Amore e tradimento

di Chief Joseph

 

A prescindere dal sesso, dall’età e dalle condizioni socioeconomiche ogni relazione nasce dal desiderio di esplorazione e, nello stesso tempo, dalla necessità di modificare i rapporti che già esistono: la relazione costituisce il percorso obbligato per la ricerca di amore e soprattutto per donare amore.

Se questo è vero, nessun rapporto potrà esser tradito quando esiste l’amore e sarà rinnegato e perduto ogniqualvolta l’amore cesserà di essere tale per diventare possesso, prevaricazione, mancanza di rispetto, utilitarismo, merce di scambio.

Quindi il tradimento non deve essere inteso come la necessità fisiologica che ciascuno di noi ha di sviluppare più percorsi positivi affettivi, ma come la rinuncia ad amare. Non si tradisce il partner o la partner, si tradisce l’amore. In questo senso ritengo opportuno, per sgombrare il campo dai possibili equivoci, sottolineare con forza che nella nostra società il sesso può diventare tradimento vero e reale. Infatti, viene comunemente inteso, oltre che come una necessità fisiologica, anche e, soprattutto, come il modo per affermarsi e per misurarsi. Il tale ha “scopato” con me, quindi valgo qualcosa; sono attratto dalla tale, quindi sono ancora vivo. C’è la costante ricerca del piacere fisico misurabile attraverso la cosiddetta conquista.

Nella nostra società, il rapporto fisico con un’altra persona, che non sia il partner abituale, conferma la logica del possesso attraverso la sistematica distruzione di qualsiasi parvenza d’amore. Infatti “scopare” con una persona perde la sua connotazione gergale e acquista il significato di fare all’amore quando la relazione sviluppa un percorso di crescita e di scambio che può, in un particolare momento, concretizzarsi nell’atto sessuale. In caso contrario il rapporto sessuale diventa tradimento, ma non tanto nei confronti di un’altra persona, quanto in rapporto a noi stessi: serve semplicemente a confermarci nel ruolo voluto da una società che monetizzando tutto deve quantificare anche i rapporti umani.

Ritengo che la capacità di amare costituisca un potente, se non il più importante, antidoto all’accettazione di una logica che ha trasformato i rapporti in merce-profitto e che quindi acquistano valore con il tradimento: chi tradisce aumenta – attraverso il suo valore di scambio – il valore d’uso e di conseguenza il suo prezzo.

Il tradimento fisico che implichi il sotterfugio per un tranquillo ritorno a casa è l’esemplare dimostrazione di una logica vigliacca che accetta tutto a condizione di avere, qualche volta, i contentini.

L’amore fortunatamente é ben altra cosa perché mette il gioco quell’inestricabile miscuglio di ragione e sentimento, di cuore e cervello che sancisce la relazione con l’altro attraverso la realizzazione di ciascuno di noi. Ed è fuori di dubbio che l’altro non può essere uno e per sempre, ma devono essere tanti e per un percorso che può durare più o meno a lungo secondo i progetti che vengono sviluppati. Non può esistere il tradimento nel momento in cui ciascuno di noi percorre il suo cammino con più persone contemporaneamente perché, solo in questo modo, si sviluppano relazioni che non essendo misurabili con la logica del capitale contengono embrioni devastanti per la società dei consumi.

Una semplice domanda: se nel rapporto con una persona si riesce a sviluppare una grande capacità di amare perché questa capacità deve essere confinata in un ristretto rapporto a due e non può diventare la locomotiva in grado di agganciare tutti coloro che credono in questa logica? I benpensanti, espressione della nostra ipocritamente puritana società, risponderebbero che una cosa bella deve essere conservata e salvaguardata da possibili inquinamenti esterni. In questa direzione si sviluppano le ricerche sui cibi transgenici e sulla clonazione che servono a preservare il seme dalle possibili contaminazioni.

Al contrario, l’amore più è puro e più si sporca le mani perché esige la capacità di modificare la nostra visione del mondo attraverso il rapporto con l’altro. Non si tratta dell’amore del sempre e del mai, dei baci e delle carezze, ma della capacità e del desiderio di avere un visione globale che non può prescindere dal particolare. Comprendendo la grandezza del particolare si riesce a sviluppare un percorso che tanto più é grande e di crescita, tanto più é in gioco la nostra volontà di esprimere quell’embrione dell’amore che si sviluppa, inizialmente, solo con una persona rappresentata generalmente dalla madre ma che, per non diventare arido, deve essere sparso sulla terra perché fruttiferi.

Un amore infecondo è come un seme transgenico che nasce, cresce e, nel momento in cui dà i frutti, muore.

Un amore fecondo invece sparge i suoi frutti che, a loro volta, diverranno i semi per una globalizzazione di questo sentimento. Tuttavia, per fare questo ha la necessità di uscire dagli steccati “piccolo borghesi” del tradimento e della scappatella e deve continuamente avventurarsi fuori, affrontando tutti i rischi che ne conseguono.

Solo in questo modo si potrà sconfiggere quella caricatura dell’amore rappresentata dalla coppia, dalla proprietà da difendere, dalle briciole che cadono dai tavoli dei ricchi, dalle guerre umanitarie…

(*) C’è un legame fra questo post e il «Ci mancava un venerdì» di ieri (numero 162) sulla monogamia? Ah, saperlo.

L’IMMAGINE è un’opera della “madonnara” Valentina Sforzini.

 

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