Acqua, amianto, Bologna e ipnosi

Quosque tandem abutere Hera patientia nostra?

di Vito Totire (*)

VitoTotire-ipnosi

Hera pubblichi tutto e…con maggiore tempestività.

Non è che Hera dubiti delle capacità cognitive dei suoi utenti; anzi proprio perché ne è preoccupata ricorre a tecniche ipnotiche. L’ipnosi consiste nella capacità di attirare l’attenzione su un particolare facendo trascurare il resto. In linea di massima è una tecnica autoritaria anche se forse qualche volta è stata utile (per esempio pare essere stata usata ,in condizioni critiche, con effetti anestetici).

La situazione è questa:

per ottenere dati dalla Ausl sull’amianto nell’acqua abbiamo sempre dovuto seguire la procedura della richiesta di accesso agli atti;

consideriamo questa richiesta non solo illegittima, sarebbe il meno, quanto un segno della confusione totale in cui la Ausl versa circa il proprio ruolo.

Nonostante la richiesta di accesso agli atti non abbiamo ancora saputo:

  1. Quali criteri vengano seguiti per scegliere i siti dei prelievi (perché mai a Crevalcore?)
  2. Che tipo di amianto (se crisotilo o anfiboli) sia stato reperito
  3. Quali siano i siti risultati positivi (al di là del fatto che nel 36% è risultata la presenza di amianto).

Mentre siamo obbligati a seguire la procedura dell’accesso agli atti per avere alcuni dati, altri da Hera ci vengono “mollati” d’ufficio: numerosi utenti (presumiamo tutti) con la bolletta dell’acqua del 3 marzo 2016 hanno ricevuto dati riferiti al…secondo semestre 2014!

Ovviamente questi dati sono tutti rassicuranti, nessuno di loro riguarda l’amianto; nessuno di loro riguarda gli organoalogenati con relativa classificazione IARC – ovvero International Agency for Research on Cancer; per esempio nella centrale Aldini nel 2015 e dintorni Hera ha trovato sempre dati negativi o inferiori a 10 microgrammi?

I dati riguardano alcalinità, calcio, cloruro, concentrazione ioni idrogeno, durezza, fluoruro, magnesio, nitrato, nitriti, potassio, residuo secco (294), sodio e solfato. Considerato che su alcuni di questi fattori i consumatori possono fare il confronto con i dati delle acque oligominerali, la pubblicazione di essi è comunque utile; per una quota rilevante della popolazione può essere consigliabile un’acqua con meno sodio, con più basso residuo fisso o con nitrati più bassi di quelli delle acque di Hera; tuttavia l’elemento più rilevante rimane quello relativo a sostanze cancerogene o sospette tali (IARC 1, IARC 2 A e IARC 2B, in primis amianto e sostanze clorurate di origine industriale).

Se la Ausl ha trovato il 36% dei campioni positivi per amianto nel 2015, la percentuale dei positivi dei campioni fatti autonomamente da Hera li conosceremo nel 2018?

O sono tutti negativi come è stato per lunghi anni mentre i positivi della Ausl (bei tempi…) oscillavano attorno al 7-12% ?

E’ “strano” che non si sappia nulla dei «campionamenti Hera» considerato che Hera fa esami per conto terzi, mentre la Ausl non è autosufficiente e deve appoggiarsi su Arpa Reggio Emilia per gli esami.

La trasparenza (delle acque) deve essere totale, in tutti i sensi.

(*) Vito Totire è presidente AEA-associazione esposti amianto e rischi per la salute.

 

 

Redazione
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