CASTORO: futuri, ombre rosse, bilanci, cinesi sudati

Ritorna il castoro. Che stavolta si muove su sentieri, più o meno tortuosi (cioè con torte e torti): alcuni consueti (kaos-Italia; migrando) per questa rubrica-diga e qualche altro (futuri, ombre rosse, altri mondi…) sinora meno battuto.

1 – Italia che casino. Parrebbe a chi «pecora si fa» (con quel che segue) che in Italia ci siano due conflitti: fra giudici e politici, fra italiani brava gente e stranieri delinquenti. Balle. Due libri recenti sono abbastanza utili per rimescolare le false certezze: «Troppi farabutti: il conflitto fra stampa e potere in Italia» (Baldini Castoldi Dalai, 15 euri) di Oreste Flamminii Minuto: «Camosci e girachiavi: storia del carcere in Italia» (Laterza, 18 euri) di Christian De Vito. Parrebbe anche esserci nel Bel Paese una sola destra e molto per bene: consiglio al riguardo «La destra sociale: da Salò a Tremonti» (manifestolibri, 15 euri) di Guido Caldiron, una delle poche persone di sinistra che studia sul serio le molte destre – alcune quasi nuove, altre stravecchie –  ma è utile anche una riflessione sulle inquietanti storie e fotografie di «Oltre nero: Nuovi. Fascisti. Italiani» (Contrasto, 22 euri) reportage foto-giornalistico costruito da Alessandro Cosmelli e Marco Mathieu fra i giovanissimi delle destre estreme. Sulla mafia, sui suoi legami con poteri italiani e stranieri è imperdibile «Lupara nera: la guerra segreta alla democrazia in Italia 1943-1947» (Bompiani, 16 euri) dove Giuseppe Casarrubea e Mario Cereghino analizzano migliaia di documenti dei servizi anglo-statunitensi, desecretati dopo il 2000 e dai quali esce chiaro un patto infamante tra mafia, “intelligence” dei Paesi occidentali e neofascismo.

Un’altra lunga pagina di storia “patria” rimossa è quella coloniale e dunque vale segnalare due nuove ricerche: «L’Africa del duce» (Arterigere, 15 euri) una lodevole e sintetica ricostruzione storica di Antonella Randazzo e «Difendere la “razza”» (Sensibili alle foglie, 16 euri) dove Nicoletta Poidimani indaga – come chiarisce il sottotitolo – su «identità razziale e politiche sessuali nel progetto imperiale di Mussolini».

Andando sulla storia più recente, ovvero ’77 e dintorni, consiglio la bellissima rivisitazione shakespeariana «Cuore mancino: Hamlet-Revolution e altre storie» (Cuec, 12 euri) scritta dal milanese-bolognese-sardo Giancarlo Biffi, quello tra i registi e gli attori che sempre nuota controcorrente. Un altro editore sardo (Il maestrale) pubblica invece il secondo romanzo di Luca Ciarabelli: dopo «Il bambino che fumava le prugne», una sorta di noir ambientato in una Ravenna magica e parecchio disgustosa, ecco

«Il paese dei Pescidoro»: amori, una voce nella testa e un paesello così immobile che «persino la guerra aveva dimenticato di passare di là» e dove «dio e il tempo erano vestiti da giullari».

2 – Migranti, razzismi, meticciati. Visto che il 2010 incalza (ma come dice Altan: «per il momento garantiamo gennaio e febbraio, poi si vedrà») e un’agenda ci vuole, quella adatta a chi legge «Come» è senz’altro «Agenda nonsolonero», quest’anno dedicata a chi chiede asilo e redatta con il Cir, Consiglio italiano rifugiati, che quest’anno festeggia il suo ventesimo anno: costa 10 euri e se non la trovate in giro chiedete a info@archivioimmigrazione.org o allo 06.37511087.

Sull’ambiguità dell’etichetta “letteratura delle migrazioni” (come di quella “seconda generazione”) si potrebbe a lungo discutere e magari lo faremo prossimamente… a più voci. Nell’attesa vale segnalare almeno due novità: «Katerina e la sua guerra» (Robin, 19 euri) di Barbara Serdakovski, autrice che potremmo definire alla Hitchcock “la donna che visse 4 volte” (in Polonia, Marocco, Canada e Italia) e il «fotosafari politico esistenziale romeno-italiano» intitolato «Dal comunismo al consumismo» (La Carmelina, 10 euri) di Mihai Mircea Butcovan  – penna al curaro e nostro collaboratore –  con i clic di Marco Belli.

Una buona notizia: decolla da Sinnos una collana di saggistica interculturale, diretta da armando gnisci (che preferisce firmarsi tutto minuscolo per le stesse ragioni dell’afro-americana bell hooks). I primi due titoli, in uscita: «Nuovo Immaginario Italiano» di Maria Cristina Mauceri e Maria Grazia Negro, «L’educazione del te» dello stesso gnisci. Ne riparleremo. Fra le ricerche ve ne sono due particolarmente importanti e adatte a diversi livelli di lettura: «Servi: il Paese sommerso dei clandestini al lavoro» (Feltrinelli, 15 euri) di Marco Rovelli e «L’Occidente e il Mediterraneo agli occhi dei migranti» (Unicopli, 13 euri) di Vincenza Pellegrino. Per cinefili e magari xenofili: «I migranti nel cinema italiano» (Edizioni Kappa, 25 euri ma sono oltre 300 pagine) di Sonia Cincinelli. C’è anche un interessante libro-dvd con le immagini di Riccardo Cremona e Vincenzo De Cecco, più i testi di Raffaele Oriani e Riccardo Staglian: s’intitola «Miss little China» (Chiarelettere, 19 euri) con un sottotitolo fra il polemico e l’ironico: «Sudano, piangono, sognano; l’Italia dei cinesi».

3 – Futuri possibili. Se avete seguito l’(imperioso) consiglio di leggere «Il dolce avvenire», ecco tre libri per proseguire sul cammino e riscoprire qualche “buon” domani. Il primo volume si intitola «Now utopia» – avviso per i non anglofoni: «now» significa adesso, perciò non perdete tempo –  lo ha scritto Chris Carlsson e lo traduce Shake (17 euri); anche in questo caso la sottotitolazione aiuta a meglio orientarsi: «come il ciclismo creativo, l’orticoltura comunitaria, la permacoltura, la galassia P2P e l’ecohacking stanno reinventando il nostro futuro». Come sempre, chiarisce l’autore, «il Nuovo mondo è nel guscio del vecchio». Assai più complesso il ragionamento di Marc Augè sulla «sparizione del tempo, su «un presente immobile che annulla l’orizzonte storico»: lo trovate in «Che fine ha fatto il futuro?» (Elèuthera, 12 euri) con un’efficace copertina e il sottotitolo «dai nonluoghi al nontempo».

Se avete urlato o almeno pensato  «10, 100, 1000 Porto Alegre», ecco il libro che fa per voi: «I bilanci partecipativi in Europa» (Ediesse, 20 euri ma per ben 480 pagine). Lo hanno scritto Yves Sintomer e Giovanni Allegretti con Carsten Herzberg e Anja Rocke usufruendo anche del lavoro di 17 ricercatori di 8 nazioni e dell’aiuto di molti altri studiosi. Una lettura impegnativa ma necessaria se si desidera davvero approfondire il tema. Infatti la ricerca analizza oltre 50 bilanci partecipativi in una decina di Paesi europei (principalmente nella parte occidentale) mettendoli a confronto con esperienze analoghe.

4 – Lance e altri “guerrieri”. In inglese Lance rimanda a un soldato e in
 un certo senso Lance Henson è anche un guerriero, anzi un «soldato cane»,
una sorta di sacerdote  e capo militare secondo la definizione del popolo
che noi chiamiamo (sbagliando ma questa è un’altra storia) cheyenne. Nella
sua lingua invece «il mio nome è tasso» spiega Henson. Si sa che il legame
dei pellerossa con la natura è del tutto speciale. «Siamo il popolo del
bisonte / viviamo alla luce del nostro padre sole / all’ombra della nostra
 madre terra» dicono i suoi versi in «Un canto dal vento che si leva:
poesie scelte 1970-1991» (edizione La collina, 12 euri). E’ uno dei suoi
tre libri pubblicati nel 2009: dopo molti anni che “Tasso” Henson frequenta
l’Italia finalmente gli editori hanno scoperto quello che in molti altri
Paesi è considerato un poeta di prima grandezza. Gli altri due volumi, appena
usciti, sono: «Testi del lupo» (Nottetempo, 7 euri) e «La perlina mancante:
poesie di un dog soldier scritte in esilio» (Arcipelago, 10 euri). Bellissima
la spiegazione di quella “perlina” legata alla nonna ma in ognuna di queste
tre antologie ci sono versi o immagini che “stregano” anche chi di solito
 non legge poesia. Che poi l’idea di un poeta che scrive per essere letto
in solitudine non è quella di Henson (e di molti altri): i versi vanno
 sussurrati, urlati, danzati, accompagnati dalla musica nei luoghi dove
la gente si incontra… ma in questa parte del mondo è una buona tradizione
 che purtroppo si è quasi del tutto perduta.
Se la conoscenza con Lance Henson vi fa venir voglia di meglio conoscere
le “ombre rosse” (i nativi americani che, nonostante i secoli di massacri,
non sono svaniti….) nel 2009 sono usciti due libri molto interessanti. Il
primo è «La grande storia degli indiani d’America» (Gremese, 28 euri) di
Greg O’Brien: con una «cronologia completa delle popolazioni native del
Nord America» e bellissime illustrazioni. Il secondo (una ristampa in realtà)
è «Storia degli indiani d’America» (Odoya, 22 euri) di Siegfried Augustin.
5 – Fritto misto.  Se pensate che ci sia una sezione di “cucina”, no, per
stavolta si digiuna. E’ invece un sentiero di quelli senza capo né coda,
insomma titoli in libertà, saggi, romanzi e un paio di “non si sa bene”.
Ediesse pubblica l’ultima ricerca di Daniela Danna, «Stato di famiglia:
le donne maltrattate di fronte alle istituzioni» (16 euri) che inchioda chi
legge sin dalle prime parole, ovvero la frase tipica - «è sicura di volerlo
denunciare? È pur sempre suo marito» - che molte donne si sentono rivolgere
«proprio nei luoghi in cui si aspettano di trovare aiuto».
Strano ma affascinante il lunghissimo saggio «Un paradiso all’inferno»
(Fandango) di Rebecca Solnit – ben conosciuta da chi legge la rivista
«Internazionale» - che indaga sulle esperienze solidali che crescono nelle
catastrofi: da San Francisco a Città del Messico, a New Orleans e con un’
appendice italiana (ovviamente L’Aquila).
Piccolissimo invece (64 pag) ma stimolante «American Mullah» ovvero «Voci
del fondamentalismo cristiano americano», curato da Fabio Zanello per Coniglio
editore. Fra rischi di teocrazia e humor nero, fra annunci di Armageddon e
perentorie affermazioni secondo cui «il libero mercato è vicino a Dio»… una
selezione di letture che dovrebbe preoccupare credenti e non.
Non il primo purtroppo né l’ultimo caso di giornaliste/i scomodi uccisi nella
Russia di Putin: ma lei è la vittima più famosa perché è stata la più
coraggiosa … In patria però la chiamavano «la paranoica», «nemica dello Stato»,
«la cretina che andava a Grozny per vedere la gente che muore». Rai-Trade
pubblica con l’etichetta Promo Music il libro-dv «Anna Politkovskaja» (19
euro) di Stefano Massini che contiene «Il sangue e la neve», portato in scena
da Ottavia Piccolo.

Incerti fra buona narrazione e agile saggio sia «Le 51 parole dell’amore» (Giunti, 12 euri) ovvero «l’amore nell’Islam dal medioevo al digitale» di Fatema Mernissi che «Fabrizio De Andrè, un’ombra inquieta» (Il margine, 18 euri) , il «ritratto di un pensatore anarchico» scritto da Federico Premi intorno a 5 temi deandreani; «la borghesite», «l’urgenza di potere», «riconnettersi con se stessi», «verso un luogo chiamato anarchia», «la favola della libertà ». Dopo centinaia di libri (molti agiografici o superficiali) su/con “Faber” c’è ancora qualcosa di importante da mettere in pagina… e in campo.

Decisamente romanzi: «Il morso del leopardo» (Morellini, 15 euri) e «I bambini del secolo» (Barbès, 12 euri), scritto nel 1965 ma tradotto solo ora. Il primo è del musicista-scrittore Wilfried N’Sondè, radici congolesi e un presente in Francia. «Chi sei? Da dove vieni? Sei stato bravo a scuola? Com’è il tuo Paese?»: un monologo interiore che spazia fra il sarcasmo e l’urlo. Il secondo invece è di una francese più choc che doc: divenuta famosa per «Il riposo del guerriero», un romanzo  bellissimo (e non capito, fu confuso con la pornografia mentre era semmai un libro ridondante dolore), Cristiane Rochefort ripropone la sua ribellione in una storia di adolescenti che 50 anni dopo mette ancora i brividi.

6 – Che bello ristampare. Perché i giornalisti segnalino solo le novità e non le meritorie ristampe, soprattutto se economiche, resta un piccolo mistero. Noi nuotiamo controcorrente e dunque è con piacere che registriamo la ristampa di «Giordano Bruno: attualità di un’eresia» che Enzo Mazzi (sì, quell’Enzo Mazzi) pubblica con manifesto libri a 12 euri. Con vera goduria – «yuk yuk» direbbe il Pippo dei fumetti – poi notiamo che la Universale Feltrinelli recupera buona letteratura africana (o della diaspora) dai cataloghi dei piccoli editori. L’ultimo caso è «Gli Stati Uniti d’Africa», lo straordinario mondo sottosopra inventato da Abdourahman Waberi.  Avanti così.

Questa è una rubrica di recensioni di libri (nuovi ma anche vecchi) o miscellanee che sotto il titolo «Il castoro» esce ogni paio di mesi per la rivista «Come solidarietà».

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *