AVENDO, STIAMO (EXTENDED VERS.)
(Roba del Pabuda…)
avendo quasi tutte
le risposte: pronte,
accessibili in fretta,
ben immagazzinate:
nelle macchine,
nelle basi di dati,
nelle connessioni
e nei reticolati,
in elenchi sterminati
in archivi anonimi
memorizzati:
stiamo disimparando
a farci delle domande,
ch’era il primo passo –
quando pensavamo –
per avventurarci:
a pensare,
a spremer le meningi,
a rovistar tra le volute,
a tirare a casaccio,
ad andar per tentativi,
a chiedere in giro,
a rettificare,
confermare o smentire
aggiustando il tiro,
a spararla grossa,
a correggere, sbagliare,
poi facendo
marcia indietro
senza doversi vergognare,
a consultare:
annosi almanacchi,
testi sacri, appunti, ricordi
e ad almanaccare:
con tutta la fatica
e la soddisfazione divertita
che simili attività
posson procurare.
magari esagero,
però ci stavo pensando
e volevo fartelo sapere.
.-.
(nell’illustrazione: immagine PET del cervello d’un coetaneo del Pabù)
a proposito…
non ho mai saputo
cosa siano questi onnipresenti
potentissimi cookie
e mi piacerebbe saperlo
per esserne felice.
Ah-ha. A proposito di almanaccare e conservare. Pabuda: esiste un’antologia delle tue poesie? Se esiste: dove la possiamo trovare? Se non esiste: fai attenzione ai Marvin di questo mondo. Immagino che tu abbia visto Paterson. Abbiamo bisogno di poesia. Continua a ricordarci della nostra umanità con la tua poesia. Fai un’antologia. Per te, ma anche per noi, presenti e futuri. Se mi capisci: ah-ha. Ah-ha?
ciao Ago! Ti capisco? Forse. Marvin boh, Paterson nix. Un libretto intitolato VERSO QUALCOSA, con un po’ di poesie (35) e tre storie brevi, scritte ormai parecchio tempo fa, è questo: http://www.pabuda.net/verso-qualcosa-il-libro/
Devono averne ancora qualche copia l’associazione Todo Cambia di Milano e l’autore stesso. Scrivimi a info@pabuda.net ché ci organizziamo.
Comunque, tutta la roba scritta dal Pabuda è disponibile nel suo blog-magazzino: http://www.pabuda.net
Ciao Pabuda! Grazie per la risposta! Va benissimo che ciò che hai scritto si trova su pabuda.net, ma secondo me andrebbe ancora meglio ristampare qualche copia in più. Sono abbastanza sicuro che gli alberi capirebbero e approverebbero, e sarebbero d’accordo con me e immagino molt* altr*: ciò che scrivi e l’umanità con cui lo fai merita di essere conservato a lungo, magari secoli, in un modo più materiale, diffuso e robusto, piuttosto che per mezzo di un fragile archivio elettronico — senza offesa per gli elettroni! A volte la carta è meglio. Di nuovo grazie. Ciao!