Albert Bierstadt
Albert Bierstadt
(Solingen, 7 gennaio 1830 – New York, il 18 febbraio 1902)
Di Mauro Antonio Miglieruolo
pittore statunitense d’origine tedesca, basava i propri dipinti su fotografie da lui stesso scattate, nonché sui manufatti originali raccolti durante i suoi viaggi, fu cantore del selvaggio West. Il suo può essere definito un verismo che sogna, metafisica dell’istante immobile, sempre presente nel presente.
Trascorse l’infanzia a Lago di Lucerna, a New Bedford (Massachusetts), dove la sua famiglia era emigrata quando aveva due anni. Il padre era bottaio nell’industria di lavorazione delle balene.
La sua carriera ha prende avvio nel 1850, quando inizia a lavorare come disegnatore.
Dal 1853 al 1858 è in Europa per studiare pittura con Johann Peter Hasenclever. Visita la Germania, la Svizzera e l’Italia per affinare la propria tecnica paesaggistica, nella quale riuscirà a eccellere.
Nel 1858 debutta come pittore a New York, esponendo vedute del Lago di Lucerna e delle Alpi svizzere. Tra i dipinti di questo periodo sono notevoli “L’Arco di Ottavio”, “Il mercato del pesce a Roma” (1858), “Marina Piccola a Capri” e “Capri” (i faraglioni) (1857).
Nel 1859 è al seguito del colonnello Frederick W. Lander, il quale era stato incaricato dal governo di individuare un nuovo tracciato ferroviario per la California; il che gli consente di visitare zone montuose di incontaminata bellezza e incontrare carovane di coloni e pellerossa nel loro ambiente naturale. È cos’ tanto coinvolto dalle esperienze effettuate da indurlo a abbandonare la spedizione e esplorare da solo i luoghi, fotografando paesaggi, uomini e animali.
Le opere che scaturiscono da queste esperienze, in particolare le immagini delle Montagne Rocciose, gli conferiscono una notevole popolarità.
Decisiva nel conseguimento del successo è anche la tecnica acquisita nel corso dei suoi viaggi in Europa.
Dopo una sosta forzata dovuta allo scoppio della guerra civile, riprende a viaggiare. Nel 1863 si accompagna allo scrittore Fitz Hugh Ludlow, che favorirà con le sue lettere la successiva entusiastica accoglienza dei suoi quadri,
incentrati su soggetti caratteristici del “selvaggio west”: fortini, cowboys carovane di coloni e, naturalmente, paesaggi.
Intorno al 1867 riesce a far conoscere e apprezzare i suoi quadri anche in Europa, dove si è nuovamente recato in una viaggio che durerà un paio d’anni.
Gli ultimi anni di Bierstadt sono segnati da un forte declino della sua popolarità.
Si spegne improvvisamente a New York il 18 febbraio 1902, a 72 anni.