Carofiglio, Connelly De Giovanni, Perrson e due antologie

Sei recensioni giallo-noir di Valerio Calzolaio (*)

 

Bari. Primavera 2010. Il 48enne Guido Guerrieri, bravo avvocato penale, è stato rassicurato rispetto a una sospetta leucemia, lo cerca il coetaneo leggendario Pierluigi Larocca, in odore di diventare il più giovane Presidente del Tribunale. C’è un procedimento penale a carico del magistrato, ancora non ufficiale: un pentito lo ha accusato di aver preso soldi per una scarcerazione, la direzione distrettuale antimafia sta indagando, un altro giudice ha appena rigettato la richiesta di arresti domiciliari. Guerrieri si fa aiutare dalla carina battagliera maschile 36enne Annapaola, che ha girato e fatto di tutto nella vita, ora l’investigatrice privata in moto. Gran bel romanzo col suo primo personaggio per il celebre Gianrico Carofiglio («La regola dell’equilibrio», Einaudi 2014, pagg. 282 euro 19), in prima, colto anche di politica. La “regola” consiste nel non manipolare il racconto che facciamo di noi a noi e agli altri. Segnalo la misura del tempo a pag. 276. Molti vini doc con musica adeguata (da Chopin a Cohen, da Waits a Grey).

Västerort, Svezia. Fine primavera 2013. Lars Martin Johansson è morto da quasi tre anni e molto ci manca. Il tondo quasi 60enne commissario Evert Bäckström è vivo e resta un uomo pessimo. Figlio d’arte, furbo corrotto ubriacone misogino arrapato volgare, né brutto né sciocco, capace di mirabolanti intuizioni induzioni deduzioni abduzioni, ricorda collega pianifica il suo esclusivo benessere, soprattutto gastronomico e alcolico. Tre casi criminali sono avvenuti fra il 19 maggio e il 2 giugno: l’aggressione a un barone nei pressi del castello della corte, il maltrattamento di un coniglio preso in carico dalla protezione animali, la morte violenta e piena di stranezze (sangue di vari, proiettili, escrementi nella stanza) di un equivoco ricco avvocato e del suo cane. Tutto ruota intorno a un traffico di preziose icone russe e oggetti d’arte lungo oltre un secolo, da Nicola II a Putin, per il tramite di Churchill (e Collodi). Bisogna avere tempo per gustare il nuovo romanzo del bravissimo 69enne professor Leif GW Persson («La vera storia del naso di Pinocchio», Marsilio 2014, pagg. 618 euro 19,50; originale 2013, traduzione di Katia De Marco), in terza varia.

Los Angeles. Ottobre 2011. Il mancino Hieronymus Harry Bosch ha ormai baffi e capelli brizzolati, 51 anni, la splendida figlia Maddie in casa, è prossimo alla pensione. Mentre tratta per restare in servizio un altro quinquennio, gli piovono addosso due indagini difficili. Una dalla sua sezione (i “Casi Irrisolti”), su uno stupro-assassinio del 1981 per il quale la nuova analisi del Dna mostra una corrispondenza con un cattivo soggetto che però allora aveva solo 8 anni; l’altra direttamente dal capo della polizia, visto che il potente consigliere cittadino Irving (suo acerrimo nemico) ha chiesto proprio lui per indagare sul presunto suicidio del figlio nel più famoso albergo di Hollywood. Non c’è collegamento (nonostante la fascetta di copertina), entrambi nascondono grovigli mostruosi. Sempre uno standard alto per l’eccelso Michael Connelly («La caduta», Piemme 2014, pagg. 346 euro 19,90, traduzione di Mariagiulia Castagnone), in terza fissa, vari refusi. Harry ha Chu come partner e incontra la bionda attraente 45enne Hannah Stone (negli Usa sono già usciti altri due dei complessivi 17 romanzi della serie). Pastasciutta e Chianti. Morgan e Baker.

Napoli. Qualche mese fa. Gelsomina “Mina” Settembre fa la risoluta assistente sociale nel consultorio dei Quartieri Spagnoli: ufficio malandato, ascensore rotto, palazzo cadente, 1.200 euro al mese. È separata da Claudio, magistrato penale, senza figli (dopo 5 anni di fidanzamento e 8 di matrimonio), alta bella occhialuta malvestita, vive con la vecchia madre, ha occhi grandi e capelli neri, un notevole arrapante seno. La cerca Marianna, una vecchia compagna di scuola, ora insegnante di musica nel malfamato quartiere di Monticello: proprio quella notte un adolescente sta per essere “affiliato” alla criminalità organizzata pur avendo una voce straordinaria, che fare? Delizioso racconto in terza fissa di Maurizio De Giovanni – vincitore del Premio Scerbanenco 2012 con «Il metodo del coccodrillo» (Mondadori) – all’interno di una nuova mirata coerente antologia («La scuola in giallo», Sellerio 2014, 358 pagine, 14 euro) con Esmahan Aykol (isteria di massa), Bradley (esperimenti chimici), Costa (furti di bici e moto), Fantini e Laura Pariani (bullismo nazista), Alicia Giménez-Bartlett (gelosia), Recami (presunta pedofilia).

Autori Vari

«I semi del male»

Rizzoli

262 pagine, 15 euro

Cinque notevoli affermati scrittori della prima generazione noir italiana, presentano racconti lunghi per la nuova antologia «I semi del male». Il primo è Giancarlo De Cataldo ancora insieme al giornalista investigativo Carlo Bonini in trasferta a Milano con “Il Grifo”, il più lungo. Gli altri sono Sandrone DazieriStallone»), Marcello FoisCome le mucche nel fango»), Bruno MorchioOdissea Blues», il più breve), Enrico PandianiUn letto di sassi»). Non è la miglior raccolta dello scorso anno, comunque i semi sono tutti oggi contemporanei, si trovano ovunque e crescono.

 

Napoli. Una settimana del novembre 2014. Il freddo così non capitava da tanto. Vengono uccisi in casa fratello e sorella, Biagio e Grazia Varricchio, origini calabresi, lui più grande e studioso di biochimica, lei magnifica, quasi una modella, padre appena uscito dal carcere. Pochi credono che il mistero sia risolvibile dai Bastardi di Pizzofalcone, il commissariato degli scarti. La coppia che ci prova è acuta: l’alto atletico ispettore siciliano Lojacono dagli occhi a mandorla, separato e con la figlia in casa, ora conteso da due donne insieme alla giovane sottile determinata omosessuale Alessandra Di Nardo, figlia di Generale. In parallelo la 12enne Martina scrive temi in cui adombra di subire molestie sessuali dal padre e il malato anziano vicecommissario Pisanelli continua a credere che tanti suicidi siano apparenti. E’ ormai una garanzia che si affina la penna noir sentimentale di Maurizio De Giovanni («Gelo», Einaudi 2014, pagg. 322 euro 19), in prima l’assassino dei giovani, terza varia e corsivo dei colpevoli possibili. La serie merita ormai la prima serata televisiva. Blues al femminile e trattoria tipica “Da Letizia”.

(*) Le recensioni di Valerio Calzolaio escono in prima battuta sul settimanale «Il salvagente».

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