Ben pensato, vecchio Isaac (1)

Ovvero: la necessità di rileggere Asimov e in particolare il racconto «Diradamento selettivo».

Forse capita anche a voi di pensare: cosa si diranno davvero quei 4 (o 20) vampiri della Bce, di Fmi, Wto, Bm o di qualche Vertice presunto G? Quando sono sicuri di non avere testimoni scomodi, lor-vampiri diranno la verità? In ogni caso parlano un’altra lingua e dunque c’è bisogno di un traduttore: «esodati» vuol dire cacciati via con gli imbrogli e se molte persone si ammazzano – per i debiti o per il lavoro che non c’è – il capo del governo italiano scandisce che «il capitale umano è svalutato»…. meglio puntare sui nuovi F-35, indispensabili cacciabombardieri. E ancora: «L’Europa lo chiede», «i mercati mandano a dire», oppure «la Grecia non ha scelta».

Ho pensato di recente che i suddetti lor-vampiri forse stanno valutando un «diradamento selettivo». Cos’è? Ecco come lo raccontò Isaac Asimov nel febbraio 1976 sulla rivista «Analog»; in italiano il racconto uscì l’anno seguente nella «Antologia del bicentenario n. 2» (su Urania 738 e successive ristampe) nella traduzione di Beata della Frattina.

Tre avvertenze. Ho omesso il finale per invogliarvi a cercare il racconto e/o… a immaginarlo da voi. Ovviamente ho riassunto il testo anche perchè Mondadori crede nel copyright (io no). Infine ho lasciato la data 2005 ma voi, furbi come faine, tradurrete 2015 o giù di lì.

Ed eccoci al (breve) racconto di Isaac Asimov.

La scoperta del dottor Aaron Rodman è «il più grande dono alla salute umana da quando Pasteur aveva elaborato la teoria dei germi».

Ma, gli dicono, se finisse «nelle mani sbagliate»… Si tratta infatti di una lipoproteina (non di un virus come qualcuno si ostina a tradurre) cioè di un «veleno selettivo».

Così Rodman viene messo in isolamento.

Siamo nel 2005 e la terra è sovrappopolata. O meglio sovraffamata: «un miliardo di esseri umani erano morti di fame, nella penultima generazione, e altri sarebbero morti».

Peter Affert, il presidente della «Organizzazione mondiale per l’alimentazione» (suona un po’ come la Fao) va spesso a chiacchierare con Rodman. Fra una partita a scacchi e l’altra parlano delle riserve dei viveri, di egoismo e di «triage». Per chi non lo sapesse il triage è un sistema selettivo – riassume Asimov – al quale si ricorre «nelle circostanze in cui non potendo salvare tutti bisogna scegliere chi lasciare in vita e chi far morire».

Passando dalla teoria alla pratica, Affert propone a Rodman di collaborare alla soluzione del problema cibo: «se mandassimo viveri e questi contenessero qualcosa di letale, poi non sarebbe più necessario inviare altri rifornimenti in quella regione». Rodman è sbigottito ma Affert obietta: «Non soffrirebbero».

Quando Rodman prova a farlo ragionare sulla uccisione di miliardi di persone, Affert precisa: «Non parlo di uccidere ma di fornire a quella gente l’occasione di morire». (E’ la neo-lingua orwelliana quella che già ci insegna che ci sono guerre per la pace; che non esistono i poveri ma i diversamente ricchi).

Tormiamo al racconto.

Rodman si rifiuta di collaborare a un triage su scala mondiale ma il “tecnico” Affert inizia a minacciarlo.

«Quasi tutti i giorni andava a trovarlo qualche funzionario ben pasciuto. Rodman stava diventando molto suscettibile al modo in cui tutti insistevano sulla necessità di sopprimere gli affamati mentre loro erano ben pasciuti».

Le minacce sono raffinate… Niente torture. Semplicemente, dicono a Rodman, verranno tolte le tessere per il cibo «a vostra figlia, suo marito e i loro bambini».

Rodman sembra cedere e chiede un incontro al massimo livello per decidere “come”.

Il finale è all’altezza della provocazione. Rodman non collaborerà con il “triage umanitario” e anzi…

Buona lettura per chi non lo ricorda o non lo ha mai incrociato.

NOTICINA

Se state pensando che nel titolo c’è (1) e dunque prima o poi arriverà un «Isaac (2)»… posso io prendermi l’ardire di impedirvi questa speranza? Altrimenti detto: il (2) ve lo assicuro, se poi qualcuna/o vuole scrivere – al mio posto – anche un «Isaac (3)» beh sono forse io il signore degli universi che può impedire il libero arbitrio di voi umani o umanoidi? Quanto alla collocazione certo è martedì, fantascienza; ma il triage non vi sembra – tanto per parafrasare il titolo di un’altra rubrica qui nel blog – a un palmo dal vostro culo?

Altro discorso (chi passa da qui lo avrà già orecchiato). Perchè questa fantascienza nella scuola italiana non riesce a entrare? Fra gli anni ’80 e ’90 con Riccardo Mancini pubblicammo due libri – “Immaginare futuri” per la media superiore e “Imparare dal futuro” per la inferiore, ora fuori catalogo – con La Nuova Italia: furono adottati in alcune scuole e sperimentammo con insegnanti e studenti letture, giochi, analisi, in qualche caso esperimenti. Perchè allora non ritentare – mi rivolgo alla piccola comunità di insegnanti e formatori/formatrici fuori dalle logiche di mercato – con pubblicazioni e proposte di lavoro mirate su quella ricerca del domani, sui diversi sentieri del futuro che in teoria sono questione centrale dei nostri giorni ma in pratica vengono sempre ignorati nella comunicazione con le ultime generazioni? (db)


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