Aa Vv, Bocci, Fazi, La Torre, Lucarelli e Mosse

sette recensioni non solo giallo-noir di Valerio Calzolaio (*)

catasteLibri

George L. Mosse

«Le origini culturali del Terzo Reich»

traduzione di Francesco Saba Sardi

Il Saggiatore 2015 (originale 1964: «The Crisis of German Ideology», prima edizione italiana 1968)

Germania. Prima metà del Novecento. I “fascismi” hanno avuto tutti alcuni tratti culturali in comune, in particolare un’ideologia emozionale e mistica; il nazismo tedesco ha provocato così tante morti e devastazioni che va studiato per le sue differenze e specificità. Perché i nazisti ebbero vasti consensi, in particolare fra persone istruite e benpensanti? In Germania c’erano radici antiche e profonde della concezione razzistica, del misticismo naturistico e di un cristianesimo nazionale. Già nel decennio 1870-1880 inizia una “crisi del pensiero tedesco”, l’evoluzione verso il razionalismo astratto e l’idealismo e lo sviluppo di un’ideologia e di atteggiamenti nazional-patriottici. Gli squilibri economici della prima rivoluzione industriale vennero ad aggiungersi alla delusione nei confronti dell’unificazione. Le istituzioni si lasciarono via via “infettare”, il gennaio del 1933 fu il risultato di una lunga preparazione e non fu accidentale quanto poi accadde: “un evento catastrofico sia per i tedeschi che per i non tedeschi”.

E’ meglio capire bene come il trionfo di Hitler sia stato possibile, da quando e perché agì il collante dell’antisemitismo. All’inizio degli anni sessanta lo storico tedesco di origini ebraiche naturalizzato statunitense George Lachmann Mosse svolse ricerche e promosse seminari sul nazismo all’interno del Dipartimento di Storia della Stanford University. Il libro che infine pubblicò (e che ora viene riedito, 50 anni dopo) costituì una pietra miliare, suscitò subito vasto interesse e dibattito, mantiene una solida vitale struttura. Mosse esamina antichi fondamenti ideologi (“dal romanticismo al Volk”), interpreta i meccanismi di istituzionalizzazione dell’ideologia (dal 1873 al 1918), spiega la “conclusione” del nazionalsocialismo (1918-1933), con un ricco apparato (datato) di note, bibliografia, indici. Mosse era nato a Berlino nel 1918, per sfuggire alle persecuzioni si trasferì nel 1937 in Gran Bretagna studiando a Cambridge ed è poi morto nel 1999.

Autori vari

«La crisi in giallo»

Sellerio

286 pagine,14 euro

I soliti posti e i soliti protagonisti. Per fortuna. L’editore palermitano persegue con successo di critica e di pubblico l’idea delle raccolte a tema. Scrivono perlopiù affermati autori del proprio catalogo, con qualche incursione esterna, in questa caso quella parigina della ex sindacalista Dominique Manotti, ispiratasi a un accordo nel settore energetico fra Alston e General Electric, «Libera concorrenza». Gli altri sono Fantini e Pariani, Malvaldi (i quattro più uno del BarLume), Manzini (Rocco Schiavone appena arrivato ad Aosta), Recami (uno dei signori della casa di ringhiera, in detossificazione), Savatteri. Per tutti, in vario modo, l’argomento è la drammatica situazione economica, «La crisi in giallo»: prosperano gli impulsi criminali.

 

Silvano Fazi

«Era d’aprì»

Tecnostampa, Mondo Solidale

158 pagine, 10 euro

Urbisaglia. 1723-2014. Il 22 aprile 1751 si sposano a Macerata i 28enni Filippo Antonio Fazi (ultimo di 16 figli) e Lucia Cimini. Il discendente (nato il 27 aprile 1951) Silvano Fazi racconta in dialetto forbito le successive otto generazioni di contadini, molte come mezzadri girovaghi nelle campagne maceratesi, sulla base degli archivi (soprattutto parrocchiali) di Urbisaglia, Treja, Pollenza, Camporotondo, Colmurano e Montelupone, Il primo matrimonio «Era d’aprì», poi trovate i successivi; nascite, morti e trasferimenti come in un magnifico romanzo, con revisione ortografica di Agostino Regnicoli. I proventi andranno al progetto “Centro de Salud” della cooperativa equa marchigiana in Guatemala (www.mondolidale.it).

 

Autori Vari

«Hai voluto la bicicletta. Il piacere della fatica!»

a cura di Laura Grandi e Stefano Tettamanti

Sellerio

428 pagine, 15 euri

9-31 maggio. Giro d’Italia 2015. Inizia a Sanremo, 4 giorni in Liguria, poi giù e su, ventesima (penultima) tappa al Sestriere, solita chiusura a Milano con l’Expo. Il ciclismo è un grande mitico sport. Si pratica, con effetti spettacolari, in tutto il mondo. Laura Grandi e Stefano Tettamanti curano una recentissima antologia per l’editore palermitano «Hai voluto la bicicletta. Il piacere della fatica!», assemblando testi di 26 autori italiani (da Benni a Brera, da Buzzati a Campanile, da Mura a Pratolini, da Soldati a Testori). Sono stralci di romanzi e opere diverse, distinti per argomenti: Pionieri; Il racconto del Giro; Campioni, campionissimi e gregari; Pedala e fischietta; Discese ardite e risalite. Ci faranno compagnia per ogni tappa!

 

Carlo Lucarelli

«Thomas e le gemelle, ovvero la strana faccenda del mostro con gli occhi di luce gialla»

Rrose Sélavy

32 pagine, 14 euri

Un cantiere edilizio. Ora. Angelica e Giuliana, 3 anni, riconoscono la cacca di Congo, un cane nero, mai raccolta dal padrone ingegner Valentino “Picco Piccano” Bertaccini. I genitori del loro amico Thomas (10) andranno in un appartamento del futuro palazzo i cui lavori sono diretti dall’ingegnere, che ha la grande bella villa sullo stesso viale. I tre giovani notano che Congo fa la cacca anche di notte, accanto al cantiere chiuso. C’è qualcosa che non quadra. E Thomas da qualche sera a letto sente paurosi rumori e vede lampi di luce. Indagano. Deliziosa favola di Carlo Lucarelli, «Thomas e le gemelle, ovvero la strana faccenda del mostro con gli occhi di luce gialla», ben introdotta da Grazia Verasani e superbamente illustrata da Cicarè.

 

Franco la Torre

«Sulle ginocchia. Pio La Torre, una storia»

Melampo 2015

Palermo e Roma. 1927-2012. Il 30 aprile 1982 la mafia uccise a Palermo il 54enne Pio La Torre, segretario del Pci siciliano (di nuovo da qualche mese), deputato (dal 1972), componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia (fino al primo scioglimento del 1976), promotore della legge per la confisca dei beni mafiosi (oggi trovate nelle botteghe molti sani “prodotti” su terre confiscate). Il 30 aprile 2009 nel salone d’ingresso della Camera fu scoperta la targa dedicatagli per “il coraggioso impegno civile e politico in difesa della democrazia e della legalità”, unico parlamentare ucciso dalla mafia (la moglie morì nel successivo settembre); il 12 aprile 2012 gli fu conferita la Medaglia d’oro al valore civile, ma il Pd rinunciò al fitto programma di iniziative per il trentesimo dell’omicidio. E qui si ferma la storia finalmente raccontata dal secondo dei due figli, Franco La Torre, sul padre, militanza politica e vita familiare, biografia in prima persona.

Ci sono cognomi che pesano sulle future generazioni. Figli di, parenti di, discendenti di. Il 59enne Franco La Torre ha potuto frequentare suo padre per meno della metà della vita. Quando aveva appena finito di fare il servizio militare, faceva lavoro giornalistico in una radio romana, non era sposato e stava per compiere 26 anni, glielo hanno ucciso insieme al collaboratore, amico e autista Rosario Di Salvo, un’imboscata accuratamente pianificata nella città dove erano nati. Dopo oltre 9 anni di indagini e 3 di processo nel 1995 furono condannati all’ergastolo (confermato nel 2007) i mafiosi mandanti (Riina, Greco, Brusca, Provenzano, Calò, Geraci) e almeno due degli esecutori (Lucchese e Madonia). Franco si è costruito la propria identità professionale e la propria famiglia, stima e simpatia, resta (anche) uno dei figli di Pio La Torre, così ora ha trovato il coraggio di raccontarlo, con molto garbo e poco editing. La corposa appendice contiene articoli, scritti, interviste di Pio (1946-1982).

 

Monica Bocci

«Paesaggi creativi»

Italic

86 pagine, 15 euro

Paesaggio italiano. In evoluzione, anche ora. L’urbanista marchigiana Monica Bocci riflette sulla valorizzazione culturale in Italia partendo dall’articolo 9 della Costituzione e dalla Convenzione Europea del 2000, con un interessante breve saggio: «Paesaggi creativi». Spiega che il paesaggio è sempre “culturale”, frutto dell’azione materiale e immateriale dell’uomo nei secoli. Qui forse sarebbe utile un intreccio con la realtà degli ecosistemi locali, ormai tutti umani sul pianeta, nel quale si incunea la specificità italiana. Non a caso, la prefazione è dell’economista Mauro Gallegati (La centralità del valore aggiunto immateriale) e la postfazione dell’ecologista Fabio Renzi (La World Heritage List dell’Unesco, le Langhe e l’Appennino).

(*) Le recensioni di Valerio Calzolaio negli ultimi 14 anni sono state pubblicate sul settimanale «Il salvagente» che ha dovuto sospendere l’uscita; ma Valerio continua a inviarle… in attesa di soluzioni o di altre formule…

Redazione
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