Algeria: Un appello per fermare la deportazione dei migranti Subsahariani

Il capo del governo algerino, Ahmed Ouyahia l’aveva annunciato prima di prendere l’incarico: “risolvere il probelma dei clandestini Africani”. Portato al governo per affrontare la grave crisi economica che vive il paese, non si vedono tanti risultati positivi, ma quelli negativi sui poveri migranti si vedono molto bene. Arresti arbitrari e deportazioni di massa e in condizioni disumane.

Un gruppo di organizzazioni, associazioni, attivisti, intelletuali e artisti algerini hanno lanciato questo appello (Vedere l’orginale) per chiamare il governo algerino al rispetto dei diritti elementari di questi uomini e queste donne migranti.

Siamo tutti/e Migranti

Dall’inizio del 2018, una diffusa campagna di arresti arbitrari, seguita da espulsioni di massa, ha colpito tutti i Migranti dall’Africa sub-sahariana, sul territorio nazionale.

I migranti sono di varie nazionalità africane tra cui: Guinea, Burkina Faso, Benin, Mali, Costa d’Avorio senegal, Nigeria, Liberia, Camerun e Sierra Leone. Sono rimandati verso il confine senza alcuna decisione del tribunale, e a rischio delle loro vite. Considerando che non vi sono accordi di riammissione o richieste da parte dei governi di questi paesi per possibili rimpatri dei loro cittadini, più di 1500 migranti sono già stati espulsi proprio nelle ultime settimane, in operazioni macchiate da abusi e in flagranti contraddizioni con le norme internazionali sui diritti umani.

Contrariamente a quanto sostiene la retorica ufficiale che presenta queste operazioni come “rimpatri umanitari”; la maggior parte delle persone prese di mira da questa campagna sono “lavoratori migranti”. Solo il Niger, già nel 2014, ha stipulato un accordo “opaco” con il governo algerino, per il ritorno dei suoi cittadini, in maggioranza donne e bambini.

Noi, le organizzazioni non governative,  i difensori e gli attivisti per i diritti umani, giornalisti e attori / attrici della società civile, firmatari di questo appello, condanniamo fermamente queste operazioni di espulsioni arbitrarie di migliaia di migranti sub-sahariana, tra i quali vi sono persone in stato di estrema vulnerabilità.

Pertanto, chiediamo espressamente al governo algerino:

1- Rispetto degli impegni assunti nell’ambito delle convenzioni internazionali relative ai diritti dei lavoratori migranti e dei diritti dei rifugiati, ratificati dall’Algeria, nonché delle raccomandazioni dell’UPR e del Comitato dei Lavoratori Migranti (CWM), recentemente formulate presso la sede delle Nazioni Unite a Ginevra.

2- Di istituire urgentemente un quadro giuridico nazionale relativo ai diritti dei lavoratori migranti e una legge sull’asilo in grado di garantire l’accesso allo status di rifugiato e alla protezione da qualsiasi forme di abuso o sfruttamento.

3- Smettere di fare l’amalgama tra la lotta contro la tratta e il terrorismo, tutti legittimi quando si parla di sicurezza nazionale, con la non osservazione dell’obbligo di rispettare i diritti dei rifugiati e dei lavoratori migranti .

4- Di fermare l’espulsione collettiva di lavoratori migranti e richiedenti asilo.

 

ALGERIA, 18 maggio 2018.

Per qualsiasi contatto o adesione: tousdesmigrants@hotmail.com

Per firma l’appello su Avaaz Clicca qui

Karim Metref
Sono nato sul fianco nord della catena del Giurgiura, nel nord dell’Algeria.

30 anni di vita spesi a cercare di affermare una identità culturale (quella della maggioranza minorizzata dei berberi in Nord Africa) mi ha portato a non capire più chi sono. E mi va benissimo.

A 30 anni ho mollato le mie montagne per sbarcare a Rapallo in Liguria. Passare dalla montagna al mare fu un grande spaesamento. Attraversare il mediterraneo da sud verso nord invece no.

Lavoro (quando ci riesco), passeggio tanto, leggo tanto, cerco di scrivere. Mi impiccio di tutto. Sopra tutto di ciò che non mi riguarda e/o che non capisco bene.

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