nostro presente.

«Uomini da bruciare»

Regia: Giuliano Bugani e Salvo Lucchese

Realizzato nel 2011 con il «Comitato Sostegno Lavoratori Vittime dell’ Eureco»

L’Eureco, fabbrica di rifiuti tossico-nocivi di Paderno Dugnano, in provincia di Milano, smaltisce materiali pericolosissimi. Esiste un materiale che emette un gas inodore. Nessuno lo può percepire. Tranne se non morendo. La mattina del 4 novembre 2010, all’Eureco, un muletto si inceppa e il motore si surriscalda. Ma da giorni, un grande container pieno di rifiuti esalanti gas inodore e che dovrebbe restare ricoperto di acqua, per non fare entrare in atmosfera il suo gas, è stranamente senz’acqua (da giorni). Nessuno percepisce che il suo gas ha invaso da giorni l’ area di stoccaggio della fabbrica. Il muletto sta per grippare il motore. Una scintilla provoca una grandissima esplosione e un incendio indomabile. Quattro uomini muoiono bruciati vivi. Una piccola Tyssengroup. Ma i morti non fanno notizia.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Francesco Masala

    comunicato stampa di Medicina Democratica (http://www.medicinademocratica.org/wp/?p=5334)

    Gli affari sono sempre affari, e l’azienda Tecnologie & Ambiente che tenta un ricorso per “difendere” i propri profitti era quasi nella logica delle cose, segnale di come funziona questa nostra società.

    Diversa è la vicenda di Città Metropolitana che è un’istituzione pubblica e che ha come missione
    Il controllo e la difesa della salute delle comunità di cittadini e lavoratori , che non hanno protezione se la “libera impresa” per aumentare i profitti non rispetta le regole. Invece non ha rivisto le scelte, per noi sbagliate, dell’autorizzazione AIA N. 6567/2016 rilasciata dagli Uffici preposti della Città Metropolitana di Milano il 12/07/2016 alla società Tecnologia & Ambiente S.r.l.

    Ci lascia sbigottiti la decisione di ignorare il giudizio del Tribunale Amministrativo Regionale, che con sentenza N. 01747/2017 dell’08/08/2017 ha di fatto annullato l’autorizzazione a riprendere la produzione nel campo del trattamento di rifiuti con tipologie e modalità quasi identiche a quelle in precedenza autorizzate (e non rispettate) dalla ditta Eureco.

    Nel corso degli incontri svolti come comitato con i tecnici di Città Metropolitana, ci venne più volte ribadito che erano “costretti dalle leggi vigenti” a rilasciare l’autorizzazione, quasi dispiaciuti. Anche il sindaco Sala di Città Metropolitana si era dimostrato dispiaciuto della vicenda Eureco promettendo approfondimenti che non abbiamo mai visto. Ora i burocrati di Città Metropolitana con l’avvallo di Sala ricorrono solo per difendere la validità delle loro scelte, certo avendo già dimenticato quattro lavoratori morti bruciati ed altri feriti.

    La vicenda Ex Eureco è lontana dalla conclusione, ma solo con la partecipazione dei cittadini, sarà
    possibile sollecitare maggiori controlli da parte del Comune tramite la Vigilanza Locale e da parte di ATS tramite l’Arpa, questo al fine di prevenire che:
    1) Le disposizioni vigenti, emesse con sentenza del TAR , vengano correttamente rispettate
    2) Evitare possibili nuove tragedie sul nostro territorio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *