Bologna: «vogliamo un’acqua veramente potabile…

… e non potabile per decreto»

di Vito Totire (*)

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Dopo numerose richieste e insistenze abbiamo ricevuto ulteriori dati relativi all’amianto nell’acqua “potabile” di Bologna. Vale a dire che siamo riusciti a ottenere informazioni sui due siti risultati positivi (su 25) nel corso del 2016. I positivi, con 509 fibre/litro, sono risultati a febbraio via Castiglione e via Guardasonni; successivamente ricontrollati sono risultati negativi.

Non è certo la prima volta che questi due punti di prelievo sono positivi all’amianto; lo furono per esempio nel 2015: Guardasonni una volta con 2543 il 18 giugno e Castiglione ben 4 volte con un picco di 11.197 il 26 marzo.

Apparentemente la situazione, rispetto al 2015, non pare peggiorata, ma i cittadini di Bologna hanno continuato a bere amianto e a contaminare di amianto il loro ambiente domestico!

In compenso nessuna delle due persone che anelano a fare il sindaco della città ha manifestato nel suo “programma” l’intenzione di evitare ai cittadini residenti a Bologna di ingerire o inalare l’amianto disperso dalle tubazioni, occupandosi di altri rischi, reali o immaginari.

Alla Ausl avevamo chiesto informazioni sugli organoalogenati. Vi era stato un “eccesso” nel 2015 (centrale Aldini); ora dice la Ausl sono “regolari”.

Non ci siamo: non abbiamo chiesto se, secondo la Ausl, i livelli sono “regolari”; abbiamo chiesto quali sono i livelli. Infatti, è ovvio, il problema – essendo inclusi fra gli alogenati alcuni “sospetti” cancerogeni – per noi è differente se il livello sia zero o sia 9.9 microgrammi (un dato che la Ausl considererebbe “regolare”) ;

Dopo valanghe di chiacchiere sulla trasparenza e sulla partecipazione, la Ausl NON RISPONDE ALLE RICHIESTE DI DATI OPPURE RISPONDE DANDO IL SUO PARERE DI CUI FRANCAMENTE NON SAPPIAMO COSA FARE.

Per non parlare di:

  • Tipo di amianto: abbiamo capito che la Ausl non intende sapere se si tratti di crisotilo e di anfiboli! Viceversa lo vogliono sapere i cittadini e lo vogliamo sapere noi
  • Facciamo il caso del glifosato; alcune settimane fa la Regione Emilia-Romagna è stata indicata come una delle regioni in cui il glifosato non è stato monitorato! ECCEZIONALE: non sappiamo se ce n’è! Nel frattempo l’assessore regionale alla Sanità fa sapere ai cittadini quanto “ci costa” al giorno un malato di LNH (NOTA 1); questo ci pare molto scorretto nei confronti dei malati; ma il glifosato è “sospettato” di causare LNH, classificazione IARC 2 (NOTA 2); non ci pare una buona politica indicare quanto costa al giorno la terapia e non fare il dovuto per la prevenzione e per il monitoraggio del rischio; per “fortuna” che l’Istituto Ramazzini sta lavorando sul tema del glifosato e certamente darà nuovi contributi alla chiarezza e alla prevenzione.

In conclusione: vogliamo una acqua veramente potabile e non “potabile per decreto”.

Se la Ausl rifiuta di fare quello che potrebbe, almeno non ostacoli i cittadini che cercano la verità.

NOTA 1 – LNH ovvero linfomi non Hodgkin: sono neoplasie maligne del tessuto linfatico.

NOTA 2 – IARC è International Agency for Research on Cancer

(*) Vito Totire è medico del lavoro e presidente Aea, Associazione esposti amianto. LA VIGNETTA, recuperata in rete, è di ElleKappa.

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