Baraghini mostro, Baraghini eroe

Il papà di Stampa Alternativa lancia un appello ai giornalisti ma c’è dell’altro; e mi pare che riguardi tutte/i

 

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Leggo su «il manifesto» del 21 giugno questa lettera di Marcello Baraghini sotto il titolo «Stampa Alternativa appello ai giornalisti – Baraghini, l’editto dell’Ordine».

Sanzionato per troppi diritti civili. Cinquant’anni da giornalista pubblicista e più di cinquanta come strenuo militante per i diritti civili, formato alla scuola prima di Marco Pannella e poi di Ferruccio Parri, non mi hanno risparmiato, il 16 gennaio scorso, l’apertura di un procedimento disciplinare nei miei riguardi, suggerito dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e istruito dal Collegio di Disciplina dell’Ordine Toscano: «per quanto pubblicato dalla testata on-line Stampa Alternativa in merito alla Press Card 2015 (…) in quanto i modi e i termini impiegati giornalista patentato e Tessera Libera Tutti, possono configurare un atteggiamento equivoco e in contrasto con la dignità professionale (…)».

A nulla è valso il mio ricorso, confortato da cinquant’anni passati in difesa della libertà di stampa e dell’informazione e avvalorato, per giunta, dai “servizi” offerti a più di trecento testate autogestite, prive di un direttore responsabile iscritto all’Ordine. In questi anni, infine, decine di giornalisti pubblicisti e professionisti hanno contribuito alla costruzione di un catalogo editoriale prestigioso, quello di Stampa Alternativa, insieme, anche, ai titolari della Press Card, causa del procedimento.

All’unanimità, i componenti del Collegio di Disciplina mi hanno sanzionato con: «due mesi di sospensione (…) disponendone comunicazione al Tribunale di Roma».

Di fronte alle mie ragioni, la sordità dell’Ordine Regionale e Nazionale dei Giornalisti, e l’indifferenza di fronte al precipitare, nel nostro Paese, della libertà di stampa – nella classifica di «Reporter senza frontiere» siamo a uno degli ultimi posti al mondo dopo il Botswana – mi spingono a non presentare impugnativa alla sanzione, ma piuttosto a rivolgermi a tutti quei giornalisti – sia che abbiano già collaborato con Stampa Alternativa, insieme a scrittori, curatori, traduttori, editor, sia che abbiano semplicemente a cuore le sorti della libera informazione in Italia – che ritengono ingiusta la sanzione nei miei confronti.

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Curiosa coincidenza, sempre ieri «Il fatto quotidiano» parlava di Marcello Baraghini ma per tutt’altre ragioni. Sotto il titolo «La nuova vita dei cari, vecchi Millelire», Valerio Venturi raccontava che adesso «l’opera omnia di Mille lire è gratis, a zero euro» al link stradebianchelibri.com/millelire. Stiamo parlando della «Lettera sulla felicità» di Epicuro, il primo titolo a 1000 lirette che nel 1989 scalò le classifiche e costrinse gli altri editori ad abbassare i prezzi; di molta poesia, in testa Alda Merini, allora quasi sconosciuta; di saggistica e di guide “sovversive”; di «Papalagi» (*) altro bestseller; di Francois Rabelais e Jean Ziegler, di Antonin Artaud e Vauro, di Giovanni Papini e Josè Saramago, di Luciano Bianciardi e Andre Gidè… Centinaia di titoli – non tutti memorabili, sia chiaro – per «20 milioni di libriccini», come scrive Venturi.

Anni fa intervistai Marcello – lo chiamo così perché è un vecchio amico – e lui mi confidò che con i Millelire si stava “rovinando” mentre tutti pensavano si fosse arricchito: nel suo entusiasmo infatti aveva fatto male i conti, invece di guadagnare una lira ogni libretto… ne perdeva; dunque più vendeva e più – una liretta per volta – si incasinava.

Nell’articolo de «Il fatto» è citata una bella frase di Marcello: «Ho sempre detto che il codice a barre è un codice a sbarre e che bisogna appunto evadere. Il copyright è morto». Anche per questo, tutto il catalogo Millelire è in rete: free. Evviva.

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E’ chiaro che la mia scelta di fare un post così, mescolando il Marcello “criminale” – secondo l’Ordine dei giornalisti – al Marcello “santo” dell’editoria popolare è in primo luogo una dichiarazione d’amore per entrambi. Ci sarà qualcun* che obietterà: però-peron-pompero quella volta Baraghini ha detto una stupidaggine, quell’altra volta fece un brutto libro… Vero: dal 1970 a oggi sarebbe impossibile azzeccarle sempee e comunque ci sono legittimi punti di vista differenti su argomenti delicati. Ma io chiedo a tutte/i di mettere da parte quella critica di 10 anni fa e quel disaccordo del 1993 per sostenere Marcello nella sua sfida all’Odg. Con ogni evidenza non si tratta dei “due mesi di sospensione” ma di una questione che riguarda la “libertà di stampa” in un Paese dove quel poco che ne resta viene gravemente attaccata ogni giorno. Io mi schiero con lui. E spero che molte/i lo faranno, persino un po’ di giornaliste/i che non si sono arresi a soldi e ricatti, a cinismo e paure, a “tengofamiglia” o magari alla sindrome da Clark Kent.

 

Baraghini per quel che posso dirgli

Innanzitutto buondì Marcello, un po’ che non ti vedo. Stai bene? Rispetto a questa assurda vicenda, cosa posso fare di concreto? Da circa 25 anni sono iscritto all’Odg – da poco pensionato – come “professionista” e dichiaro ufficialmente che trovo ingiusta la sanzione contro di te. Aggiungo che in questi anni ho fatto, senza pensarci, un lavoro parallelo alla Press Card, dando gratis la mia disponibilità a dirigere le testate (una delle tante è «Pollicino Gnus», di altre so quasi zero) senza esercitare il dovuto “controllo”. C’è qualcosa che posso fare o possiamo fare insieme?

(*) Combinazione: di «Papalagi» si è parlato da poco in “bottega”: è qui Papalagi – Discorsi del Capo Tuiavii di Tiavea delle Isole Samoa

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

2 commenti

  • Assurdo. Sfido a trovare qualcuno che ha fatto più di Baraghini per la libertà di stampa e di espressione in questo paese. E’ grazie a lui che a vent’anni o giù di lì pubblicai la mia prima fanzine assieme a tre compari (Ciafofurbo) e poi un’altra ancora da solo (Sacrabolt). E come me e i miei amici tanti altri in tutta Italia hanno cominciato a scrivere e pubblicare su fanzine autoprodotte di cui Baraghini era direttore responsabile, il più delle volte senza averle mai viste! Un grande. Gli sarò sempre grato per questo, oltre ovviamente ai molti preziosi libri di Stampa Alternativa che ha pubblicato. Cosa dire all’Ordine dei giornalisti per questa azione…fanno pena.

  • Che dire, l’Ordine dei Giornalisti a me sembra un’entità fin troppo astratta e verticistica, e soprattutto, sotto alcuni punti di vista, forte con i deboli e deboli con i forti.
    Di certo le sanzioni a personaggi che dis(informano) in Rai non arrivano quasi mai o solo quando proprio non ne possono fare a meno. Il caso Vespa che ha intervistato Riina junior sarebbe stato da sanzionare con l’esclusione immediata.

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