Amianto: a Forlì (e a Trani) una riforma per “abolire” la grandine?

di Vito Totire (*)

Invito a riflettere sulle procedure di valutazione del rischio

Da decenni proponiamo una questione semplice: la valutazione del rischio, per essere attendibile, deve essere dinamica e non statica. Vale a dire: non devo valutare solo come è la situazione oggi ma cercare di prevedere cosa succederebbe nel caso di eventi più o meno probabili o che non si possano escludere.

Dunque: posso escludere l’atterraggio accidentale di una nave spaziale marziana sugli orrendi capannoncini di Forlì segnalati al sindaco ma è ben possibile una grandinata, eventualmente anche violenta o persino una tromba d’aria.

L’idea nasce anche dalla letteratura scientifica; una rivista universitaria di agricoltura pubblicò – negli anni 30 del secolo scorso – la notizia di capannoni con copertura in eternit amiantifero spappolati da una forte grandinata.

Al contadino un consiglio esplicito:tienine conto…

Torniamo a Forlì: con raccapriccio una nostra “vedetta” (non piccola tantomeno lombarda…) ha constatato che gli orridi capannoncini con copertura in cemento-amianto visibili sulla destra (andando verso sud) dell’autostrada a circa 4-5 km da Forlì e segnalati molto tempo fa al signor sindaco, NON SONO ANCORA STATI BONIFICATI.

La questione è raccapricciante e tuttavia rappresenta la classica punta dell’iceberg di situazioni disseminate nel territorio nazionale: siti dai quali ogni evento atmosferico di una certa entità provvede a staccare e far circolare fibre di amianto, molto verosimilmente anche di amianti anfiboli visto che si vedono in giro capannoni davvero molto decrepiti.

La rivista LANCET ha pubblicato un studio che , supportato da dati anatomopatologici ed epidemiologici, evidenzia come la “qualità” dell’aria respirabile lungo le vie ad alto traffico sia potenziamente morbigena anche per il morbo di Alzheimer; malattia per la quale alcune note multinazionali del farmaco (non note per filantropia ma per altro) hanno “minacciato” di sospendere la ricerca di base. E sarebbe un motivo in più per fare PREVENZIONE. In sostanza l’aria che tira lungo le autostrade è talmente pessima di per sé che aggiungerci anche fibre di amianto è una cosa che forse solo al sindaco di Forlì pare poco importante. INFATTI NON C’E’ ANCORA UN’ORDINANZA PER LA BONIFICA.

Il pensiero va ai cittadini e agli amici di Trani – una delle città più belle del mondo – i quali stanno portando avanti una battaglia che non ha visto da parte delle istituzioni la necessaria risposta. Onestamente la condotta delle istituzioni locali (compreso il battagliero – a parole – presidente della Regione Puglia) ci ha fatto tornare in mente “Il birraio di Preston” dl grande Camilleri, lettura che consigliamo a chicchessia ma intanto ESIGIAMO DAL SINDACO L’ORDINANZA PER LA BONIFICA INTEGRALE DELL’EX-SUPERCINEMA !

Se pure Trani pare meno a rischio del Salento rispetto ai tornado o alle trombe d’aria, pure lì soffia il vento, può grandinare e i processi di degrado continuano inevitabilmente a staccare fibre e a immetterle nell’ambiente (in cui i nostri polmoni sono immersi).

Da Forlì a Trani, da Trieste a Ragusa, a tutto il territorio nazionale (e mondiale) VOGLIAMO UN’ARIA PULITA E DUNQUE ANCHE INDENNE DA AMIANTO.

Per noi e per le future generazioni.

(*) Vito Totire è presidente nazionale AEA, l’Associazione esposti amianto e rischi per la salute

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