AMO (R.R.)

(Roba del Pabuda…)

amo radio radicale                                         

(e amare non è un verbo

che impiego senza faticare):

ogni mattina, mi legge con calma

più d’un giornale

quando non ho la forza

d’ingarbugliarmi nella carta.

amo radio radicale:

m’ha fatto scoprire

com’è complicato –

quand’è ben fatto –

il lavoro del parlamentare.

amo radio radicale:

volente o nolente,

mi fa ascoltare i ragionamenti –

non sempre odiosi, ma a molte volte sì –

dei miei nemici.

amo radio radicale:

abbiamo

– tra quelli proprio del cuore –

gli stessi amici:

sia come sia,

gli “sbattuti a marcire in galera”.

amo radio radicale:

senza fretta,

come piace a me,

la faccenda che racconta

la racconta tutta:

con quel che ci sta prima,

dietro e sotto:

certo, richiede tempo a vagonate:

ma è quello  che risparmio nelle mie giornate

facendo a meno di:

giocare con le app “regalate”,

confrontare i prezzi tra le migliori offerte,

smaltire sbornie tristi o allegre

e sorbirmi i sermoni dei superstiziosi

di ogni specie e varietà.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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