Anzitutto tornare a respirare

65esima puntata dell’«Angelo custode» ovvero le riflessioni di ANGELO MADDALENA per il lunedì della bottega

Un mondo in apnea…interiore!

Tutta la gente che vedo con la mascherina… è in apnea già da prima!

Fra i vari libri che ho letto – usciti da giugno – per analizzare la pandemia almeno due hanno nel titolo o nel sottotitolo la parola «respiro» (o «asfittico»).

Arriva la notizia che per quest’inverno sono sospese le settimane bianche e le vacanze per sciare in montagna. Scherzando o seriamente qualcuno – come Attilio Del Vinco e Giancarlo Bruni – ha detto che per fermare il capitalismo ormai senza briglie da vari decenni «ci vorrebbero dieci pandemie». Anche se possiamo esultare per i “successi” anticonsumisti deli provvedimenti anti-covid, purtroppo per liberarci davvero deve accadere qualcosa dentro di noi: dobbiamo innanzitutto tornare a respirare. Basterebbe poco per cominciare: per esempio scrivere nelle mascherine «no smog»; o spiegare «io porto la mascherina per i veleni che ci sono nell’aria». E di conseguenza innescare un meccanismo di indagine, di approfondimento. Magari aggiungendo: «io sto spesso a casa, se mi muovo vado a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici».

Dobbiamo riprendere in mano la nostra esistenza (come fanno milioni di persone: poveri per forza o per scelta) e così facendo ritrovare l’armonia con il cosmo, con le stagioni, con il sole e la luna… Però questo dev’essere accompagnato da una consapevolezza insorgente, non da una passività complice, da una rassegnazione triste.

Vedendomi per strada i più “tristi” mi dicono di mettere la mascherina (anche se sto ben lontano) menre altre persone si meravigliano di vedermi contento e sentirmi cantare mentre cammino nella strade intorno a casa mia. Io canto per sublimare la rabbia e l’angoscia per tutte le persone ingabbiate e impaurite che vedo; e un po’ perchè è bello vivere – se cambi la consapevolezza e l’atteggiamento – in un mondo “ridimensionato”…

Ovvio che la mascherina è solo la punta di un iceberg. Molti di noi non respirano già da molti anni, dalla fine degli anni ’90 per esempio.

Quanti di noi scrivono un diario (o un po’ di righe) ogni giorno? Tempo fa Antonio Carletti mi diceva che per lui scrivere è come respirare. Sara, mia nipote, pochi giorni fa mi raccontava che se ogni giorno non scrivesse sul diario starebbe male. E ricordo che quasi trent’anni fa una mia compagna di università mi diceva: “la mia psicologa mi consiglia un diario, anche in terza persona, come terapia…”. Si può dire la stessa cosa di attività come pregare, raccogliersi, leggere…

Fino a quando continueremo a vivere – anzi, a non vivere – senza affrontare la nostra essenza di esseri pensanti? Il virus è solo la punta di un iceberg, la mascherina pure: non si può vivere senza respirare. Al di là della mascherina materiale dobbiamo liberarci e constatare che da un bel po’ di tempo abbiamo smesso di vivere e di respirare. ogliamoci i “tappi” interiori, dell’anima, del cuore, del cervello, e facciamo passare aria – in entrata e in uscita – proprio come un respiro. Persino la mascherina (da usare solo quando serve) diventerà più leggera.

QUESTO APPUNTAMENTO

Mi piace il torrente – di idee, contraddizioni, pensieri, persone, incontri di viaggio, dubbi, autopromozioni, storie, provocazioni – che attraversa gli scritti di Angelo Maddalena. Così gli ho proposto un “lunedì… dell’Angelo” per aprire la settimana bottegarda. Siccome una congiura famiglia-anagrafe-fato gli ha imposto il nome di Angelo mi piace pensare che in qualche modo possa fare l’angelo custode della nuova (laica) settimana. Perciò ci rivediamo qui – scsp: salvo catastrofi sempre possibili – fra 168 ore circa che poi sarebbero 7 giorni. [db]

Redazione
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