Milagro Sala deve tornare libera la sua detenzione è del tutto arbitraria

di Doriana Goracci (*)

Jorge Mario Bergoglio tornerà a casa, farà il suo primo viaggio pastorale in Argentina «in linea di massima nel 2016, ma bisogna trovare l’incastro con altri viaggi in altri Paesi».

Non è stato così ma possiamo sperare che farà qualcosa papa Francesco anche per Milagro Sala dalla Città del Vaticano?

A 15 anni Milagro Sala  seppe di essere stata adottata e che la sua mamma biologica l’aveva abbandonata in una scatola di cartone davanti a un ospedale; leggendo la sua vita mi dico come è possibile che ce l’abbia fatta, neanche un film d’azione e di cronaca nera avrebbe sviluppi del genere… All’11 di novembre 2016 sono 300 giorni di detenzione illegale per Milagro Sala a Jujuy, nel nord dell’Argentina.

Sempre da Pressenza: Il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria ha deciso che “la detenzione della signora Milagro Sala è arbitraria” e ha quindi chiesto “al Governo argentino di rilasciarla immediatamente”.

“Milagro Sala è la leader dell’organizzazione Tupac Amaru, formata da diverse cooperative di lavoro, che costruisce abitazioni e quartieri interi in diverse località argentine. La sua incarcerazione è avvenuta dopo l’assunzione della carica di governatore della provincia di Jujuy da parte di Gerardo Morales. Questi si è assicurato di avere abbastanza denunce da presentare contro Milagro Sala perché possa continuare a stare in prigione indefinitamente”. Elizabeth Gómez Alcorta, avvocata di Milagro Sala, racconta in un articolo intervista, la richiesta alle Nazioni Unite, della libertà della deputata, in cui conclude così: Vogliamo pensare a un Natale senza prigionieri politici in Argentina, e questa è la campagna che ci resta da qui al prossimo mese”.

Già nel febbraio 2016 era stato redatto un ritratto completo di questa donna poco conosciuta in Italia da Elena Ferro: Chi è Milagro Sala, la donna che ha diviso l’Argentina.

“La guerra scatenata dal governo argentino contro i movimenti sociali è testimoniata dall’accanimento dimostrato contro Milagro Sala…La Tupac Amaru ha dato voce e sostegno a quelle comunità emarginate e discriminate dal punto di vista etnico e sociale in una zona del paese, quella di Jujuy, che si trova al confine con la Bolivia e a quattromila metri di altezza: questo è il vero “crimine” per il quale Milagro Sala è divenuta la prima prigioniera politica della presidenza Macri in virtù dei suoi ideali vicini all’indigenismo boliviano e per la teoria del potere popolare propugnata dai militanti tupaqueros. “Se Milagro viene abbandonata a marcire in carcere, restiamo soli tutti”, dicono i movimenti sociali argentini, che si preparano ad una battaglia di lunga durata contro Mauricio Macri e la sua squadra di governo”. E questo è l’articolo di David Lifodi su Peacelink a settembre 2016.
A giugno 2016 il Manifesto informò che a Roma nell’Aula dei Gruppi Parlamentari, il Comitato per la Liberazione di Milagro Sala organizzava un dibattito intorno alla proiezione del documentario “Tupac Amaru, algo está cambiando”, dei registi Magalí Buj e Federico Palumbo e a seguire, la presentazione ufficiale del Comitato e gli interventi di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, Giovanna Martelli, deputata di Sinistra Italiana, dei registi Magalí Buj e Federico Palumbo, di Olivier Turquet, Movimento Umanista, coordinatore della redazione italiana di Pressenza: “il documentario racconta il lavoro sociale della dirigente indigena Milagro Sala e della sua organizzazione a favore dei diseredati di una delle provincie più povere dell’Argentina. Milagro Sala è deputata del Parlasur e leader dell’organizzazione di quartiere Tupac Amaru.E’ detenuta dal 16 gennaio 2016 per aver manifestato pacificamente al fine di essere ricevuta, insieme a compagni dell’organizzazione, dal governatore di Jujuy, Gerardo Morales”. Ricorda il papa quando Milagro Sala andò in Vaticano e il rosario che le donò? Non basta purtroppo la preghiera.
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