A Giorgia Meloni, sulla marijuana

 

di Saverio Tommasi (*)

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       «Mentre la disoccupazione giovanile continua a crescere e arriva al 40,7% e oltre 4 milioni di italiani sono in povertà assoluta, 220 tra parlamentari e membri del Governo pensano alla legalizzazione della cannabis. In pratica, siccome ai giovani non sono in grado di garantire un lavoro, gli propongono di farsi una bella canna, così non ci pensano». È quanto scrive su Facebook la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

cara Giorgia Meloni, ti racconto una storia.

La storia parte da mia zia, o qualcosa del genere, che sta morendo per un tumore non operabile. Una di quelle robe bastarde che ti scioglie la carne fino a che il tumore arriverà a una grossa vena, e quando toccherà quella probabilmente morirà dissanguata. In quel momento avrà solo il tempo di chiamare per dire “ciao”, o forse no. In ogni caso non penso che chiamerà, perché ci ha già salutato, la testa le funziona e le funziona bene.

Mia zia fino a qualche tempo fa camminava eretta e fiera. Il marito era stato partigiano e sì aveva ben motivo di camminare a schiena dritta, mia zia. Ma camminava eretta anche perché poteva farlo, poi ha iniziato ad accartocciarsi. Oggi passa le giornate appoggiata al tavolo di cucina, poi appoggiata allo schienale della poltrona, poi di nuovo appoggiata al tavolo di cucina. Non può sedersi, mia zia. E quando si distende, urla dal dolore. Mia zia usa la morfina. Le ho proposto di provare un po’ di marijuana, avevo visto l’effetto straordinario su diversi pazienti, mia zia ha accettato. Le avrebbe potuto ridare un po’ di appetito, la marijuana, alleviare il dolore, rilassarle i muscoli, tirarle su lo spirito.

Teoricamente, in questi casi, è possibile fare una richiesta medica. Per il tipo di tumore che ha lei però la richiesta non sarebbe stata abbastanza veloce, perciò non l’abbiamo fatta. Stava a me, a questo punto, cercarle qualche grammo d’erba e poi prepararle una tisana, oppure insegnarle come si usa un vaporizzatore, o magari mettergliela in qualche dolcetto, anche se in questo caso è più difficile controllarne l’effetto.

Non l’ho trovata, cara Giorgia. Non sono stato in grado, sentendo amici e conoscenti, di trovare qualche grammo d’erba che non fosse trattata, con chissà cosa e chissà come, dallo spacciatore all’angolo. Cercavo qualche grammo d’erba buona per i dolori di mia zia, ma purtroppo per colpa di certe visioni bigotte, impaurite e stupide, l’erba non l’ho trovata, e mia zia non riesce a sedersi.

Cara Giorgia, la disoccupazione giovanile è un tema di un’importanza assoluta ma contrapporlo alla necessità di legalizzare la marijuana, sarebbe come tentare di contrapporre la povertà italiana alla necessità dell’accoglienza per chi scappa dalla guerra o dalla fame. Che a pensarci bene, infatti, è proprio quello che tu fai ogni giorno.

Pensaci, Giorgia. Ci sono cose che valgono di più di un pugno di voti di gente impaurita, ad esempio la dignità.

Saluti da me e da mia zia.

(*) Attore, scrittore, regista, blogger, Saverio Tommasi – spesso qui in bottega – è nato a Firenze e ama raccontare storie. Questo suo articolo è ripreso da Comune Info.

 

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