A proposito di violenza

di Barbara Romagnoli

1) A proposito di quel che dice la banda dei 5 qui

http://danielebarbieri.wordpress.com/2011/10/22/oltre-il-15-ottobre-noi-e-loro-ma-noi-chi/

Alla domanda “noi e loro? Ma noi chi?”, rispondo che ho imparato dal femminismo a posizionarmi in questo mondo e in questa politica. Per quanto mi riguarda il noi dovrebbe essere il noi che condivide un progetto politico di cambiamento. Certo da qualche anno a questa parte faccio sempre più fatica a individuarne uno e non potendo procedere per appartenenza procedo per esclusione, per fare qualche esempio non ho nessuna intenzione di lavorare con Renzi e i rottamatori, mi sembrano più vecchi di chi vogliono sostituire, nè ho molto in comune con i grillini, per me questi personaggi sono un “loro” da cui prendere le distanze. Allo stesso modo non ho granchè in comune con chi mi ha impedito con la forza di fare il corteo come avevo voglia di farlo io, che sono notoriamente incazzata e indignata con questo sistema di vita.

Al contrario se loro avessero, meno vigliaccamente, dato l’assalto ai palazzi del potere noi li avrei certo fermati nè denunciati alla polizia.

Per cui esiste un io e un loro e non capisco perché a rimetterci in tutti sensi sono io e non loro. Discorso egoistico? Al loro individualismo “faccio come mi pare e non provare a fermarmi” necessariamente contrappongo il mio. E registro che adesso la repressione in tutte le sue forme riguarda più me che loro.

Continuo a pensare che il desiderio sia sovversivo e leva del cambiamento, ma non sono convinta come i postmoderni che esistano solo le interpretazioni e non i fatti. Il fatto del 15 ottobre è che dentro il movimento un corpo militare compatto e violento ha impedito a un numero consistente di altri corpi di manifestare (non dimentichiamo che un pezzo di corteo non si è accorto di nulla). È o non è un fatto grave? O bisogna interpretarlo come un corpo impazzito? Rispetto al sistema o rispetto a noi?

2) A proposito di quel che dice Caminiti e di quanto scrive qui

http://danielebarbieri.wordpress.com/2011/10/26/nelle-nostre-attorcigliate-viscere/

Sono d’accordo quando dice che i cosiddetti “incolti, brutali, rozzi, prezzolati, criminali, teppisti, dementi, sfascisti, populisti, nemici, neri etc etc sono nelle nostre attorcigliate viscere”. È vero e a quell’elenco di aggettivi ne aggiungerei uno per me più discriminante, sono soprattutto degli individualisti. E ne faccio volentieri a meno, vorrei ripulirmi un po’ le viscere non per perbenismo ma per puro posizionamente politico. Non ho nessuna intenzione di dividere fra buoni e cattivi, così come il 15 febbraio scorso fui contraria a distinguere donne per bene e donne per male, ma un’idea di come trasformare questo mondo io ce l’avrei e se faccio delle lotte non le faccio solo per il mio piccolo orto. Loro, i neri del 15, non mi hanno finora detto nulla in proposito e, a voler rimanere dentro la loro logica militare, maschilista e testosteronica non hanno neanche rispettano i patti, come si fa tra uomini virili che io sappia. Sapevano che noi 300mila volevamo fare una assemblea in piazza, invece a un certo punto hanno detto che i patti erano altri, come qualcuno ha detto anche dal camion di san precario, più o meno a viale Manzoni.

Questo non significa che non comprendo il loro disagio, la loro rabbia, la loro violenza, Però vorrei che sapessero che – volendo – il loro disagio, la loro rabbia e violenza è anche la mia, ho solo scelto di esprimerla in altri modi e come mi incazzerei se la polizia mi caricasse a mani alzate mi incazzo se loro mi impediscono di esprimermi come meglio credo o desidero.

E sono un po’ stufa di chi utilizza l’alibi del mondo che è cattivo o semplicemente per noia borghese spacca la vetrine. Come dice una protagonista del film di Sorrentino con Sean Penn, si comincia a fumare quando si diventa adulti, solo i bambini non hanno desiderio di fumare.

Ecco vorrei un movimento che cominciasse a fumare e non solo giocasse a guardie e ladri. A proposito di guardie, che non ho alcun intenzione o interesse a difendere, loro fanno il loro mestiere per cui non mi stupisce nè il carosello nè l’infiltrato di turno, un po’ di più lo sgomento dei celerini in via Labicana che non sapevano che fare perché i loro capi avevano predisposto un’altra tattica. Lo dico non tanto per rievocare Pasolini ma per dire che a me quello che fa la polizia interessa relativamente, vorrei capire cosa facciamo noi e su questo sono d’accordo con Euli che se non sbaglio su “Carta” ha fatto proposte concrete.

Sempre sulla scia degli aggettivi che tanto disturbano Caminiti (a cui voglio sempre bene) c’è anche una interessante osservazione fatta da Anna Maria Rivera, con la quale invece non sempre concordo, che dice come il gesto di distruggere la madonna “racconta anzitutto di un certo analfabetismo, politico e non solo, tale da impedire perfino di scegliere bersagli simbolicamente adeguati a quel che si vuol esprimere col proprio gesto violento”.

3) A proposito di quanto dice Monica Lanfranco qui

http://danielebarbieri.wordpress.com/2011/10/25/violenza/

D’accordo con lei e Audre Lorde che non si può “smantellare la casa del padrone se si usano gli stessi attrezzi del padrone” però – come altre volte ho discusso con lei – non credo che la violenza è violenza e che non si possa distinguere fra chi la usa come abuso di potere e chi per difendersi.

Personalmente, pur partendo da una riflessione e una indole nonviolenta, non escludo che possa farne uso, a volte ne usiamo tanta a parole anche non consciamente.

Resta il problema delle pratiche diverse e del rispetto reciproco se si vuole condividere se non una rivoluzione almeno una ribellione costruttiva.

Altrimenti ognuno si faccia carico della propria isoletta e viva felice e contento.

E se quelle persone son tornate felici a casa dopo aver spaccato tutto, devo essere felice anche io?

4) A proposito dei comunicati post 15 o delle voci dal movimento che in qualche modo hanno dato il “la” al movimento indignato in Italia…

Diciamo che non ne posso più dei leaderini alla Raparelli che quando parlano in tv li capiamo in 4 escluse anche le loro mamme o di formule che minimizzano (vedi comunicato Global Project che parla di pochi violenti, a me uno spezzone interno al corteo di 300 persone in via Labicana non pare poca roba) o quelli che rimandano sempre al nemico esterno, che va cmq tenuto molto sotto controllo e denunciato sempre nelle sue scorrettezze, una fra tante gli articoli di Imarisio sul Corriere sulla Val Susa, ma non è possibile non fare mai i conti con quello che accade dentro il movimento, chi lo guida, chi lo rappresenta e soprattuto chi rappresenta.

E se c’è qualcosa che non va al nostro interno non voglio essere così buona come le amiche di bologna [http://www.zeroviolenzadonne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=15965:nuda-e-illegale-contro-il-capitale&catid=193&Itemid=0] con le quali concordo in tutto tranne quando scrivono che dovremmo farci carico anche della violenza espressa dai neri o chiamateli come vi pare.

Sinceramente ho da farmi carico dalla mia violenza e di quella che subisco quotidianamente, mi basta e mi avanza. Ma sono d’accordo con loro che non basta il perbenismo di chi dice categoricamente “noi siamo altro dalla violenza”. Io non sono altro dalla violenza in generale, sono altro dalla violenza espressa dai quei “blocchi” in quel modo e da loro, come da altri, prendo nettamente le distanze.

UNA BREVE NOTA

Come vedete, a distanza di due settimane, la discussione nata dopo le violenze del 15 ottobre continua. Non sempre ci troviamo d’accordo ma almeno proviamo a capirci. Quel che più interessa è forse l’occhio di tutte/i rivolto al futuro. L’articolo di Euli, al quale Barbara fa riferimento, e un suo successivo commento sono qui in blog. Sia domani sera che dopodomani sono previsti altri interventi su questo groviglio di questioni. (db)

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

14 commenti

  • Sì, sì… non condivido tutto, eh, ma ho letto parole sensate… e senza moralismi da malintesa nonviolenza … un passo avanti, certamente.

  • Nell’intervenire ancora una volta nella discussione credo opportuno fare un passo indietro e fissare alcuni punti fermi:
    a) “Niente nemici a sinistra”: è il principio che non bisognerebbe mai dimenticare (il che non esclude prese di distanza e critiche anche molto aspre)
    b) mai fare del moralismo sul comportamento delle masse, o anche di avanguardie ristrette. La masse sbagliano come gli individui, ma a differenza degli individui producono, con la loro azione, effetti che, se analizzati attentamente, sono di grande insegnamento. Partire dal moralismo è nefasto perché produce giudizi invece che analisi politica, portando alla divisione e alla sfiducia
    c) Le forme di lotta non sono predeterminabili. Dipendono dalle circostanze, dagli obiettivi che ci si è posti, dall’analisi sulle intenzioni dell’avversario, dalla maturità del movimento, dai rapporti di forza constatabili nella preparazione e nello svolgimento stesso dell’azione
    d) Non ci si deve precludere nessuna strada, ma neppure mitizzarne una. E’ sbagliato rinunciare aprioristicamente a determinate forma di lotta (non certo rinunciarvi perché spaicciono ai media, ai politicanti d’accatto che pretendono di rappresentarci, agli avversari). E’ giusto considerare come prevalenti e irrununciabili quelle che ci si può ritagliare all’interno della democrazia borghese (forzandone un po’ i limiti)
    e) In ogni iniziativa avere sempre ben presenti gli obiettivi, le tappe e gli strumenti, insieme alle conseguenze delle proprie azioni. Un minimo di previsione sugli effetti che si possono produrre è vitale per non incorrere in infortuni
    e) Mai mentire alle masse e perciò stesso mai mentire a se stessi, con la conseguenza poi di raccontare favole alle masse. Sono stati in molti, il 15 ottobre, a farlo. Sia tra i partecipanti allo scontro, sia tra coloro che se ne sono stati ai margini, sia tra coloro che hanno preso le distanze. Non era forse da mettere in conto l’esplodere della rabbia popolare, i cui bisogni non trovano alcuna sponda istituzionale a rappresentarli? Teniamone conto, per piacere.
    Non raccontiamoci frottole, dunque; non condanniamo nessuno, non vantiamoci di nulla. Il 15 ottobre ha rappresentato una fuga in avanti che solo la debolezza dell’attuale governo ha impedito che producesse contraccolpi più gravi. Bisogna solo rimboccarsi le maniche e fare finalmente quello che per troppi anni non abbiamo saputo fare.
    mam

  • Una aggiunta tardiva, per meglio esplicitare: l’esame attento della situazione imponeva di prevedere che qualcosa avrebbe potuto succedere. Da qui la necessità di assumere misure adatte a limitarne gli effetti, di impedire almeno certi eccessi (bruciare le macchine della povera gente non mi sembra in ogni caso una azione corretta).
    Questa necessità mette in crisi le posizioni non violente a oltranza. Non si può espungere la violenza da una società iperviolenta.
    mam

  • Io continuo ad affermare che, dato che c’ero e centinaia di Compagni incappucciati(non P2 P3 ne P4) giovani, e non incappucciati ne cascati(ci conoscono da 40 anni e ci prendono il DNA se respiriamo) che mi conoscono molto piu che bene oltre alle foto possono testimoniarlo,tranne Onig e pochi altri,al corteo di coloro che qui scrivono non c’era quasi nessuno. PERCHE’? perchè chi continua a scirvere di trecento 500,mille distruttori della civilta bancaria,non c’era o lo dimostri che eravamo migliaia e migliaia a fronteggiare i caroselli assassini e criminali dei soldatini di piombo(a proposito chi si lecca le labbra con Pier Paolo Pasoini lo legga e si informi che chiese scusa al movimento degli studenti e degli operai(siete ignorante(e femminile) perchè io sono un tecnico(anche se ho una libreria) voi che vi spacciate per intelletuale(plurale femminile) dovreste conoscere e non contar balle a chi a voi si affida. Non c’eravate e se c’eravate guardavate da un’altra parte. Daniele Barbieri perdonami,ma con queste disumane (le mie Compagne di Genova Torino Roma di piu di 50 anni han sputato in faccia alle regazzine con le bandierine rifondarole che ci gridavan fascisti…(uuuuuaaaah fascista a me… a noi…)non voglio piu avere(come ti avevo annunciato) piu avere a che fare. Fate l’Amore,non le infami. Marco Pacifici.

  • Alcune puntualizzazioni, Marco, se me lo concedi. In amicizia e stima. Se lo concedi a quasi un settantenne che alla manifestazione non c’era.
    La prima: neppure per scherzo si può parlare di civiltà bancaria – le banche sono il cancro che sta consumando la società. Ma su questo, sono sicuro, non è neppure immaginabile l’esistenza di posizioni diverse tra di noi.
    La seconda: non credo che si possa distinguere, a proposito del prendere posizioni su fatti politici (e in filosofia) tra intellettuali e non. Tra tecnici e non. Contano gli argomenti che ognuno mette sul tavolo, non gli strumenti attraverso il quale vengono elaborati. Essere intellettuali è un handicap che bisogna comprendere, non stigmatizzare. L’intellettuale va aiutato, non scoraggiato. L’intellettuale “riformato” può fornire preziosi sussidi allo sviluppo delle lotte. Basta non permettergli di prendere il sopravvento
    La terza: male, malissimo sputare in faccia alle ragazzine, rifondarole o meno. Sputare in faccia a nessuno, men che meno alle ragazzine. La ragazzine vanno aiutate a capire, aiutate a crescere. Non importa se ti chiamano fascista, bisogna avvicinarle e argomentare. Avvicinarle e argomentare. Avvicinarle e argomentare ecc. ecc. Che colpa ne hanno loro se sono cresciute in un società che il massimo che è stata capace di offrire è il cretinismo parlamentare di Rifondazione? Bisogna avere pazienza, molta pazienza. Tenendo anche presente che parlare alla ragazzine non è così difficile come parlare agli intellettuali.
    Concludo ricordando la famosa affermazione di un famoso politico (questo sì politico) del passato che sosteneva “niente nemici a sinistra”. Aggiungo: niente nemici tra le ragazzine. Ma saperle avvicinare le mille volte e mille volte argomentare.
    Evviva i librai!

  • Sia chiaro: nessuno ha il diritto di abbandonare a se stesse le ragazzine che gridano fascista e non sanno cosa vuol dire, mai conosciuto il manganello fascista, la furia fascista, l’odiosa prevaricazione fascista.
    Abbandonarle a se stesse equivale a abbandonarle all’ultramoderatismo dell’attuale sinistra, al nullismo dei Bersani, Veltroni, D’Alema, alla socialdemocrazia “avanzata” di Vendola, agli opporunismi di Di Pietro. Intervenire per chiarire è una dovere, non una facoltà.
    Ma come, chiedo a tutti, sono appena venute al mondo e già le si sputa in faccia, senza dar loro tempo di crescere, di rendersi conto che sono vive, che possono aspirare a ben altro che a un contentino da parte della borghesia?
    La forza di una posizione non è mai muscolare, ma si regge sulla capacità di persuadere e sulla perseveranza nell’attività di persuadere.
    mam

  • Voglio bene a Marco (anche quando non sono d’accordo con lui) e so la sua sincerità. Però lo invito ad aumentare, aumentare e aumentare gli sforzi per comunicare fra noi, per capire se possiamo risolvere qualcuna delle nostre laceranti contraddizioni: siccome Barbara non è un infame (tutt’altro, è persona meravigliosa anche per coerenza di vita) e siccome anche io, come scrive Mam qui sopra, credo che la forza di una posizione non sia mai muscolare diamoci dignità reciproca anche nei disaccordi e verifichiamo se le prossime volte possiamo lottare (e magari cantare, discutere, ridere, distruggere, costruire…) insieme oppure se ci dividiamo e in base a cosa.
    Soprattutto la discussione continua e io cercherei (come ha fatto Barbara e mi pare suggeriva anche Gino) di tener conto del quadro generale, di guardare più al futuro che al 15 ottobre. Stasera in blog c’è un lungo intervento di Emmemme, poi ho visto che anche Enrico Euli ha mandato appunti (appena posso, li “posto”), poi sto finendo di trascrivere gli appunti di un db+2… Insomma si prosegue, non verso una soluzione (oh noooooo) ma verso un po’ di sintesi (oh sììììììì) e verso proposte, d’accordo propostine o propostucce, propostuncoline va.
    db, di fretta tanto per cambiare

  • Sì, ad un certo punto la discussione dovrebbe spostarsi sul come organizzarsi per il futuro, sul “che fare” … e spero che il che fare non debba prendere in considerazione l’idea di doversi difendere dagli attacchi dei “sinistri” funzionali al potere … speranza vana, lo so…

  • Ricordate cosa avevo scritto dopo il mio primo commento? Provochescion for Revoluscion. Strafelice che la mia provocazione appositamente cattivissima (gli sputi in faccia non certo da parte mia ,specificavo da Compagne di Genova Roma e Torino con anni di carcere, eroina(non loro ma dei loro cuccioli e cucciole),lotte nei vicoli e nelle baracche).Chi mi conosce ricorda anche che con mia madre Grazia Gentili andavo a far la vedetta a trastevere dove si usava il metodo Karman(aspirazione non invasiva),la fortuna grande di una madre ed un padre comunisti Libertari che mi han insegnato con il loro esempio e non a chiacchiere il rispetto:se mi trovassi di fronte flavia perina,se non altro complice se non esecutrice dell’assassinio del mio fratellino Compagno Walter Rossi(viveva a 50 metri da casa dei miei a via dei Giornalisti) non riuscirei,per educazione e storia ed esperienze neanche a sfiorarla con un dito(e odio lei come tutti quei criminali che assassinavano vigliaccamente i nostri “ragazzini e ragazzine”). Intellettuale… bene si,obtorto collo ma non posso fare a meno di considerarmi un intellettuale se non altro per aver scritto( qui c’è anche qualcun’altro che con me l’ha fatto) “La strage di stato” e decine di altre cose di controinformazione,son figlio di Averardo uno dei creatori dell’ASTROLABIO E STAMPA ALTERNATIVA ,ma amo definirmi(son presuntuoso) un Delinquente Solidale, White Bloc. Per infame non intendevo certo la persona in se,non ricordo se ci conosciamo dal vero con Barbara Romagnoli,ma spesso mi son complimentato con i suoi scritti,quanto questo quasi perverso godimento scatenato in rete di inviare filmati e foto ed altro dei cattivi Brikke Brokke. Eppoi voglio,proprio per il mio rispetto verso tutti i generi,sfatare che se sei donna hai piu ragione di un uomo,anche perchè io son PANSESSUALE e quindi avrei sempre torto…hehehehe fatica anche per me decifrare questo mio ennesimo delirio… Se non riusciamo a tenerci per mano noi dopo 60 (o giu di li) anni di lotte,allora tutto è finito. io senza NOI non sono nulla. Marco.

  • Dimenticavo:evviva i librai,ma anche gli enologi e tutti coloro che con il loro altro lavoro riescono ancora a tenere aperte librerie indipendenti. VI AMO.

  • Caro Marco, alla manifestazione c’ero e non ho guardato da un’altra parte.
    Non mi pare che ci conosciamo personalmente, siamo entrati in contatto tramite Daniele, ma non è certo questo un problema. Ho scambi proficui con tantissime persone che non conosco direttamente. Le tue modalità non sono proprio concilianti per andare oltre e pensare ad un futuro con un “noi” più forte nei contenuti e nelle pratiche per cambiare tutto quello che di questo mondo non ci piace. Il corteo che voleva arrivare in san giovanni e fare una assemblea aperta per discutere proprio di questi contenuti era composto da oltre 300mila persone e voi non eravate migliaglia di migliaia a fronteggiare i caroselli, certo a quel punto eravate di più dello spezzone dentro il corteo, ma non esageriamo. Che altro aggiungere? Se le tue amiche vogliono continuare a sputare alle ragazzine che lo facessero, ma non tiriamo in ballo carcere&eroina please e a me tutto sembra tranne che un modo per cambiare il mondo in meglio.

  • In merito agli sputi non ho mai dubitato di te, Marco. Nemmeno per un secondo. Se qualcuno ha dubitato è perché non ha letto con attenzione ciò che scrivi.
    Quello di cui parliamo una volta venivano chiamate contraddizioni in mezzo al popolo. Contrasti di gente che ne ha passate tante con ragazzine che non vorrebbero passarne altrettante.
    Qualcuno però poteva dedurne un atteggiamento settario rispetto ai “ritardi” delle masse, una posizione “avanguardistica” da parte di chi ha esperienza e ritiene anche di avere ragione, rispetto a chi si affaccia alla vita pieno di buona volontà e molte illusioni.
    Il nostro dovere, dovere di anziani, non è di avere ragione, o di sbandierare le nostre ragioni, ma di fare di tutto per riuscire a mettere a disposizione la nostra esperienza. Che la prendano, ne facciano l’uso che vogliono. Loro è il futuro. Loro i guai per gli errori che faranno, i frutti per le cose buone che combineranno. Noi non saremo là per rimproverare, né per elogiare. Come non siamo qui oggi per fare la stessa cosa. Siamo qui, a loro disposizione.
    L’unica è che essendo sulla stessa barca e vedendo la prospettiva degli anni diminuire vorremmo veder crescere qualcosa di concreto che ci dia maggiore speranza per l’avvenire.
    Guai però a assumere l’atteggiamento dei maestri, di coloro che hanno la verità in tasca. Cerchiamola insieme la verità. Cerchiamo insieme le vie per rifondare il movimento comunista.
    Già entrare in questo atteggiamento è fare qualcosa di concreto. Il meglio di qualsiasi proposta concreta.
    mam

  • Va bene…uffah! .. va bene… uffah!!!…capisco che le parole sono pietre,ma un poco piu in la delle mie provocazioni… Cmq non sputo ne io ne le mie COMPAGNE(amiche?) che lavorano nei vicoli gratis per una Istruzione Libertaria) in faccia a nessuno,era la risposta metaforica alle strilla isteriche di future e futuri ac-cattocomunisti:se devo accarezzare proteggere e difendere senza nessun bisogno di esser guida ne tantomeno avanguardia,preferisco chi nel futuro ha solo una morte per fame,e non aspira ad un sottoposto da sottoportaborse ad un sottosegretario di un partito che dovrebbe esser contro la guerra ed invece a parte Turigliatto e Rossi ha votato in massa la guerra in Iraq ed Afghanistan e sta li pronto a votare appena reimpossessatosi degli ambiti(!!!???!!!) scranni la distruzione dell’Iran:mi auguro che ora non mi si dia del fondamentalista islamico… sono felicemente e coscientemente ATEO. A quando un incontro dal vero alla libreria di Tuscania o dove volete,che comincio ad avere piu confusione nella mia mente(il che puo esser costruttivo ma logorante) di quanto poi ne abbia bisogno.

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