anche il NYTimes se n’è accorto

 

“L’Italia osserva in maniera scrupolosa il diritto nazionale ed internazionale in materia di esportazione di armamenti e si adegua sempre ed immediatamente a prescrizioni decise in ambito Onu o Ue. L’Arabia Saudita non è soggetta ad alcuna forma di embargo, sanzione o altra misura restrittiva internazionale o europea”, dice il governo italiano.

non sarà che “il diritto nazionale ed internazionale in materia di esportazione di armamenti” fa schifo?

qui il video del New York Times (e qui un articolo del NYT)

 

…Le spedizioni di armi da porti e aeroporti sardi verso Ryadh sono state oggetto nel corso degli ultimi anni di proteste da parte di gruppi e associazioni pacifiste, antimilitariste e partiti politici. Secondo l’ampio fronte che si oppone alla vendita delle armi prodotte a Domusnovas il commercio con l’Arabia Saudita violerebbe la legge sul commercio degli armamenti, che vieta le spedizioni di armi a paesi in stato di conflitto. Ma a nulla sono valse le richieste di stop al commercio armi, votate a più riprese dal Parlamento Europeo. Il Consiglio europeo (l’assemblea dei capi di stato) non le ha recepite. Neanche le commissioni parlamentari di Palazzo Madama, una volta ricevute le risoluzioni votate a Strasburgo, hanno affrontato il caso Yemen. Neanche i i report con cui le Nazioni Unite hanno documentato numerose violazioni dei diritti umani da parte dei sauditi nel conflitto yemenita hanno avuto l’effetto di bloccare le commesse autorizzate dal governo italiano. Secondo le Nazioni unite, dall’inizio del conflitto sono morte quasi 9000 persone.

da qui

 

“L’Italia osserva in maniera scrupolosa il diritto nazionale ed internazionale in materia di esportazione di armamenti e si adegua sempre ed immediatamente a prescrizioni decise in ambito Onu o Ue. L’Arabia Saudita non è soggetta ad alcuna forma di embargo, sanzione o altra misura restrittiva internazionale o europea”. Lo riferiscono fonti della Farnesina a proposito del reportage del New York Times su armi fabbricate in Italia e usate da Riad in Yemen.

“Le richieste di società italiane per ottenere licenze di esportazione di materiali d’armamento sono valutate sempre in modo rigoroso ed articolato, caso per caso, sulla base della normativa italiana, europea ed internazionale. Le valutazione di eventuali autorizzazioni a Paesi extra Ue-Nato coinvolge previamente diversi fra Ministeri ed Enti italiani. Quanto riportato dal New York Times è una vicenda già nota, sulla quale il Governo ha fornito chiarimenti più volte nel corso della legislatura, anche in sede parlamentare”., aggiungono le fonti della Farnesina.

da qui

 

“Dopo mesi di stretta collaborazione con il NYT, a cui ho fornito video, foto, documentazione, contatti, ecco ora l’inchiesta della prestigiosa testata americana”. Così, in una nota, il senatore del M5s Roberto Cotti. “La denuncia è forte, le prove schiaccianti, le responsabilità del Governo italiano evidentissime. Un Governo che continua ad autorizzare l’export delle bombe nonostante le mie denunce, con ben 6 interrogazioni parlamentari a cui non si sono degnati di rispondere per cercare di giustificare il loro operato. Un impegno, il mio, finalmente premiato”.

“Tutto quello che i presidenti Renzi e Gentiloni, i ministri Pinotti e Alfano non hanno detto, o peggio hanno nascosto, sulle bombe italiane ai Sauditi per bombardare lo Yemen, – sottolinea ancora Cotti – l’ha rivelato oggi un’inchiesta in prima pagina del New York Times. Sono orgoglioso di avere collaborato all’inchiesta giornalistica, evidenziando l’importante ruolo del M5s nella denuncia di questo immane crimine”.

“Nell’inchiesta – prosegue il senatore pentastellato – ampio spazio viene dedicato alla Sardegna – e non per le bellezze paesaggistiche, dispiace – con gli stabilimenti della Rwm a Domusnovas. Ora più nessuno potrà dire di non sapere. Neanche il presidente della Regione Sardegna e il sindaco di Cagliari Zedda, dal cui porto industriale partono gli ordigni criminali”.

da qui

 

(grazie a Mauro Biani, come sempre)

 

ne avevamo parlato anche qui qui

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