Bologna e dintorni: acqua all’amianto

Il sindaco di Bologna è Hera anche se nessuno lo ha eletto

di Vito Totire (*)

Chi andrebbe a mangiare in una pizzeria che usa piatti in cemento-amianto?

I “nostri” – per così dire – decisori politici evidentemente sì…

Nel 2019 Hera continua a vendere amianto nell’acqua “potabile” cioè vende acqua inquinata.

Eppure i soldi Hera li ha: primo semestre molto positivo con 175 milioni di utili! In un anno si potrebbe bonificare la rete di Bologna.

Siamo riusciti ad avere alcuni dati sull’amianto nell’acqua “potabile” di Bologna; dati che – su richiesta – la Ausl fornisce, con lentezza e a rate.

L’aggiornamento dei dati al primo semestre 2019 (c’è stato anche di “peggio”) è questo:

Bologna città: 4 campioni positivi su 19; vale a dire il 21%

Bologna provincia: 1 positivo su 5;

il range delle fibre va da 1017 a 5343 per litro d’acqua;

Non conosciamo (anche questa volta, in prima battuta) i siti dei singoli campionamenti né il tipo di amianto: se crisotilo o anfibolo.

Oscuri restano anche i criteri con cui i siti dei campionamenti vengono scelti.

Nulla si sa di eventuali tempestivi riscontri in concomitanza con le rotture della rete, che negli ultimi mesi sono state numerose (via Saffi, via Montefiorino, via s. Mamolo, via Vizzani ecc.).

Il tema è: da quando il tubo inizia a fessurarsi fino al momento in cui si palesa il fontanazzo cosa bevono i cittadini?

Addirittura: per due anni la Ausl ci ha fornito (su nostra richiesta) i dati sulle rotture delle tubazioni. Ora da mesi la Ausl sostiene di non essere in grado di distinguere, dai dati in suo possesso, le rotture in quanto tali dalle rotture del cemento-amianto!

Due cose incredibili:

  1. Ci hanno dato per un paio di anni dati sballati?
  2. Come è possibile non essere in grado di distinguere se gli interventi sul cemento amianto devono essere comunicati all’Uopsal con una procedura ad hoc? Mistero glorioso.

Anche questa volta i dati, pur pedissequamente richiesti, sugli organolaogenati e inquinanti vari non ci sono stati comunicati.

Forse occorre incaricare un mediatore culturale per facilitare le relazioni tra Ausl e associazioni di cittadini?

Oltre che formulare le richieste in maniera chiara cosa bisogna fare?

Ausl, Hera, Arpa e istituzioni varie stanno cercando di riscrivere la medicina e l’oncologia. Hanno fino ad ora insinuato – e a volte detto in maniera chiara – che se l’amianto è “poco” allora non è nocivo; che addirittura è innocuo se ingerito. Un approccio non scientifico che assomiglia al detto popolare “quel che non strozza ingrassa”.

Chiarito che l’amianto delle tubazioni inquina in verità anche l’aria, resta da dire che chi detta la linea è Hera a cui si sono accodati Ausl, Arpa, Regione, sindaci e maggioranza del Consiglio comunale di Bologna.

Poi quando i livelli (presunti) di sicurezza – per gli organo alogenati – sono superati, va bene lo stesso, tanto si evita di parlarne…

Nel dicembre scorso in una occasione importante (un corso ecm per medici) il prof. Soffritti ha riferito di un incontro fatto da lui e dal prof. Maltoni con la dirigenza dell’antenato di Hera, finalizzato a evitare l’uso di tubazioni in amianto. La risposta fu «la legge lo consente»; aggiungiamo noi, ancora una volta, “quel che non strozza ingrassa”;

Oggi ci tocca di subire una gruviHera di materiali cancerogeni mentre forse tra cinquant’anni qualcuno dirà: non c’era evidenza di capacità cancerogena dell’amianto nelle tubazioni.

Tuttavia l’amianto agisce – un poco oggi, un poco domani – anche per dosi cumulative. L’amianto indoor disperso dalle tubazioni non viene certo, casa per casa (o potremmo dire “porta a porta”?) bonificato da Hera con filtri assoluti.

Ancora vorremmo sapere: quante ispezioni sono state fatte nel 2019 dallo Uopsal per monitorare le modalità di intervento di riparazione delle tubazioni rotte?

Infine: perché i cittadini non vengono informati, di volta in volta, sulla natura delle tubazioni ogni volta che queste si rompono?

Il livello di amianto tollerabile nell’acqua per usi domestici è ZERO.

Di nuovo invitiamo cittadini e medici a segnalarci eventuali patologie asbesto correlate, comprese quelle delle vie biliari.

Il “re e nudo” ma il ceto politico ha la vista offuscata da altre preoccupazioni: quelle di conservare la propria poltrona. Il sindaco di Bologna è Hera anche se nessuno lo ha eletto.

(*) Vito Totire è presidente di AEA, associazione esposti amianto e rischi per la salute

 

Redazione
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4 commenti

  • Ciao,

    prima di tutto volevo ringraziare Totire per il suo preziosissimo lavoro.

    Poi volevo chiedere a Totire, cosa possono fare i cittadini per tutelarsi.

    Esistono filtri attendibili?

    Anche perché, come si è visto, i tempi dei risanamenti sono lunghissimi, sempre che poi vengano fatti!!!

    Grazie per le dritte che ci vorrete inviare.

    Jolanda Gigli

  • Francesco Moretti

    Ciao, grazie per l’articolo e la testimonianza di Totire, a cui volevo chiedere se la quantità di fibre ritrovate nei campioni 2019 si può considerare rilevante o meno (anche se come dice giustamente la tolleranza dovrebbe essere 0!).
    Grazie

  • Il pressapochismo con cui le istituzioni “affrontano” il problema non rende facile rispondere; le fibre lette da Arpa/Ausl quasi certamente non sono rappresentative del tutto; in primis non sappiamo se si tratti di amianto crisotilo o anche di amianti anfiboli; poi non sappiamo cosa emergerebbe se la lettura fosse fatta in TEM oltre che in SEM;
    le uniche circostanze in cui la lettura in ER è stata fatta in TEM (microscopia elettronica a trasmissione) ha portato questi risultati: 2.5 milioni e 1.5 milioni, è successo a Ravenna.
    La TEM dovrebbe essere in grado di leggere anche le ultrafini ; circa le fibre ultracorte sarebbe leggibili anche in SEM ma…
    io credo che una acqua con fibre sia da evitare; quelle fibre non farebbero ammalare nè tutti nè la maggioranza ma i bambini, le persone più sensibili…
    C’è poi il problema dell’accumulo nell’ambiente domestico delle fibre disperse (doccia, lavatrice, pulizie domestiche..);
    insomma il discorso è complesso e lo possiamo/dobbiamo approfondire.

    Vito Totire

  • Una volta i comuni avevano partecipazioni in hera. Qualche anno fa il comune di Casalecchio aveva iscritto a bilancio oltre 300.000 euro come incasso dividendi da hera. Non so se il Comune di Bologna ha delle azioni hera, però seguire la pista potrebbe portare a delle belle scoperte. In America aziende stimano più conveniente tacitare qualche utente che fare serie operazioni di bonifica. Per esse è un danno collaterale.
    Grazie
    Dobbiamo essere Cittadini non sudditi!

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