Sono caucasico?

di Giorgio Chelidonio

Ricordo che Luigi guardando mia figlia Costanza, allora neonata, mi disse “è un misto caucasico”: solitamente in quelle occasioni ci si sente commentare “a chi assomiglia” ma lui aveva avuto (alla fine anni ’40 del secolo scorso) una formazione universitaria in antropologia. Invece, trent’anni fa, la mia libreria personale era scarsamente fornita e a malapena questo giudizio mi evocava concetti lombrosiani poco gradevoli. Per la verità possedevo già da diversi anni un tomo dal titolo oggi inquietante “L’origine delle razze” [LINK 1]: quelle 670 pagine, pubblicate negli Usa nel 1962 e tradotte in italiano solo nel 1970, mi erano state consigliate “come testo base” guarda caso proprio da Luigi. Oggi riaprendo quel volume, rimasto intonso per oltre 3 decenni leggo nell’introduzione le seguenti ragioni e contestualizzazioni, quanto mai storicizzate: «Nel 1933 fui invitato a rimaneggiare il trattato del professor W. Z. Ripley “The races of Europe” (Appleton &Co, 1899, New York). Il libro fu pubblicato nel 1939, dalla Macmillan Company. In quel periodo decisi di scrivere un’opera sulle “Razze del Mondo”. Per vent’anni, durante il periodo bellico e in pace, in patria e all’estero, raccolsi materiale a tale scopo. Nel 1956, grazie a un contratto con l’Air Force, girai il mondo per sette mesi, visitando Paesi che non avevo mai visto e mettendomi in contatto con antropologi fisici. Dal termine del viaggio ad ora sono stato occupato quasi esclusivamente alla stesura di questo libro».
Al quesito posto nel mio titolo rispondeva a pagina 623 de “
L’origine delle razze” [LINK 2] la seguente scheda: “Caucasoide: una delle 5 sottospecie umane viventi, comprendente la maggior parte degli europei, i Nordafricani, gli abitanti del Vicino Oriente, gli abitanti dell’India e del Pakistan e i colonizzatori oltreoceano di queste terre”. Ciò detto, evitando di guardarmi allo specchio con finalità craniometriche, ho provato ad estendere la domanda in rete ponendola come “caucasòidi o caucàsici?” trovando risposte che rimandano a “caucàsico” [LINK 3] definizione a sua volta scandita in: relativa all’omonimo gruppo linguistico o alle etnie (es. Armeni, Georgiani e Azeri) che abitano la regione montuosa del Caucaso o anche a “caucasoide”, cioè persona di “razza europoide”. Da almeno 2 decenni però, da quando cioè si è avviata la possibilità di analizzare il DNA contenuto in ossa umane fossili, lo studio delle origini evolutive dell’umanità si è focalizzato sempre meno sugli elementi dell’antropologia fisica, arrivando a risalire fino a circa 430.000 anni fa, corrispondenti al genoma (sia mitocondriale che nucleare) [LINK 4 e 5] di due individui i cui resti sono stati trovati nella grotta spagnola di Sima de Los Huesos [LINK 6]. Ma anche questo “aggiornamento evolutivo” è destinato ad essere soggetto a ulteriori scoperte e deduzioni. Ad esempio, il DNA di quei 2 paleo-spagnoli indica che avevano componenti genetiche tipiche dei Neanderthaliani, una popolazione che fino a pochi anni fa non si datava a prima di 150.000 anni fa, ma anche dei cosiddetti Denisoviani [LINK 7] un ramo del nostro cespuglio evolutivo sconosciuto prima del 2010, quando fu “scoperto” analizzando solo una falange rinvenuta nell’omonima grotta dei Monti Altai in Siberia. Insomma la complessità evolutiva del genere Homo [LINK 8] è sempre più intricata e intrigante, come ha recentemente indicato la recente datazione di Homo naledi [LINK 9] una popolazione sudafricana dotata di un mix di caratteri morfologici arcaici e “moderni” e che ancora viveva in Sudafrica fra 335 e 236.000 anni fa circa.
Le suddette interessantissime dubbiosità scientifiche non mi aiutano però a rispondere alla mia domanda iniziale: posso definirmi caucasico (o europoide)? Premesso che non ho alcun desiderio di visitare gli Usa, so che – semmai cambiassi idea – le pratiche da compilare prevedono anche la dichiarazione di etnia (definita ancora “razza” in alcuni Stati nordamericani) [LINK 10].  A questo proposito il loro censimento del 2000 distingueva (in termini di “razza” + “stato di nascita”) fra bianchi, afro-americani, “indiani americani”, indiani asiatici, cinesi, filippini, altri asiatici, giapponesi, coreani, vietnamiti, “nativi Hawaiani”, samoani e altri “isolani del Pacifico”. Ma i “bianchi” sono tutti europoidi, visto che antropologicamente includono anche nordafricani e levantini? In attesa che una maggior diffusione delle definizioni genomiche (basate cioè sul DNA) ci liberi di quelle antropometriche e dei razzismi storici su cui si sono basate, provo a sintetizzare un interessante articolo a firma di Yolanda Moses [LINK 11]. In breve: nonostante sia ovvio che dalle parole noi percepiamo il senso di quel che dovrebbero definire, “caucasico” non ha ormai valore scientifico. Dunque, perché continuare a usarla, come largamente fanno le istituzioni nord-americane? Tale definizione venne introdotta dall’anatomista Johann Friedrich Blumenbach (1775-1840) che propose la distinzione delle popolazioni umane in “
Caucasica” (o “razza bianca”, ritenendola quella originaria), Americana (o “razza rossa”), Malese (o “razza olivastra”), Mongola (o “razza gialla”) e Africana (o “razza negra”) [LINK 12]. Nonostante che queste sue distinzioni avessero una base craniometrica prevalente e che fossero state elaborate ben prima degli stessi princìpi dell’evoluzione darwiniana e della stessa genetica, esse furono internazionalmente condivise e applicate quasi fino alla metà del XX secolo. Interessante evidenziare perché Blumensbach avesse scelto i “bianchi-caucasici” come “razza originaria”: pare che durante un suo viaggio nel Caucaso sia stato colpito a tal punto dalla fisicità degli abitanti da definirli come “umanità ideale” perché gli unici creati a immagine divina. Oltretutto, nel 1790, la prima legge sull’acquisizione della cittadinanza Usa prevedeva che questa potesse essere acquisita solo da “bianchi, liberi e di buon carattere”. Queste furono le basi su cui, alla fine del XIX secolo, venne elaborata l’eugenetica [LINK 13], una pseudo-scienza (come il “darwinismo sociale”) che divideva i “caucasici” in Nordici, Alpini, Mediterranei e Ebrei (in quanto “semitici”, dunque su basi bibliche). Quest’ultimo termine venne usato solo dal 1781 per definire le lingue parlate dalle popolazioni che la Bibbia (Genesi 10, 21-31) faceva discendere da Sem, uno dei figli di Noé [LINK 14]. Solo successivamente tale definizione (razziale e teocratica) venne estesa alle popolazioni discendenti da chi aveva parlato quelle lingue antiche, dunque con valore etno-antropologico nullo o quasi.

Non mi resta che concludere con la frase attribuita a Nanni Moretti: “chi parla male, pensa male e vive male” [LINK 15].

 

Links

  1. Coon C.S., 1970: L’origine delle razze, Casa Ed. Valentino Bompiani & C., Milano.
  2. https://en.wikipedia.org/wiki/William_Z._Ripley : economista, per quarant’anni (1893-1933) fu docente alle Università di Harvard, della Columbia e al prestigioso M.I.T. I suoi scritti di antropologia razziale furono considerati fondamento accademico da studiosi di eugenetica e dai “white nationalist”, cioè dai nordamericani che sostenevano la supremazia etnica dei bianchi. Si tratta, purtroppo, di un razzismo culturale tuttora vivace negli U.S.A.: Stephen S.Bannon (https://it.wikipedia.org/wiki/Steve_Bannon ), dichiaratosi tale (https://www.nytimes.com/2016/11/22/world/americas/white-nationalism-explained.html?_r=0 ), è stato nominato da Donald Trump suo consigliere strategico, ma il 5 aprile scorso è stato rimosso dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale (https://it.wikipedia.org/wiki/Consiglio_per_la_Sicurezza_Nazionale ).
    Oggi il testo di Ripley viene considerato come “razzismo scientifico”, cioè un “non senso” poiché l’umanità attuale è, geneticamente parlando, l’unica specie del genere Homo sopravvissuta nelle ultime decine di millenni (
    http://pikaia.eu/alla-ricerca-delle-origini-dellhobbit/ ).
  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Caucasico > definizione riferita e 3 diversi significati: “abitante del Caucaso” (https://it.wikipedia.org/wiki/Caucaso), gruppo linguistico (https://it.wikipedia.org/wiki/Lingue_caucasiche) o definizione antropometrica (detta anche caucasoide o europoide (https://it.wikipedia.org/wiki/Europoide).
  4. https://it.wikipedia.org/wiki/DNA_mitocondriale (che si eredita in linea materna)
  5. https://bancadatidna.wordpress.com/cose-il-dna/ (che si eredita in uguale misura da entrambi i genitori)
  6. http://www.lescienze.it/news/2016/03/14/news/sima_de_los_huesos_uomo_di_neanderthal_denisova-3013536/
  7. https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_di_Denisova
  8. https://it.wikipedia.org/wiki/Homo
  9. http://www.lescienze.it/news/2017/05/09/news/nuovi_fossili_homo_naledi_sepoltura_-_link_-_embargo_h_9-3519279/ + http://www.lescienze.it/news/2017/05/13/news/homo_naledi_dubbi_problemi_evoluzione_umana-3526505/
  10. https://en.wikipedia.org/wiki/Race_and_ethnicity_in_the_United_States_Census
  1. http://www.sapiens.org/column/race/caucasian-terminology-origin/
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Johann_Friedrich_Blumenbach
  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Eugenetica
  4. http://www.treccani.it/enciclopedia/semiti/
  5. https://it.wikiquote.org/wiki/Palombella_rossa

IMMAGINI

IN ALTO: http://farm5.staticflickr.com/4140/4933641098_3945509cab_z.jpg maschi caucasoidi

QUI SOTTO: http://mitinstitut.at/wp-content/gallery/homininen/Homo-erectus1.jpg, è la foto di un visitatore del Natur Historisches Museum di Vienna che un congegno digitale trasforma in “formato Neanderthal”

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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