Attila Jozsef: «L’inventario è pronto»

87esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)

Confido in me fin dall’inizio –

Per chi non ha niente, non è che

costi molto;

ad ogni modo non più che all’animale,

che se ne va

per sempre. Pur avendo paura

ho retto al mio posto – son nato

mi sono messo insieme e mi sono

distinto.

Ho anche pagato, secondo il dovuto

e a chi mi ha datisgrato, l’ho ripagato

con l’amore.

Se donna si è intrattenuta con me per

darmi ad intendere

davvero io l’ho creduta – e si contenti!

Ho lucidato navi, ho impanato

la gramigna,

tra signori intelligenti ho fatto il finto

tonto.

Ho smerciato semi di girasole, pane, libri

giornali, versi – quel che al momento

era più facile.

Non in lotte trionfali, né col cappio

al collo,

avrò fine in un letto, come spero a volte.

Come che sia, ormai l’inventario è pronto.

Ho vissuto – e di ciò sono morti altri.

[traduzione di Edith Bruck, da «Poesia # 200»]

(*) Ricordo che qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da 15 anni invia ad amiche/amici per 3 o 4 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni sabato fra le ultime poesie inviate quella da regalare alla “bottega” e io posto; per la verità questa settimana un msg cicalesco si è perso, così ho scelto io Attila József (dopo qualche incertezza su «datisgrato» ma vedo che è proprio così) nell’ultimo quintetto che vedeva anche Vincenzo Cardarelli, Tomas Tranströmer, Giuseppe Conte e Patrizia Cavalli. Dunque ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]

 

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