Aforismi di Oscar Wilde – 6

A cura di Mauro Antonio Miglieruolo

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Oscar Wilde e Alfred Douglas

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Ci sono due modi per non apprezzare la poesia, l’uno è disprezzarla, l’altro leggere Pope.

(OW)

Un’esagerazione che si volge contro Wilde. L’eccesso di crudeltà verso Pope, che immagino non gli piacesse, quasi neutralizza l’intento denigratorio. Riduce troppo la figura di Pope per risultare efficace.

Aforisma ben congegnato, per altro. Dialetticamente efficace.

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Il XIX secolo può anche essere un’epoca prosaica, ma temiamo che, se giudichiamo da come vanno i romanzi, non sia un’epoca di prosa.

(OW)

La volontà di eccedere in acume intellettuale tradisce ancor una volta Wilde. Il quale appare fin troppo spesso superficiale. Dostoewskij non è nessuno allora per lui? E Tolstoij? Balzac? Maupassant? Turgenev? Goethe? Schiller?

Ritengo siano diversi gli strumenti adatti a fornire una visione critica dello stato delle belle lettere di una determinata epoca. Il gusto della battuta qui non aiuta, tradisce.

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Definire un artista morboso perché tratta di argomenti morbosi è stupido come chiamare Shakespeare pazzo perché ha scritto Re Lear.

(OW)

Oscar Wilde (Photo by © Historical Picture Archive/CORBIS/Corbis via Getty Images)

Commentare un argomento come questo ne diminuirebbe inevitabilmente l’efficace immediatezza, senza nulla aggiungere alla sua propria solare evidenza.

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Mr. Henry James scrive romanzi come fosse un doloroso obbligo.

(OW)

Povero Henry James! Che male può avergli mai fatto? O è che teme lo abbia fatto a noi?

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Scrivo perché scrivere mi dà il più grande piacere artistico possibile. Se la mia opera delizia pochi eletti sono gratificato. Per quanto riguarda la massa, non ho alcun desiderio di essere un romanziere popolare. È di gran lunga troppo facile.

(OW)

Aforisma che non vale per me, alla popolarità cui pure aspirerei. Anche se vi aspiro moderatamente, senza scalmanarmi, con pacata oculatezza. Tant’è che la spinta che ne consegue non è sufficiente talvolta a fornirmi della determinazione necessaria a far effettivamente arrivare i miei testi fino al pubblico, effettuando adeguate pressioni su editori e curatori. Mi rendo conto dell’inguaribilità di questa mia inclinazione (più dell’ambizione può la pigrizia) e mi lascio fare, anche se di tanto in tanto, avvertendo le silenziose lamentele di questo o quel racconto (mi capitano tra le mani apposta, per ricordarmi del mio dovere nei loro confronti)  cerco di scuotermi.

Andando di là dalla vanagloria di scrittore, il problema vero è che la popolarità serve. Oltre a gratificare l’Io, faccenda dannosa, serve a fornire maggiori possibilità di lavoro. Se si è popolari il rapporto con gli editori migliora, le fatiche inerenti la pubblicazione diminuiscono e io non devo preoccuparmi d’altro d’essere ciò che cerco di essere: uno scrittore.

Per il resto concordo con Wilde, pochi lettori mi sono sufficienti. Anzi, vado oltre le sue proprie convinzioni. Come ebbi a dire molti decenni fa a una persona che mi è stata cara, io sono scrittore per un unico lettore. L’apprezzamento di quella sola ipotetica persona, che poi in verità era quella a cui mi confessavo, mi bastava per giustificare ogni difficoltà di fronte alla faticosa, ormai obsoleta, macchina da scrivere.

Non sono cambiato molto da allora.

(Photo by: Photo12/Universal Images Group via Getty Images)

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Continuiamo a esporre le tappe salienti della vita di Oscar Wilde.

1893: Salomé esce in volume (nella versione francese). Il 19 aprile vi è la prima di Una donna senza importanza. A dicembre il volume di Il ventaglio di lady Windermore.

1894: edizione inglese di Salomé. Ad agosto è a Worthing, dove inizia L’importanza di essere onesto, che terminerà a settembre. A ottobre esce in volume Una donna senza importanza.

1895: prima di Un marito ideale. Nell’occasione il padre di Lord Alfred Douglas, con il quale Wilde si è accompagnato spesso, minaccia di intervenire contro Wilde, che considera responsabile della corruzione del figlio. Corruttore e figlio reagiscono, ignoro quanto consapevolmente, provvedendo a iniziare alle pratiche omosessuali (in Algeri) André Gide. Il 19 febbraio, spinto da Douglas, Wilde darà avvio a una partita che finirà con il condurlo in galere: denuncia per diffamazione Lord Queensberry , il quale verrà arrestato. Il pubblico ministero però, fior di eterosessuale, controinterrogando Wilde, cercherà di dimostrare la fondatezza del biglietto con il quale Queensberry lo aveva accusato di posare a sodomita. Il 5 aprile Queensberry sarà prosciolto e al suo posto messo sotto accusa Wilde. Il quale verso la fine di maggio verrà condannato a due anni di lavori forzati. Il 12 novembre segue un processo per bancarotta. Tutti i beni di Wilde vengono messi all’asta. Il 20 novembre sarà tradotto nel carcere di Reading. (Evviva! Scusate, sono eterosessuale, ma non ne ho colpa… non pretendo indulgenza: prego solo di immaginare quali dovessero essere i rapporti tra Douglas e il padre!)

 (continua)

 

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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