Carceri: cerimonie, diserzioni, manfrine e problemi veri al…

… bicentenario degli agenti penitenziari

di Vito Totire (*)

Non siamo più ai tempi del fondatore del corpo Vittorio Emanuele I° (detto “il tenacissimo) re di Sardegna e duca di Savoia, Piemonte e Aosta…

Il ministro Andrea Orlando non è venuto al carcere di Bologna. Poco male; in verità abbiamo disertato la cerimonia anche noi (del circolo Chico Mendes) assieme agli agenti. Non abbiamo fatto fatica, abbiamo disertato perché noi non eravamo neanche invitati. Come mai non siamo stati invitati, signora direttrice? Mah!

Non c’è la folla che preme ai cancelli della Dozza manifestando interesse al miglioramento della situazione; quelli che invece si interessano del carcere non sono graditi.

Noideò chico Mendes abbiamo inviato una relazione ai giornali sull’ultimo rapporto della Ausl sul carcere di Bologna. Ignorato il nostro documento, dopo 15 giorni qualcuno ne ha parlato senza minimamente citare le nostre proposte… distrazione?

Andiamo avanti: ci sono lacune nella Dozza su questioni importanti quali igiene, sicurezza del lavoro, sicurezza dei mezzi di trasporto? E’ dal 2004 che facciamo una proposta chiara: abolire il VISAG (Servizio di Vigilanza sull’Igiene e Sicurezza dell’Amministrazione della Giustizia) e attribuire la vigilanza ai servizi di medicina del lavoro della Ausl. La questione salute e sicurezza dei lavoratori penitenziari si riverbera sulla condizione delle persone detenute (più precarietà significa più tensione nelle relazioni in group-out group; vedi Zimbardo).

La dinamica della vigilanza sulle condizioni di lavoro deve essere ricondotta a quella normale: ispezione e disposizioni/prescrizioni con tempi certi per la bonifica delle lacune.

Tutti conoscono da decenni la realtà del rischio suicidario, certamente in parte legato a condizioni di distress e di costrittività. Lo vogliamo affrontare con un telefono-amico? O lo dobbiamo affrontare con un documento di valutazione del rischio validato da una struttura pubblica di vigilanza autonoma dal ministero?

I lavoratori penitenziari sono trattati da lavoratori di serie B; solo in questi termini si spiega il fatto che il ministro di Grazia e giustizia, in materia di salute e sicurezza degli operatori, faccia coincidere il controllato con il controllore. Vi fu a Bologna un timido tentativo di andare controcorrente ma fu stroncato su imput della amministrazione penitenziaria , avallato dalla “dirigenza” Ausl. Il ministro Orlando alle Terme di Caracalla ha parlato di “stress” dei lavoratori ma il distress ce lo procura anche lui; venga a Bologna per un dibattito aperto! Per cortesia basta sceneggiate e rimozioni; sindacati e direttrice ne vogliamo parlare ? Dobbiamo invocare l’intervento di monsignor Zuppi come mediatore culturale?

(*) Vito Totire è psichiatra e portavoce del circolo “Chico” Mendes di Bologna

L’IMMAGINE – scelta dalla redazione – E’ DI TOPOR.

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