Amianto ex-Norma: subito bonifica definitiva

di Vito Totire (*)

A Casalecchio si trascina da troppo tempo una situazione che necessitava di bonifica ben più rapidamente. Tutta la vicenda evidenza le contraddizioni che si trascinano in Italia da decenni: sottovalutazione del rischio, tempi troppo lunghi, squilibrio fra interesse privato e interesse pubblico, a favore del primo.

Il sito risulta (fonti di stampa) dismesso da 10 anni circa; alcuni interenti di bonifica sono stati fatti, manca un capannone per il quale ancora si tergiversa con una incongrua ipotesi di “messa in sicurezza”.

A nostro avviso le norme sono state interpretate in maniera sbagliata e soggettiva: è evidente che ci sia un residuo conflitto fra interesse privato e pubblico.

Un trattamento con sostanze collanti è conveniente per la proprietà ma non per la sanità pubblica. Dunque, a nostro avviso, non solo occorre affermare la priorità dell’interesse pubblico ma occorre farlo con la specifica determinazione derivante dal fatto che l’interesse privato è meramente economico, mentre quello pubblico è invece di ordine sanitario.

Dati scientifici inoppugnabili dimostrano come una lastra in cemento-amianto comincia a dismettere fibre già dopo i primi diciotto mesi di esposizione alle intemperie: escursioni termiche, piogge acide, vento, grandine sono elementi che concorrono a fenomeni di sfaldamento e di dispersione di fibre nell’ambiente.

Già nel 1995, nei primi anni dopo il varo della legge 257-1992, la comunità scientifica si è ritrovata concorde nell’asserire che un sito industriale dismesso necessita di interventi immediati di bonifica integrale.

Dopo quello che i capannoni della ex-Norma hanno disperso nell’ambiente negli ultimi dieci anni (e anche prima) ulteriori temporeggiamenti danno il senso della indisponibilità della Ausl e del sindaco di Casalecchio a prendere in considerazione la soluzione più logica dando spazio invece al “lascia fare” alla proprietà dei capannoni che evidentemente preferisce soluzioni meno onerose. Si tratta peraltro di una illusione in quanto prima o poi le lastre devono essere asportate e quindi alla lunga i costi vengono solo rinviati (e complessivamente dunque aumentati).

Come già fatto per i capannoni di Loiano proponiamo la convocazione urgente di un tavolo presso la prefettura con la partecipazione di Ausl (DSP), sindaco, Arpa, la proprietà, la ditta incaricata dell’intervento di trattamento collante, una rappresentanza dei cittadini residenti, l’AEA (Associazione esposti amianto).

Nelle more della convocazione di questo tavolo dobbiamo ribadire alla Ausl e al sindaco che un approccio ragionevole a tutela della sanità pubblica consiste nell’emanare una ordinanza per la bonifica immediata e integrale del residuo capannone per il quale peraltro i termini di messa in sicurezza ci risultano scaduti il 15 dicembre 2019.

Riteniamo necessario che a fronte di eventuale richiesta di proroga (che evidentemente comunque deve essere stata presentata) si decida di cambiare strada imboccando quella della bonifica definitiva che, detto per inciso , la ditta incaricata è nelle condizioni di gestire essendo fra le aziende autorizzate a questo tipo di intervento.

La tribolata vicenda peraltro è un evento-sentinella che dà indicazioni utili per una maggiore focalizzazione delle Linee guida regionali sui siti dismessi per i quali nessun temporeggiamento appare minimamente giustificato.

Gli edifici della ex-Norma hanno già rilasciato in ambiente un numero rilevante di fibre di amianto (considerata la vetustà delle lastre, molto probabilmente anche amianto anfibolo/crocidolite). Ogni ulteriore temporeggiamento è fuori luogo e costituirebbe la negazione di una concreta valutazione dinamica del rischio.

A prescindere dalle patologie asbesto-correlabili, che realtà di questo genere possono produrre, GIA’ DI FATTO LA SITUAZIONE HA INDOTTO UNA CONDIZIONE DI RILEVANTE DISTRESS PSICOFISICO TRA GLI ABITANTI DEL CIRCONDARIO A CAUSE DI UNA ESPOSIZIONE A RISCHIO INDEBITA E FACILMENTE EVITABILE.

Bologna, 11.1.2020

(*) Vito Totire è medico del lavoro, psichiatra e presidente Aea

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