Appello alle persone portatrici di LNH e ai loro familiari

Costruiamo l’anagrafe malattia/esposizioni ambientali-lavorative

di Vito Totire (*)

vauro-salute

I “sacri” testi della medicina ufficiale usano il termine di «criptogenetico»; significa che non si conosce la causa della patologia osservata ma allude al disinteresse a cercare questa causa. Di recente un assessore della Regione Emilia-Romagna ha fatto pubblicare i dati dei costi economici quotidiani per il trattamento di alcuni tumori, fra cui il linfoma non Hodgkin: pare che questi costi mettano in difficoltà i bilanci. Forse l’assessore non si rendeva conto che questo approccio rischia di colpevolizzare i malati che invece sono creditori di salute e di prevenzione.

Da pochi giorni abbiamo finalmente alcuni dati relativi all’inquinamento ambientale da glifosato che è classificato 2A dalla Iarc (Agency for Research on Cancer) cioè probabilmente cancerogeno.

Non vorremmo che si ripetesse la storia dell’amianto, cioè l’assunzione di misure di prevenzione quando è troppo tardi.

Lanciamo dunque un appello:

Chiunque, portatore di una diagnosi di LNH, si metta in contato con noi per costituire una anagrafe; intendendoo chiunque sia pprtatore di una patologia di cui sospetti una causa professionale o ambientale. Si dirà: è un lavoro inutile; il monitoraggio è già attuato dalla sanità pubblica. Purtroppo non è vero; torneremo sull’argomento. Al riguardo abbiamo fatto proposte che non sono state neanche ascoltate.

A proposito di LNH alcuni indizi cominciano a coincidere:

  1. Arpa ha cercato il glifosato, trovandolo, prevalentemente in Romagna e nel ferrarese: c’è un nesso con la coltura della barbabietola da zucchero?
  2. Non possiamo pensare di spiegare tutti i casi con esposizioni ambientali e/o lavorative, ma attività in agricoltura, giardinaggio ed esposizioni in industrie chimiche paiono delinearsi come molto significative.

Quali aspettative abbiamo:

  1. Riuscire a capire di più della malattia
  2. Dare sostegno al dritto alla salute e al risarcimento dei danni subiti
  3. Dare un contributo, con più chiare valutazioni eziologiche, alle stesse prospettive terapeutiche
  4. Ma soprattutto: dare maggiore e nuovo impulso alla prevenzione.

Non bisogna sbattere sui giornali quanto “costa” al giorno un malato di tumore: I COSTI DELLA OMESSA PREVENZIONE SONO INFINITAMENTE MAGGIORI, SOPRATTUTTO SUL PIANO UMANO E SOCIALE MA PERSINO SUL PIANO ECONOMICO.

Ovviamente può contattarci chiunque anche in relazione ad altri casi di rapporto malattia/esposizione.

(*) Vito Totire è medico del lavoro e psichiatra. Parla e scrive a nome di AEA, cioè Associazione esposti amianto, del circolo “Chico” Mendes, del centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria Francesco Lorusso.

IN APERTURA UNA VIOGNETTA DI VAURO

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