Autori minori del Gotico americano

di Gian Filippo Pizzo

Pizzo-Horror

La «Guida alla letteratura horror» (di Walter Catalano, Roberto Chiavini, Gian Filippo Pizzo e Michele Tetro (Odoya Edizioni, 2014) comprende 107 voci dedicate agli autori, 6 regionali (sugli scrittori che non hanno potuto avere un’entrata singola, raggruppati per lingua o nazione) e 7 sulle figure classiche, oltre a numerosi box tematici di approfondimento. Quella che segue è la voce dedicata agli Stati Uniti.

Se Charles Brockden Brown è stato il fondatore della letteratura statunitense, fu anche colui che iniziò la modernizzazione e l’americanizzazione del genere gotico, e in effetti – secondo il noto critico Leslie Fiedler – la narrativa americana non poteva che svilupparsi da quella “nera” inglese. Sono in America i giganti dell’horror: Poe nell’Ottocento, Lovecraft nella prima parte e Stephen King nella seconda metà del Novecento, e tanti altri dei 105 autori presenti in questa rassegna sono americani. Eppure l’elenco non è per niente esaustivo e altri ancora meritano almeno una citazione. Possiamo cominciare con Washington Irving (1783-1859), uno dei grandi della prima narrativa americana, inventore del soprannome “Gotham” attribuito a New York (utilizzato in particolare nei fumetti di Batman), cui si devono diversi racconti orrorifici, da “Lo sposo fantasma” (“The Specter Bridegroom”, 1820) a “Il Diavolo e Tom Walker” (“The Devil and Tom Walker”, 1824), da “Dolph Heyliger” (1822) a “La leggenda di Sleepy Hollow” (“The Legend of Sleepy Hollow”, 1819), ben noto per la riduzione filmica Il mistero di Sleepy Hollow di Tim Burton (1999). Jack London (1876-1916) non fu solo il cantore della vita selvaggia ma gli si devono opere appartenenti un po’ a tutti quelli che oggi si definiscono generi. Per il gotico, assieme a molti racconti ancora inediti (ad esempio “The Leopard Man’s” del 1903 e “The Francis Spaight” del 1905) citiamo il fanta-horror “Il rosso” (“The Red One”, 1918), con lo scontro con una creatura aliena in una foresta tropcale, “Le mille e una morte” (“A Thousand Deaths”, 1899) e “Chi ci crede ai fantasmi?” (“Who Believes in Ghosts?”, 1895), oltre al romanzo catastrofico La peste scarlatta (1915), dove un’epidemia provoca il crollo della civiltà lasciando i pochi superstiti in balia degli istinti primordiali. F[rancis] Marion Crawford (1854-1909) è citato a proposito di vampiri e fantasmi, ma gli si deve molto di più: il romanzo La strega di Praga (1891) e diversi racconti tra i quali “Il fantasma della bambola” (“The Doll’s Ghost”) e “Il teschio che urla” (“The Screaming Skull”, 1908), presenti assieme ad altri nella raccolta La cuccetta superiore e altri racconti. Charlotte Perkins Gilman (1860 -1935), femminista utopista e conferenziere, scrisse un classico della narrativa al femminile con il delirante La tappezzeria gialla (1890), concepito dopo una crisi di depressione post partum e che rientra nel nostro discorso perché racconta l’angoscia di una donna rinchiusa per motivi di salute per tre mesi in una stanza tutta gialla, colore che la protagonista finirà per odiare. Di Edward Lucas White (1866-1934) conoscevamo solo due racconti, peraltro notevoli e più volte ristampati, “Lukundu” (“Lukundoo”, 1925) e “La casa dell’incubo” (“The House of the Nightmare”, 1906), dunque dobbiamo essere grati alla piccola casa editrice Dagon Press di Pietro Guarriello che nel 2011 ha dato alle stampe Luckundoo e altre storie, permettendoci di conoscere a fondo questo scrittore eclettico i cui racconti possono essere di volta in volta accostati a quelli di Lord Dunsany come di Edgar Poe, di H. Rider Haggard come di Jean Ray, di Bierce o di Hodgson. E. Hoffman Price (1898-1988), amico e collaboratore di Lovecraft, pubblicò molto su Weird Tales, ma i suoi racconti – tra i quali ricordiamo in particolare “La Sfinge grigia” (“Gray Sphinx”, 1975), “Apprendista stregone” (“Apprentice Magician”, 1939) e “La ragazza di Samarcanda” (“The Girl from Samarcand”, 1929) in Italia sono dispersi in antologie, soprattutto quelle dedicate a Weird Tales e ai Miti di Cthulhu. Un altro assiduo del mitico pulp fu Frank Belknap Long, ma di lui diciamo meglio altrove, in particolare a proposito del Circolo Lovecraft. Anche Carl [Richard] Jacobi (1908-1997) è stato collaboratore di svariate riviste pulp ma in particolare proprio di Weird Tales con numerose storie poi raccolte in tre antologie pubblicate dalla Arkham House dal 1947 al 1964 e mai tradotte in Italia, dove sono però uscite due antologie comprendenti il meglio della sua produzione anche successiva, Rivelazioni in nero e Ritratti al chiaro di luna, che comprendono chicche come i lovecraftiani “L’acquario” (“The Aquarium”, 1962) e “La porta del corvo” (“The Corbie Door”, 1947), un classico sul tema delle infestazioni come “Cose spiacevoli a Carver House” (“The Unpleasantness at Carver House”, 1967), il notevole “Matthew South & Co.” (1949) sulla problematica del Doppelgänger, eccetera. Charles G. Finney (1905-1984) è l’autore di un libro di culto, Il circo del dottor Lao (1935), irriverente e immaginifico, per la verità più fantastico che horror, ma che possiamo tenere presente per l’impatto che le mitologiche creature del circo in questione hanno sulla popolazione della cittadina che lo ospita. Russell Kirk (1918-1994) è stato molto noto come politologo conservatore ma ha anche avuto un’attività letteraria (tre romanzi e ventidue racconti tutti di genere fantastico-orrorifico) poco nota da noi, ma il suo racconto migliore, “C’è una lunga, lunga strada tortuosa” (“There’s a Long, Long Trail A-Winding”, 1976) è apparso almeno sette volte in altrettante antologie. Tom Tryon (1926-1991), attore hollywoodiano e di telefilm (interprete principale di Ho sposato un mostro venuto dallo spazio, 1957), dopo aver visto Rosemary’s Baby decise di lasciare la recitazione e dedicarsi alla scrittura, dando alle stampe una serie di libri di successo, firmati come Thomas Tryon, tra i quali ci interessano soprattutto L’altro (1971) e La festa del raccolto (1973), il primo una raffinata storia di fantasmi di impianto classico che inserisce nella vicenda anche il tema del doppio e la schizofrenia, il secondo una anticipazione del kinghiano “I figli del grano”, che come quel racconto parla di una comunità isolata e tradizionalista in cui il folklore nasconde terrificanti riti pagani.

Passiamo ai contemporanei. Michael Bishop (1945-) è più noto per la fantascienza, ma ha scritto un romanzo che sebbene in maniera soft rientra nel genere ed è talmente bello da non poter essere tralasciato. Fragili stagioni (1994) è una sorta di seguito di Frankenstein: la Creatura è sopravvissuta ai secoli, è diventata colta e raffinata, e nel 1943 si trova in America a giocare in una serie minore di baseball, con i compagni che lo guardano con sospetto… Dello stesso autore è da segnalare Who made Steve Crye? (1984), definito una “metafiction” soprannaturale, che aspetta ancora un’edizione italiana. Nancy Kilpatrick (1946-), poi naturalizzata canadese, è autrice di una saga vampirica adult fantasy detta Ciclo del Potere e del Sangue, iniziato con La notte dei vampiri del 1996 e giunto nel 2000 alla quarta puntata con Gli amori del vampiro. Si tratta di romanzi in cui viene ripristinata la figura del vampiro come essere malvagio e succhiasangue, ma dall’erotismo piuttosto spinto, che l’autrice addirittura esaspera nella serie Darker Passions – inedita in Italia – in cui rivisita in chiave decisamente sessuale classici quali Dracula, Carmilla, Dr. Jekyll e Frankenstein. Barbara Hambly (1951-), conosciuta nel nostro Paese per alcuni romanzi fantasy, ha scritto anche una quadrilogia sui vampiri di cui è arrivato solo il primo, Cacciatori delle tenebre del 1988, vincitore del premio Locus quale miglior romanzo horror dell’anno (mentre l’immediato sequel Traveling With The Dead del 1995 si aggiudicò il premio Lord Ruthven). A David Niall Wilson (1959-) si deve Il Vangelo della Maddalena (1999), che mescola abilmente finzione e tradizione religiosa (basata sull’apocrifo Vangelo di Giuda) raccontandoci una storia parallela della vita di Maria Maddalena, qui non redenta da Gesù ma vittima del Diavolo e condannata a essere dannata, che alla fine saprà sacrificarsi per la salvezza dell’Uomo ottenendo la salvazione. Bret Easton Ellis (1964-) è famoso per i suoi noir violenti e realistici, ma almeno due rientrano anche nel nostro discorso: American Psycho (1991) e Lunar Park (2005). Il primo è la storia di uno yuppie che la notte diventa un torturatore pluriomicida: ne fu tratto nel 2000 il film omonimo (diretto da Mary Harron) che elimina la satira e lo humour nero presenti nel libro. Il secondo è un pastiche semi-autobiografico che mescola personaggi reali e fittizi e racconta di uno scrittore che scrive di fantasmi e avvenimenti soprannaturali, di nome Bret Easton Ellis: l’identità tra autore e personaggio più che confondere il lettore finisce per coinvolgerlo in quella che, tutto sommato, è una indagine sul rapporto tra genitori e figli. Brian Keene (1967-) è l’ultimo arrivato in Italia con il romanzo I vermi conquistatori (2006), sebbene avesse al suo attivo il premio Bram Stoker nel 2003 per The Rising (e un altro precedente per la saggistica). I vermi conquistatori, ottimamente scritto con uno stile che fa partecipare il lettore alle scoperte del protagonista, è un romanzo post apocalittico narrato in prima persona che descrive la conquista della Terra da parte di vermi e lombrichi anche di grandi dimensioni. Finiamo con una “strana” coppia, quella formata da Chuck Hogan (1968-), lo scrittore de Il principe dei ladri, e Guillermo del Toro (1964-), il regista de Il labirinto del Fauno (2006): i due hanno scritto una trilogia composta da La progenie (2009), La caduta (2010) e Notte eterna (2011), diventata una serie televisiva di successo negli U.S.A., The Strain. La storia, condotta inizialmente con i ritmi di un police procedural, è quella di un misterioso morbo di origine soprannaturale che uccide o trasforma gli uomini in esseri a metà tra vampiri e zombi. (GFP)

Bibliografia italiana essenziale:

Washington Irving, Racconti fantastici, Donzelli 2003; Il mistero di Sleepy Hollow e altri racconti, Newton & Compton 2011; Dolph Heyliger, Solfanelli 1989; Jack London, La peste scarlatta (The Scarlet Plague), Adelphi 2009; Le mille e una morte (A Thousand Deaths), Adelphi 2006; F. Marion Crawford, La cuccetta superiore e altri racconti, Polistampa 1998; La strega di Praga (The Witch of Prague: A Fantastic Tale), Garden Editoriale 1991; Charlotte Perkins Gilman, La carta da parati gialla (The Yellow Wallpaper), La Vita Felice 2011; Edward Lucas White, Luckundoo e altre storie, Dagon Press 2011; Carl Jacobi, Rivelazioni in nero, Dagon Press 2010; Ritratti al chiaro di luna, Dagon Press 2010; Charles G. Finney, Il circo del dottor Lao (The Circus of Dr. Lao), Meridiano Zero 2013; Thomas Tryon, L’altro (The Other), Mondadori 1973; La festa del raccolto (Harvest Home), Mondadori 1979; Michael Bishop, Fragili stagioni (Brittle Innings), Fanucci 1995; Nancy Kilpatrick, La notte dei vampiri (Child of the Night), Newton & Compton 2005; Gli amori del vampiro (Bloodlover), Newton & Compton 2009; Barbara Hambly, Cacciatori delle tenebre (Those Who Hunt the Night), Nord 1991; David Niall Wilson, Il Vangelo della Maddalena (This is My Blood), Gargoyle 2006; Bret Easton Ellis, American Psycho, Einaudi 2005; Lunar Park, Einaudi 2007; Brian Keene, I vermi conquistatori (The Conqueror Worms), Edizioni XII 2011; Urania Mondadori 2014; Chuck Hogan e Guillermo del Toro, La progenie (The Strain), Mondadori 2011; La caduta (The Fall), Mondadori 2011; Notte eterna (Night Eternal), Mondadori 2012.

 

AD AGOSTO, SI SA, IN QUESTO STIVALE MAL MESSO DI UN PIANETINO PERIFERICO IN UN SISTEMA SOLARE IMPERFETTO IN UNA SECONDARIA GALASSIA… SI RALLENTA: LO FARA’ ANCHE LA “BOTTEGA”, INCLUSO IL SUO «MARTE-DI’». Ma a compensare le molte assenza tenete d’occhio «il meglio», ogni giorno alle 14. (db)

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