Le loro armi e le nostre…

ovvero la sfilata del 35 giugno, «festa della cosa pubblica»

di Alessandro Ghebreigziabiher (*)

bansky-ARMI
Benvenuti, signore e signori.
Accomodatevi pure.
Sì, salite anche in prima fila, lassù dove si vede meglio.
Dove tutti guardano tutti ed è una meraviglia.
Già, perché nessuno si annoierà, stavolta.
Pronti?
Abbassate la voce, allora.
O, al meglio, serbate tutto il fiato per dopo.
Silenziate con altrettanta cura pure gli assillanti cellulari che vi seguono come megalomani ombre. Convinte, spesso a ragione, di essere esse stesse a guidare il cammino, invece del contrario.
Ecco a voi la tanto attesa
parata militare.
Applaudite, amiche e amici, l’
ironia.
La preziosa capacità di raccontare e raccontarsi ogni giorno il brutto che avanza come se fosse molto più piccolo di quello che è, rendendolo tale a colpi di arguti sberleffi e assurdi paragoni.
E’ un’
arma, certo che lo è, tra le più potenti.
A seguire la
curiosità per le altrui dissonanze, da non confondere con l’amore e l’accoglienza, che sono di ben altra pasta, ma da qualche parte bisogna pure iniziare a convivere.
La curiosità è un’
arma, chiaro che sì.
Attenzione, ecco che appare… sì, è lei, l’
ingenuità, non c’è dubbio che sia lei a sfilare, con tutta la sua inammissibile purezza di fronte alle assordanti e lordanti macchie dove tutti parlano di tutto, malgrado quel tutto solo di rado parli davvero di tutti.
Ebbene sì, anche l’ingenuità può essere un’
arma, allorché indenne sopravviva al tempo.
Ma ora tutti in piedi e schiudete a dismisura occhi e orecchie di fronte a lei.
La
resistenza è qui, cammina ancora, indomita sembra immobile, ma si muove, per lo sguardo attento e libero essa si muove ancora e sarebbe impossibile l’opposto, altrimenti non saremmo tutti qui, adesso.
La resistenza è un’
arma, punto e basta, ma se non l’hai ancora capito hai sbagliato festa.
Potete pure sedervi, ora, ma non diminuite affatto la riverenza.
Perché è il turno del
coraggio a scendere in pista, ma quello vero, ovviamente, quello bello sul serio, che durante il resto dell’anno al massimo si guadagna il ricordo comune solo da morto.
Ma oggi no.
Oggi, soprattutto oggi, il coraggio è un’
arma.
Perché oggi è davvero la
festa della cosa pubblica.
Di ciò che ci rende, ovvero, potrebbe renderci uniti.
Tutti.
Dono da difendere, sicuro, con tutte le armi or ora ammirate.
Benvenuti tutti, quindi, nessuno rimarrà fuori, oggi.
Dalla parata delle meravigliose armi.
Umane…

(*) Con il titolo «Parata delle meravigliose armi» è uscito nel numero 1359 di «Storie e Notizie» che Alessandro Ghebreigziabiher così presenta: «Il blog Storie e Notizie ha iniziato a muovere i suoi primi passi verso la fine del 2008 e contiene racconti e video basati su reali news prelevate dai maggiori quotidiani e agenzie di stampa on line, al seguente motto: “Se le notizie sono spesso false, non ci restano che le storie”. L’obiettivo è riuscire a narrare le news ufficiali in maniera a volte fantasiosa, con l’auspicio di avvicinare la realtà dei fatti più delle cosiddette autorevoli fonti di informazione. La finzione che superi la verità acclarata nella corsa verso la comprensione delle cose è sempre stata una mia ossessione. “Storie e Notizie” ha un canale Youtube, una sua pagina Facebook e anche la versione in lingua inglese, Stories and News. A novembre 2009 ha debuttato l’omonimo spettacolo di teatro narrazione». RICORDO che qui in bottega «Storie e notizie» viene ospitato – scorrete il colonnino e lo troverete – a ogni uscita. Ovviamente la prima immagine è di Bansky, la seconda invece era stata scelta da Alessandro. (db)

 

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