Attentato a Charlie Hebdo. La libertà di pensare e le prugne della California.

Copertina Respektdi Santa Spanò

Mi sono risvegliata in questo 2015 nel mezzo di un vero e proprio putiferio. Tutti a gridare: «Je suis Charlie!». Cosa avrà mai fatto uno scolaro di terza elementare di così straordinario da far dire a tutti di voler essere Charlie Brown? Ho pensato a lui, lo ammetto, al piccolo personaggio di Schulz. La confusione è durata pochi secondi, ma questo lo sapete già, il grido “Io sono Charlie” era quello di Charlie Hebdo, anzi l’urlo di Charb, Wolinski, Cabu, Tignous, Philippe Honoré, Bernard Maris, Elsa Cayat, Michel Renaud, Mustapha Ourrad, Fréderic Boisseau, Franck Brinsolaro e Ahmed Merabet. Tutti assassinati.

“I luoghi hanno tutti lo stesso odore quando sei morto!”, una cosa che scrissi un po’ di tempo fa, con la ripetizione che “I luoghi hanno tutti lo stesso odore quando sei vivo!”. E sì, la percezione dell’odore è proprio diversa se si è vivi o morti, dei morti non mi è dato sapere, non parlano più, ma dei vivi ancora ne faccio parte e l’odore mi appartiene. Ed è un effluvio in questi giorni. Come i codazzi dietro ad un funerale, il vero dolore appartiene a pochi e il resto diffonde mormorii.

Questo mi fa pensare ad un altro personaggio di Schultz, qui c’è la “T”, non facciamo confusione. Sto parlando del testo teatrale di  William S. Burroughs “Le ultime parole di Dutch Schultz” (incentrato sulla morte del gangster Dutch Schultz, riesce a rendere il senso della vita e della morte con una potente drammaticità) e a questo punto avrete già capito che parlo di lui, del “Bisbigliatore”. Un personaggio con l’inquietante potere di condizionare chi lo ascolta. Il suo sibilo penetrante ripete frasi-slogan intenzionalmente preparate per  suggestionare ed influenzare la persona.

Otello, l'infido Iago

Otello, l’infido Iago

Così, come se qualcuno avesse detto: “…E adesso fa’ venire il Bisbigliatore…”, sento il sibilo a ripetizione delle stesse parole. Libertà, religione, guerra. Tutti i media, i social a ripetere gli stessi slogan. Una tragedia terribile, ma con un retroscena di cui poco si parla e che pochi di noi conoscono, neanch’io ad essere onesti. Un dietro le quinte fatto di giochi di potere e di nuovi “equilibri del terrore” come nel periodo della c.d. guerra fredda, quello che conta é tenere in scacco intere popolazioni.Se ci pensate le guerre fanno comodo a molti, distraggono da vecchie e nuove lottizzazioni mondiali, vuoi per i minerali, vuoi per i gasdotti e oleodotti, vuoi per posizioni strategiche, una partita a scacchi dove ci illudiamo di giocare e la religione fa sempre presa e comodo. Le crociate come campagne di evangelizzazione, avevano un movente poco cristiano, di tipo politico-economico e soprattutto la necessità di allontanare il crescente potere dei cavalieri dall’Europa.  Ma non andiamo così lontano, è ancora storia recente, l’uccisione sistematica di migliaia di uomini, donne e bambini ebrei. E furono proprio le idee sugli ebrei, “bisbigliate” per decenni in Germania, a fare dei tedeschi comuni dei carnefici, dice il popolare detto: «Dalla e dalla e si rompe il metallo». Anche in questo caso l’”accanimento” ha a che fare con una motivazione poco nobile: il denaro.  Le politiche del libero mercato, del libero commercio, la crisi economica, la posizione dei ceti medi indebolita dallo sviluppo industriale moderno, necessitavano di un capro espiatorio: l’Ebreo incarnava tutti i mali del mondo.olocausto

La frase furiosa pronunciata dal filosofo tedesco Theodor Adorno « Scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie », da’ il senso di questa tragedia che pare nessuno voglia ricordare bene.

Il “Bisbigliatore” parla tutte le lingue, questo è chiaro. Il suo sibilo seduce l’orecchio del cristiano, come quello del musulmano o dell’ebreo o del bianco o del «negro», distrae dal vero problema e condiziona, orientando e controllando il pensiero e le scelte dell’uomo comune. È questa la vera perdita della libertà.

Negli anni 50 in America « i commercianti di prugne secche avevano perduto ogni speranza di poter convincere gli americani a mangiare il loro prodotto… l’Associazione Californiana dei Produttori di Prugne chiese aiuto all’Istituto di Ricerca Motivazionale… L’immagine della prugna evocava negli americani sensazioni  spiacevoli… “vecchia zitella” e “rinsecchita”… “faccia di prugna vecchia”… “stitichezza”… Che fare? Il dottor Dichter, presidente dell’Istituto di Ricerca Motivazionale studiò bene la questione… occorreva che il pubblico la potesse “riscoprire” come un frutto nuovo di zecca. La prugna doveva essere il nuovo “prodotto-mera-viglia”…

Dal giorno alla notte la prugna diventò, grazie alla pubblicità… una leccornia prelibata…Le illustrazioni cambiarono… graziose fanciulle occupate a pattinare o a giocare a tennis… gli slogan erano squilli di tromba: “Mettete le ali ai piedi!”, oppure “Toccherete il cielo con un dito!”… Poco tempo dopo essa era definita dalla stampa l’unica eccezione nella crisi generale dei prodotti agricoli… la metamorfosi di Cenerentola»

Lo spiritoso brano è tratto dal volume “I persuasori occulti” del giornalista e sociologo statunitense Vance Packard.

Packard, già alla fine degli anni 50, metteva in guardia tutto il mondo sulla minaccia che rappresentava la “scienza della persuasione”. «Perchè», scrive sempre Packard «il sopruso più grave che molti commettono è, a mio avviso, il tentativo di insinuarsi nell’intimità della mente umana, il che, se sconfinasse in altri campi, politico, religioso, sociale, diventerebbe un pericolo grave. È questo diritto all’intimità della mente, ad essere liberi nella parte più interna di noi – che, io credo, abbiamo il dovere di difendere»

Liberazione, scultura di Zenos Frudakis

Liberazione, scultura di Zenos Frudakis

L’allarme lanciato da Vance Packard è stato ben poco recepito, la “persuasione” si è insinuata in modo subdolo in tutti i campi, odiamo senza sapere realmente il perché, votiamo soggetti costruiti da esperti d’immagine, crediamo a slogan che fanno leva sulle nostre paure, i disagi, i bisogni. E gridiamo nel momento della tragedia, poi, poi ognuno torna a casa col Bisbigliatore che sibila all’orecchio le paroline che più gli fanno comodo.

Deprecabile, ma giustificabile nel passato, quando una lettera e la relativa notizia impiegava mesi per giungere a destinazione, ma non oggi dove tutto avviene in tempo reale e tutti hanno qualcosa da dire.

Dovremmo invece conoscere. Solo il « sapere » è in grado di difenderci, di renderci soggetti attivi e liberi e non passivi “ripetitori” di parole, tanto da sembrare affetti da ecolalìa.

È facile convincerci che la prugna secca è un elisir di lunga vita, come può essere facile persuaderci che il nostro vicino di casa è un nemico, difficile è «sapere» che dietro la prugna ci sono i commercianti che devono vendere o che dietro la paura per il vicino di casa c’è un immobiliarista con un suo preciso disegno.

pecore-in-guerra

Intellettuali e soprattutto giornalisti farebbero la differenza nella ricerca delle verità e nella divulgazione di, se non tutto, almeno una parte di quello che è intricato conoscere per l’uomo della strada.

« Rendete visibile quello che, senza di voi, forse non potrebbe mai essere visto.» è il mio appello, usando le parole del regista francese Robert Bresson.

Sicuramente prima dovrebbero cambiare le intenzioni e comprendere bene la differenza tra informazione e manipolazione, prima di arrivare alla distruzione di massa (cerebrale) e a nuovi olocausti innescati dal “Bisbigliatore”.

Si, io sono Charlie, ma Charlie Brown. Anch’io come lui « soffro di claustrofobia nel mondo. »

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-Le immagini in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto.

(questo post è stato pubblicato anche su  lasantafuriosa)

Santa Spanò
Diceva Mark Twain: "Ci sono due momenti importanti nella vita: quando nasci e quando capisci perché". E io nacqui. Sul perché ci sto lavorando, tra la bottega, il mio blog http://lasantafuriosa.blogspot.it/ e... il resto ve lo racconto strada facendo.
Dimenticavo, io sono Santa!

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