Bastano 50 centesimi…

… per la follia di Erasmo
di Fabrizio Melodia
«In primo luogo se la saggezza consiste nell’esperienza,

chi merita di più che gli venga attribuito il nome prestigioso di saggio, il sapiente, che rinuncia a qualsiasi iniziativa vuoi per ritegno vuoi per viltà, o l’insensato, che né ritegno che gli manca, né il pericolo che non valuta, trattengono da alcuna avventura? Il sapiente si rifugia dai suoi libri antichi e ne impara soltanto sottigliezze linguistiche. L’insensato ricava una autentica saggezza, se non mi sbaglio, andando incontro alle cose e affrontandole da vicino. Sembra che questo l’abbia visto Omero, anche se era cieco, quando dice: “Avendone fatto esperienza anche lo stolto sa”. Infatti gli ostacoli principali per farsi un’idea delle cose sono il ritegno che annebbia lo spirito e la paura, che mostrando i pericoli distoglie dal prendere iniziative. La follia libera magnificamente da entrambi. Fra i mortali sono in pochi a capire per quanti altri vantaggi riesca utile non vergognarsi mai ed essere pronti a tutto». Così Erasmo da Rotterdam in «Elogio della follia».
E’ la seconda volta, in pochissimo tempo, che torno qui in blog a parlare specificamente di Erasmo cioè di un filosofo classico, tra i più conosciuti e pubblicati, e amato per la sobrietà della scrittura e la finezza del pensiero.
Dai «Quaderni Neri» di Heidegger, che tanto scalpore hanno suscitato anche in questa sede, ora vengo a parlare del filosofo rinascimentale Erasmo da Rotterdam, che torna a dar notizia di sé proprio in edicola, con la pregevole iniziativa del SOLE 24 ORE, che ogni martedì pubblicherà «Gli indispensabili» classici del pensiero politico a soli 50 centesimi.
Dopo «Il principe» e «Elogio della follia» («della pazzia» in questa versione) seguiranno «La felicità» di Seneca, «L’arte di ottenere ragione» di Arthur Schopenhauer, «Così parlò Zarathustra» di Friedrich Nietzsche e altri.
«L’elogio della follia» è decisamente una lettura che purifica le tubature del pensiero ormai ostruite dalla spazzatura massmediatica in cui ormai è ridotta l’attività politica in Italia. La follia è protagonista indiscussa di questo libro, apre le scene in prima persona per mettersi in colloquio con altri colleghi, quale Hedone (piacere) o Kolakia (Vanità): Morìa elogia se stessa quale portatrice di gioia e spensieratezza, l’unica forza che possa contrastare la castrante forza a tirare in basso da parte della Chiesa cattolica, ordini monastici compresi.
Testo da riscoprire per una pulizia totale, una buona formattazione del disco rigido e l’installazione di un sistema operativo più efficiente. All’insegna della follia, è ovvio: «La vita umana nel suo insieme, non è che un gioco, il gioco della pazzia». Come non pensare alle parole dette dal fondatore della Apple, Steve Jobs ai neolaureati a Stanford: «Stay angry, stay foolish!» (Siate affamati, siate folli).
Erasmo da Rotterdam, nel suo fiero rinascimento in cui l’uomo finalmente sollevava se stesso, ci propone l’attualità della follia come forza positiva visionaria, propria di quelle persone che impegnano loro stesse per cambiare il mondo in meglio. Chissà se fra gli editori di «Il Sole-24ore» ce ne sono.

Redazione
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