«Venti contrari», capolavoro di Is Mascareddas

quando anche i pupazzi hanno un’anima – di Alfonso Cipolla

(con una noticina – in jazz – di db)

 

Diciamolo subito, “Venti contrari” della compagnia Is Mascareddas è un capolavoro. È un vertice del teatro di figura italiano. Difficile trovare qualcosa di simile per intelligenza, concezione teatrale, capacità evocativa, bellezza delle figure e profondità di pensiero. È un teatro d’arte che muove da una sensibilità straordinaria maturata in decenni di dedizione a un teatro a volte ingrato – per difficoltà di visibilità, riconoscimento e distribuzione – ma dal fascino irresistibile. Un teatro concepito dalla compagnia come costante superamento e banco di prova.
Qui il teatro è davvero dare “anima” alle figure, che non vuol dire dare loro movimento, ma far percepire una vita e un vissuto reale, dove il presente della scena rimanda a un prima e a un dopo.

La Sardegna, da dove provengono e operano Donatella Pau e Tonino Murru de Is Mascareddas, non possiede una tradizione di marionette e burattini: un limite e una forza che ha spinto i due artisti a rintracciare in quella loro terra radici e suggestioni possibili. Nella loro ricerca si sono imbattute nelle sorelle Giuseppina e Albina Coroneo, ideatrici di pupazzi in panno, ma meglio sarebbe chiamarle scultrici, che nell’immediato dopoguerra abbandonano la tradizione folcloristica sarda per ricrearla in un rarefatto lirismo fatto di attesa e di desolazione.
Quelle creature, impregnate di un potente realismo, sono ora diventate teatro, specchio della condizione umana residua dopo una catastrofe o una guerra. Ma non basta, vanno oltre, si trasformano in veicolo e viatico per fare immergere gli spettatori in una dimensione atemporale di sospensione, per auscultare la solitudine, la vecchiaia, la disperazione, l’attesa senza scampo.

Il pubblico è collocato a ridosso dello spazio scenico: un grande quadrato di terra riarsa dove l’immobilità delle figure sembra sfidare la tenacia della roccia e dell’ulivo. Basta un minimo movimento per far deflagrare la vita, per trasportare in situazioni, per essere testimoni e attori ad un tempo. I personaggi disseminati nella scena incarnano un attimo estremo, un dramma, che pare eterno e pur sempre rinnovato, in una ciclicità che è sfida senza vincita. A condurre la scansione di un tempo non-tempo sono due animatrici – anche loro in attesa ai lati della scena – quali vestali di un rito ipnotico e lancinante, di una tale tragicità che entra nella pelle e si radica feroce nell’immaginazione. Non c’è catarsi, ma solo sgomento.
Grande spettacolo, che fa propri echi di Kantor e di Beckett, distillati attraverso una poetica rigorosissima di un nitore abbagliante.
L’unico vero rammarico è che questo tesoro sia destinato a non essere visto: poche repliche ha fatto e forse più nessuna ne farà: per disattenzione, supponenza e pregiudizio. Il teatro “ufficiale” non si accorgerà mai dell’esistenza di questo – lo ripeto – capolavoro che meriterebbe invece di ricevere tutti i massimi riconoscimenti possibili.

Per chi volesse tuffarsi in extremis nel mondo artistico de Is Mascareddas si segnala fino al 7 ottobre la seducente mostra di Donatella Pau Impensamentadas (ovvero “pensierose” in sardo). Nella Caffetteria della Casa del Teatro Ragazzi è stato ricavato un antro immerso nella penombra dove sono esposti busti e ritratti femminili al pari di frammenti di antiche madonne lignee o di “conocchie” di sante. Entrare lì dentro, possibilmente nella solitudine, è davvero un tuffo in un mondo parallelo. Quelle sculture sono figure mute eppure pronte a parlare, a disvelare la storia che custodiscono, per uno spettacolo che può solo consumarsi nella mente. Non a caso il sottotitolo dell’esposizione è “ognuna ha la sua vita”. Un autentico incantamento.

“Venti contrari. Omaggio a Giuseppina e Albina Coroneo”, compagnia Is Mascareddas; animazione Donatella Pau e Cristina e Papanikas, musiche originali Tomasella Calvisi, progetto costumi e scene, scultura e pittura figure Donatella Pau, costruzione scene e figure Antonio Murru, Donatella Pau, Fabio Atzeni, disegno luci  Loic Hamelin.

Visto alla casa del Teatro Ragazzi per la XXIV edizione di Incanti, festival internazionale di teatro di figura.

da qui

QUI alcune interessanti recensioni di qualche anno fa

 

NOTICINA IN JAZZ

Alfonso Cipolla (che non conosco) ha ragione: «Is Mascareddas» (che conosco quasi dalla culla) regala tesori. Non ho visto «Venti contrari» – ma spero di vederlo in primavera quando sbarcherà di nuovo in “continente” – ma ci sono altri tesori, altre storie che vale raccontare, recuperare, sperando che qualche rassegna – attenta al teatro di figura – voglia farne dono. Di un tesoro vorrei parlare in bottega il 15 dicembre: si intitola «Una notte in Tunisia, conversando di jazz con Bernard Weller» ed è del lontano 1987. «Perchè il 15 dicembre?» si chiederà “Coso il curioso”. Beh, lo saprete il 15 dicembre… ma forse chi è appassionato di jazz sente ronzare qualcosa: un luogo nell’aria? un uccello? una musica nuova? [db]

 

Redazione
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3 commenti

  • Cesare Giombetti

    Mi pare di conoscere costoro…. 😉

  • Massimo ruggeri

    Ipnotico trailer, promettente e innovativa forma di teatro animato con echi arcaico isolani ma ne l’articolo non compare un riferimento geografico temporale: dove come quando poter assistere a questo portento?

    • A Sassari il 28 Ottobre alle 21,30 Sala Concerti Teatro Verdi -Festival Marosi di mutezza organizzato da Meridiano Zero- poi a Monserrato a dicembre (data da definire )

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