Beppe Pavan: l’oscuro (s)oggetto del desiderio

Sapete cosa mi piace di più del mio gruppo Uomini in Cammino? E’ quando qualcuno dice, con commovente convinzione: “Non vedo l’ora che arrivi il giovedì del gruppo, perché qui con voi sto veramente bene”.

Sapete cosa sta succedendo dopo l’incontro di Maschile Plurale del 9 e 10 ottobre a Torino? Che molti dicano e scrivano: “Che bell’incontro, finalmente!”… e che Claudio mi abbia addirittura telefonato “solo” per dirmi quanto è stato contento di avervi partecipato.

Non è usuale, vero? Non succede spesso di sentire forte il desiderio di comunicare questa che, a distanza di qualche giorno, non è più “solo” un’emozione, ma è ormai un pensiero. Sempre emozionante.

Certo, non mi è facile raccontare cosa sia successo in quei due giorni. O, meglio, quello che ci siamo detti sabato. Bisogna esserci: non ci sono alternative.

Domenica abbiamo incontrato presidenti e rappresentanti di gruppi e associazioni che “si occupano” di prostituzione e di tratta. In realtà cercano soprattutto di entrare in relazione, con rispetto e cura, con persone (donne, trans, uomini) che sono vittime di violenze inaudite da parte di chi (uomini e donne) sceglie di arricchirsi sfruttando la desiderabilità dei loro giovani corpi. Sul mercato del desiderio sessuale maschile.

Di questo abbiamo parlato, tra noi uomini, nella giornata di sabato: delle nostre fantasie e dei nostri immaginari sessuali, che, dalla pubertà alla tomba, hanno per protagoniste quasi sempre donne e il nostro desiderio di “farne ciò che ci viene voglia”.

Ecco: questo è il punto. Abbiamo preso consapevolezza che queste fantasie sono comuni a pressoché tutti gli uomini – se noi trenta, che eravamo lì, e gli altri, con cui avevamo condiviso lo scambio nelle riunioni preparatorie dei gruppi locali, possiamo considerarci, su questa questione, un campione credibilmente rappresentativo della parte maschile maggioritaria del genere umano.

Chi la pensa diversamente è vivamente pregato di entrare nello scambio e raccontarci il suo pensiero. Noi ci siamo detti: sulla base delle nostre fantasie sessuali siamo tutti potenziali clienti di prostitute.

Poi c’è chi ne prende consapevolezza e sceglie di non comprare prestazioni sessuali, da subito o dopo qualche “esperienza”; c’è chi ne diventa dipendente; c’è chi non trova altre “alternative” per riempire la propria solitudine…

C’è molta “educazione”, nella vita degli uomini, a considerare normale più la “caccia alle donne”, in tutte le varianti possibili e immaginabili, che la “relazione di rispetto e cura” con ogni persona diversa da noi per sesso, età, cultura, provenienza, colore, ecc. ecc. Da dove ci viene l’educazione che riceviamo? Da genitori, parenti, amici, insegnanti, preti, ambienti culturali… Che, a loro volta, sono stati formati… e così via. Sembra una catena ininterrompibile.

Ma che la prostituzione sia il “mestiere più antico del mondo” è uno stereotipo, utile a mantenere gli uomini sopra e le donne sotto: non solo nella posizione classica del missionario, ma in tutti i luoghi della vita sociale.

I nostri gruppi di autocoscienza maschile a questo servono: a radicare in ciascuno la consapevolezza della convenienza a liberarci dalle dipendenze e dai complessi di superiorità. A cominciare proprio nei confronti delle donne.

Così si capisce perché domenica mattina dalle associazioni presenti abbiamo ricevuto parole di riconoscimento e di incoraggiamento. E idee per ulteriori collaborazioni.

Perché dal cambiamento maschile viene una mano forte a chi – donne in prima fila, non necessariamente femministe consapevoli – continua con tenacia a desiderare di vivere in un altro mondo, che le nostre pratiche di cambiamento e di liberazione dal giogo patriarcale stanno rendendo possibile.

Per contattare Beppe: carlaebeppe@libero.it

 

UNA NOTA E QUALCHE CONSIGLIO DI LETTURA

Quando codesto blog stava per andare in letargo (confronta “Mi fermo qui”)… nel cyber-space stava viaggiando questo bel commento di Beppe all’incontro nazionale di Maschile Plurale (a Torino il 9 e 10 ottobre) del quale avevo già dato notizia. Di oscuri oggetti (e soggetti – attenzione) del desiderio, cioè dell’immaginario sessuale maschile e della domanda di prostituzione bisognerebbe parlare trta uomini fuori dai denti, forse con la vergogna di non avere vergogna. Prima o poi ci proverò. Mi piacerebbe trovare i modi, la sensibilità e i complici (le complici?) per farne una sorta di “Scimmie verdi”. Non è facile. Chissà.

Nel frattempo approfitto di queste ultime ore pre-letargo per rispondere a una domanda (di due persone, una che oltretutto non conosco e dunque non posso risponderle privatamente) su una mini-bibliografia intorno alle riflessioni di alcuni (ben pochi) uomini italiani intorno al patriarcato vecchio e “nuovo”, al dominio e all’immaginario maschile.

Fra i libri che ho letto negli ultimi anni ne segnalo (in ordine cronologico) alcuni.

1 – “Genere e mascolinità: uno sguardo storicoè una raccolta di dodici saggi, curata nel 2000 per Bulzoni (344 pagine per 20,66 euri) da Sandro Bellassai e Maria Malatesta.

2 – “La mascolinità contemporanea” di Sandro Bellassai è uscito nel 2004 da Carocci (9 euri per 128 pag) nell’agile e ben curata collana Le Bussole.

3 – Ancora per Carocci e ancora Sandro Bellassai: “La legge del desiderio” ovvero “Il progetto Merlin e l’Italia degli anni Cinquanta” (190 pagine per 16,50 euri), un libro che avrebbe meritato grande visibilità e non solo per capire “come eravamo”.

4 – Nel 2007 è uscita da Utet (360 pag, 22 euri) “Mascolinità all’italiana: costruzioni, narrazioni, mutamenti” a cura di Elena Dell’Agnese ed Elisabetta Ruspini con prefazione di Chiara Saraceno: è una raccolta di saggi molto eterogenei (Marco Deriu per esempio scrive del “movimento” dei padri separati mentre Ester Gallo indaga su uomini “di casa” e uomini “veri” nelle esperienze degli immigrati indiani a Roma, per fare due soli esempi).

5 – “Essere maschi”, sottotitolo “Tra potere e libertà”, uscito nel 2009 da Rosenberg & Sellier (260 pagine, 18 euri) raccoglie le riflessioni di Stefano Ciccone che è, fra l’altro, il presidente della rete Maschile Plurale.

Ovviamente una bibliografia più completa, aggiornata e articolata si può trovare nei testi citati o nei siti di Uomini in cammino e Maschile Plurale.

Fra i molti libri che hanno indagato sulla prostituzione e/o sulla violenza maschile mi hanno particolarmente colpito quelli di Daniela Danna: in particolare “Che cos’ la prostituzione” (Asterios 2004), “Donne di mondo: commercio del sesso e controllo statale” (Elèuthera, 2004), “Ginocidio: la violenza contro le donne nell’era globale” (ancora Elèuthera, 2007) e “Stato di famiglia: le donne maltrattate di fronte alle istituzioni” (Ediesse, 2009).

Ancora ricordo due donne che, in forma teatrale e “visiva”, hanno di recente indagato sul mercato del sesso come sul potere e sull’immaginario maschile che lo creano-giustificano. Su codesto blog trovate, in data 20 ottobre 2008, un’intervista a Giuliana Musso sul suo “Sex Machine” mentre in varie occasioni ho parlato di Lorella Zanardo, autrice del documentario (e del libro omonimo) “Il corpo delle donne”.

 

Redazione
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Un commento

  • Credo che la maggior parte delle fantasie maschili – “malate” o strane – sul corpo delle donne siano in gran parte generate dalla repressione cultural-religiosa delle naturali pulsioni sessuali. Repressione sessuale religiosa (cattolica) che è funzionale al sistema di produzione e competitività capitalista: se ci fosse nella nostra società una libera espressione dei naturali desideri sessuali, chi mai si affannerebbe a fare di tutto per avere successo, denaro, potere, per avere tutto il sesso che si vuole, magari comprandolo? La repressione cattolica serve a questo, ma genera anche mostri. Chi ha un potere enorme facilmente lo usa per sfogare non solo i propri desideri ma anche le perversioni indotte dalla propria presunta onnipotenza. Sono convinto che il mercato della pedofilia, ad esempio, non si sconfigga perché è gestito da personaggi ai massimi livelli del potere mondiale, soprattutto come “utilizzatori finali”.

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