Antonio, anti-eroe operaio
di Paolo Brini
E’ appena uscito in libreria «I buttasangue» (Edizioni Artestampa) di Giovanni Iozzoli. Si presenta come una specie di istantanea scattata al tempo della crisi: una narrazione “in diretta” delle grandi e irreversibili trasformazioni che le nostre società (e le nostre vite) stanno inesorabilmente subendo. Il metodo è abbastanza collaudato: cercare di riannodare, attraverso le piccole storie della “piccola gente” , il filo della grande Storia – in particolare della Grande Crisi che sta riplasmando rapporti, territori, etiche.
Il focus del racconto è la vita sbrindellata di Antonio anti-eroe operaio, anonimo soldatino della grande officina padana. Fra morti sul lavoro, mobilità, esorcisti, ragazzine sbandate, assessori rampanti e declino della provincia industriale, si consumano gli scampoli della sua esistenza mal-vissuta.
L’integrazione impossibile; il paradosso del lavoro che è contemporaneamente maledizione e chimera; l’alienazione di una provincia piccola, impregnata di umori cattivi; l’etica del lavoro in dismissione, insieme a fabbriche, fabbrichette e coesione sociale.
Un mondo al collasso, dove il metalmeccanico Antonio (sfortunato come la sua faccia da “pipistrello triste” merita) si muove goffo e stralunato, alla ricerca di punti di riferimento ormai perduti. Dopo aver visto morire un collega in fabbrica, rischiato il carcere; dopo aver perso il lavoro; dopo aver bruciato tutti i ponti dietro di sé… non c’è riscatto, non c’è redenzione per il nostro anti-eroe. Può trovare riparo solo all’ombra cupa di un’Italia impoverita, tenuta in piedi da traffici precari: l’Italia senza lavoro, senza cultura, senza storia, da Sud a Nord andata e ritorno – il nostro presente drammatico – un Paese in cui è necessario inventarsi ogni giorno la condizioni e le ragioni per tirare avanti.
E’ un romanzo denso, breve, ritmico, che si legge d’un fiato e lascia l’amaro in bocca. Una testimonianza rilasciata “dall’interno” dell’universo-fabbrica, a futura memoria: forse tra vent’anni, quando vorranno studiare la profondità di questa crisi, sarà a questo genere di letteratura che bisognerà rivolgersi, più che alla saggistica o all’accademia.
UNA BREVE NOTA
E’ il secondo libro scritto da Giovanni Iozzoli, oggi Rsu Fiom alla Pfb di Modena e in passato tra i fondatori della famosa Officina 99 a Napoli: lo trovate in libreria o sul web. La prima presentazione pubblica avverrà il 19 aprile alle 17,30 presso la sede di Rifondazione a Modena.
segnalo su “il manifesto” di oggi una lunga, interessante recensione a “I BUTTASANGUE ” – intitolata “La pavidità come specchio d’Italia” – di Andrea Colombo