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di Pietro Ratto

Emunch

Per fartela breve, alla fine ho comprato un altro computer.

L’ho comprato su Internet. Ho fatto il bonifico e ho aspettato il corriere.

A dir la verità, l’ho aspettato piuttosto a lungo. Ogni tanto arrivava la mail che diceva che non mi avevano trovato in casa e che sarebbero ripassati. Andavo a controllare e sistematicamente scoprivo che quel giorno, a quell’ora, in casa io c’ero, eccome. Allora provavo a chiamare il loro numero verde, mi sorbivo le loro musichette elettroniche e le loro pubblicità, con la speranza di lamentarmi con qualcuno. Alla fine, dopo una serie di quarti d’ora ad attendere per non perdere la priorità acquisita, mettevo giù, rassegnandomi a continuare ad aspettare. Aspettare il corriere, aspettare l’operatore..

Poi il computer è arrivato. Il tipo è sceso dal furgone, mi ha mollato lo scatolone davanti al cancello e se n’è andato cristonando perché non gli era piaciuta la stradina che porta a casa mia.

Rientrato in casa, ci ho messo un po’ a capire come collegare tutte le diavolerie che venivano fuori dalla scatola, ma alla fine ce l’ho fatta. E quando l’ho acceso, sono rimasto basito.

La prima cosa che ho letto sul monitor era una richiesta di consenso. Della serie: o accetti una quintalata di condizioni più o meno incomprensibili, oppure mi spengo. Praticamente, avrei dovuto mettermi lì mezza giornata a leggere quella sfilza di regole a cui adeguarmi necessariamente, per poter continuare ad usare un apparecchio che mi ero pagato coi miei soldi. E se non accetto, cosa fai? Chi me li ridà i miei soldi?, mi sono detto. Alla fine, naturalmente, ho accettato. Anche se non so, esattamente, cosa io abbia accettato.

Poi, è stata la volta del mouse, quel cosetto di plastica che va tenuto in mano e che serve per andare in giro per il monitor con una freccetta e schiacciare su delle icone, che sono quelle figurine un po’ cazzute che servono per permetterti di schiacciare con la solita freccetta su altre figurine, e così via. Ecco, il mouse non si muoveva. Freccetta inchiodata, lucina spenta. Tutto bell’e che morto, insomma! Allora ho guardato sul manuale e, stampato piccolo piccolo, ho trovato un altro numero verde. La signorina elettronica che ha risposto mi ha gentilmente chiesto di attendere in linea per un po’. Poi ancora per un po’. Poi ancora un po’… Infine, mi ha detto che in pratica c’erano un po’ troppi idioti come me lì ad attendere, in quel momento, e mi ha pregato di richiamare più tardi. Io non ho accettato, risoluto a restare in attesa. Ma non è mica servito a nulla, perché la tipa mi ha messo il telefono in faccia e si è dileguata. La stessa cosa è accaduta altre tre volte, finché ho deciso di lasciar perdere, provando a cavarmela da solo. Dopo un po’, ho capito che avevo sbagliato buco, e ho infilato lo spinotto del mouse in quello giusto. Il cosetto di plastica, come d’incanto, si è animato, pulsando luminoso nelle mie mani.

Solo che non funzionava la connessione. E il fatto era che il mio computer s’impuntava, quasi fosse lui a comandare. Mi diceva: o ti connetti o non andiamo da nessuna parte. E la connessione non funzionava. Dopo averci studiato un po’, ho scovato in fondo allo schermo un’icona bellissima, tutta colorata, con su scritto: richiedi assistenza. Allora, con grande fiducia, l’ho schiacciata (pardon: ho cliccato.. No, non me lo accetta.. Ho clickato.. No, non lo accetta ancora.. Ho clikkato.. Niente da fare. Vabbè, l’ho schiacciata) ed è comparsa una pagina che, in caso di problemi di connessione, mi invitava a cercare assistenza su internet. Sentendomi preso un po’ in giro, ho allora composto l’ennesimo numero verde, ma questa volta è intervenuta immediatamente la voce elettronica della mia compagnia telefonica, avvisandomi premurosa che il numero risultava inesistente.

Mentre singhiozzavo disperato, col mento appoggiato alle mani, la connessione ha cominciato improvvisamente a funzionare. Così sono riuscito a completare l’installazione di tutte le varie diavolerie. Tra un passaggio e l’altro, però, ho dovuto ripetutamente dribblare insistenti e fastidiose richieste come: scarica l’app, digita il tuo numero di cellulare, crea un account, eccetera eccetera.

Al colmo dello stress, eccomi lì finalmente a navigare. Esperienza bellissima, davvero! Solo che non fai altro che rischiare di beccarti qualche virus o chiudere caterve di finestre (sai, quei riquadri pieni di pubblicità che per farli fuori devi rincorrere una x che fanno di tutto per nascondere. Quei quadretti infami che prova solo a sbagliar mira e a non beccare in pieno la suddetta x, e nel giro di qualche minuto ti trovi a casa di nuovo quello stronzo del corriere cristonante, con dieci confezioni da quattrocento di tampax con le ali, che per giunta gli devi pagare in contanti. Più spedizione. Più contrassegno..)

Alla fine, ho deciso di protestare. Echeccazzo! Possibile che non si possa disporre in pace del proprio computer? Ho provato a scrivere (anzi no: a digitare) su gugol qualche insulto indirizzato ai computer, e sono finito in un forum, bellissimo, di gente incazzata proprio come me.

Tutti con le stesse storie! Lo stesso corriere irascibile, le stesse signorine elettroniche che appendono il telefono in faccia alla gente, gli stessi problemi con le x che saltano da un pixel all’altro e gli stessi virus. Bellissimo, davvero!

Ora sono proprio soddisfatto. Tutte le volte che mi girano le scatole mi butto in quel forum e mi sfogo. E’ un posto incredibile, quello. Si mandano affanculo tutti, dalla mattina alla sera. Puoi insultare chiunque come vuoi, basta che eviti le lettere maiuscole perché in quel caso si offendono a morte.. Se la prendono proprio, per le maiuscole, non c’è che dire! Ma per il resto.. Aleeé!

Tutte le volte che entri, ti chiedono subito come stai. E a quel punto, a seconda di cosa rispondi, ti permettono di scegliere! Non è incredibile? Lì puoi scegliere davvero, liberamente!

Sei un po’ arrabbiato? Loro, subito, ti mollano una faccina così:Glicer1

Oppure, se quel giorno ti senti un po’ triste, eccoti servito con questa:Glicer2

Quando proprio ti girano le balle, puoi andare in giro per il forum così:Glicer3

Ed è tutto gratis, non devi mica pagare nulla! Che soddisfazione!

Certo, tutte le volte che provi a scherzare, o ci infili subito una Glicer4oppure nessuno capisce. Al limite possono anche bastare i due punti con la parentesi; o il punto e virgola.. Devi fare così, dammi retta: infilaci qualche faccina ebete, perché se no non ride nessuno, alle tue battute. D’altra parte, è tutto un mondo così affascinante, quello delle faccine! C’è gente che si è specializzata: riesce a far faccine quasi con ogni carattere. Parentesi quadre, virgolette, apici, trattini.. Ma quelle son doti di natura, niente da fare.. io mica ci riesco.

Nei forum c’è tutta un’umanità! E mica solo per lamentarsi dei computer, eh? No. Ci sono forum contro i vigili, contro i politici, contro i dentisti.. E milioni, miliardi di faccine per tutti!

Quello che conta, in fin dei conti, è che così ho smesso di soffrire. Tutte le volte che sto per incazzarmi, indosso subito la mia faccina, così si arrabbia lei e io smetto di telefonare a tutti quei numeri verdi. E di farmi il sangue marcio.

Per me ‘ste faccine sono un’invenzione fantastica. Dovrebbero inventare un modo per permetterci di portarcele dietro sempre. In coda al semaforo, a scuola, in fabbrica.. La gente smetterebbe di protestare, di lamentarsi continuamente. Vai con la faccina di turno, e tutto si risolve!

Non ci sarebbe nemmeno più l’imbarazzo, che so.. di dire a una tipa che ti sei innamorato di lei. Basterebbe sfoderare una cosa così: Glicer5..Non è bellissimo? Daiii!

Eh, sì. Sono convinto che potremmo presto anche smettere di andare a votare, qualora dovesse ripresentarsene mai l’eventualità. Una faccina di sinistra, o una di destra, e si smetterebbe tutti di litigare. Altro che spender soldi ad allestire seggi elettorali! Faccine, faccine ovunque!

Ora ti saluto, però, perché ha citofonato il corriere. Non mi ricordo se ho chiuso bene quella finestra che a soli mille euro mi vendeva dieci chili di supposte…

.. Alla glicerina. Glicer6

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Pietro Ratto è su Facebook e su Twitter. Qui, tutti i suoi scritti “in Bottega” ed una sua biografia

Pietro Ratto
Nato nel 1965, si è laureato in Filosofia ed Informatica nel 1990 con una tesi in Intelligenza Artificiale. Dal 1995 è iscritto all'Albo dei Giornalisti. Professore di Filosofia, Psicologia e Storia, ha vinto diversi Premi letterari di Narrativa e di Giornalismo. Collabora saltuariamente con il quotidiano La Stampa e gestisce i siti "BoscoCeduo" (www.boscoceduo.it) e "IN-CONTRO/STORIA" (www.incontrostoria.it).
Le sue pagine Facebook e Twitter intitolate "BoscoCeduo" sono quotidianamente frequentate da centinaia di docenti ed alunni italiani.

I suoi libri:
- P. Ratto, "Le pagine strappate", Elmi's World, 2014
- P. Ratto, "La Passeggiata al Tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant", Leucotea, 2014
- P. Ratto, "Il Gioco dell'Oca", Prospettiva editrice, 2015
- P. Ratto, "I Rothschild e gli altri", Arianna editrice, 2015

Pietro Ratto è anche musicista. E' stato infatti fondatore e leader del gruppo di rock progressivo ATON'S (vedi http://www.atons.it oppure, su Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Aton's), uno dei riferimenti più importanti del neo-progressive italiano a livello internazionale, dal 1977 al 1999, con una decina di album all'attivo.

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