Catania città aperta rifiuta il razzismo
Il racconto della manifestazione del 9 febbraio nella città etnea per i porti aperti
di Domenico Stimolo
I partecipanti al corteo, circa quattrocento persone, dopo avere attraversato un’area centrale della città, sono arrivati al molo di levante del porto, dove -da nove giorni -, si trova ancora ferma la Sea Watch 3. Per le revisioni e gli aggiustamenti che sono state comandati dalla Guardia Costiera.
Bello l’immagine del corteo, aperto da uno striscione con la scritta “ aprite i porti”, che con il buio della sera, con cori, canti, bandiere e striscioni, ha attraversato gran parte dell’area portuale.
Per un’ora e mezza la comunità umana manifestante è rimasta a fianco la nave. Alto si è levato il coro….lasciateli andare…per salvare vite umane.
Possente, come già durante il corteo, si è innalzato il ritmo frenetico – con tamburi e balli – del gruppo “sabbinirica” ( termine di saluto rispettoso e augurale nel dialetto siciliano), costituita da una decina di profughi-,migranti provenienti dal Cara di Mineo.
Grande amicizia e ringraziamenti per la solidarietà espressa sono stati dati dall’equipaggio della nave.
Alla responsabile della nave per i rapporti umanitari è stata consegnata la cassetta contenente il risultato della sottoscrizione, a favore della ONG e della nave, effettuata durante il corteo: 323 euro.
ANCORA FERMA AL PORTO DI CATANIA la nave SEA WATCH 3.
Dopo gli accertamenti della Guardia Costiera sull’idoneità della nave giorno 11 e 12 febbraio la nave è stata ispezionata da un’apposita commissione olandese sulla “capacità di ospitare per lunghi periodi le persone soccorse” ( la Sea Watch 3 batte bandiera olandese). Questa commissione ha richiesto ulteriori verifiche sulle condizioni della nave.
Già nei giorni precedenti l’equipaggio della nave aveva effettuato i lavori riguardo “ le condizioni di sicurezza e la tutela ambientale”.
In un apposito comunicato della ONG che gestisce la Sea Watch 3 si evidenzia che : “ le navi di salvataggio non possono soddisfare questa richiesta. La legge del mare impone che le persone salvate devono essere portate in un porto sicuro il prima possibile. Denunciamo la strumentalizzazione del tema della sicurezza delle persone soccorse allo scopo di ostacolare il salvataggio delle stesse”.
Il presidente della Sea Watch ha altresì affermato : “La nostra nave è pronta ed adeguatamente attrezzata per prestare soccorso e assistenza alle persone in difficoltà, ma non siamo un hotel o un ospedale galleggiante, e tantomeno un hotspot. Il nostro dovere è quello di salvare le persone in mare e portarle in un porto sicuro nel più breve periodo possibile”.
CATANIA 18-23 FEBBRAIO: IL TENDONE SOLIDALE
Dal 18 al 23 febbraio a Catania, in piazza Stesicoro, un tendone solidale ricco di iniziative e attività aperte alla cittadinanza. Contro il razzismo, per la solidarietà e l’accoglienza.
INIZIATIVA DI :
RETE ANTIRAZZISTA CATANESE https://www.facebook.com/Rete-Antirazzista-Catanese-468545723307207/
RESTIAMO UMANI INONTRIAMOCI https://www.facebook.com/restiamoumanicatania/
PROGRAMMA
Lunedì 18 febbraio
Ore 13,30 Montaggio tendone. Vieni a dare una mano.
Ore 18,00 “Perché il tendone Catania città aperta e solidale?”
Assemblea di presentazione a cura dei promotori.
Interverranno:
Massimiliano Perna, giornalista , Membri dell’equipaggio della Sea Watch, Oxfam, Nessuno è straniero.
Ore 21,00 Serata musicale a cura dei Sabbenidica.
Martedì 19 febbraio
Ore 10,00 Attività di sensibilizzazione con materiale informativo
Ore 15,30 Presentazione della graphic novel “Salvezza”, a cura di Lelio Bonaccorso
Ore 17,00 Tavola rotonda “Il soccorso in mare delle ONG”
con i membri dell’equipaggio della Sea Watch e Alessandro Montanari, soccorritore Aquarius.
Ore 18,30 laboratorio esperienziale “Il viaggio della disperazione” a cura di A. Montanari
Ore 20,30:
“Lettera migrante…“
A cura di Francesca Romana Di Giorgio, Adif La bottega dell’arte
Mercoledì 20 febbraio
Ore 10,00 Attività di sensibilizzazione
con materiale informativo a cura di Borderline Sicilia e informativa legale a cura di Oxfam
Ore 16,00 “Quanto conosci il fenomeno migratorio? Smontiamo i pregiudizi” a cura di Restiamo Umani
Ore 17,00 “Le nuove frontiere del diritto delle migrazioni” conferenza informativa a cura del Centro Astalli
Ore 21,00 Musica con ‘zu Lucianu
Giovedì 21 febbraio
Ore 10,00 Attività di sensibilizzazione con materiale informativo a cura di Oxfam
Ore 16,30 “Stereotipi su: migranti, salute e malattie. Come modificare una narrazione tossica”
dibattito a cura di Lila e Africa Unita
Ore 18,30 Riunione de La Ragna Tela verso l’8 marzo
Ore 21,00 Il Coro Scatenato
Venerdì 22 febbraio
Ore 10,00 Attività di sensibilizzazione con materiale informativo a cira di Borderline Sicilia
Ore 16,00 Laboratorio artistico aperto a cura di Isola Quassùd Liquid Company
Ore 17,00 Laboratorio esperienziale “Il viaggio della disperazione” a cura di A. Montanari
Ore 17,30 Riunione aperta del Comitato in difesa della Costituzione
Ore 19,00 “Accordo Italia-Libia, scacco matto in quattro mosse ai diritti umani”
Rapporto a cura di Oxfam
Ore 20,00 Incontro-dibattito con Roberto Disma, direttore della compagnia teatro alla lettera. A seguire proiezione docufilm sui lagher libici.
Sabato 23 febbraio
Ore 9,30 “Mattina dedicata ai bambini”
Laboratorio creativo-costruttivo a cura di Pina Catania e Tina Barbagallo
Giocoleria libera a cura del Gammazita
Ore 16,00 Laboratorio artistico aperto a cura di Isola Quassùd Liquid Company con a seguire esibizione
Ore 18,30 Assemblea conclusiva con ospiti: Giovanni Maiolo(Re.Co.Sol), Yasmine Accardo (LasciateCi Entrare), Monica Tiengo (ADL COBAS Treviso), collegamento con Domenico Lucano, sindaco di Riace.
Ore 21,00 “Un viaggio attraverso la kora” spettacolo musicale a cura di Jalì Diabate
Altro…
PETIZIONE CHANGE ORG
A SOSTEGNO DELLA SEA-WATCH 3 E DELLE ONG CHE SALVANO VITE IN MARE.
PROMOSSA da: #Rete restiamo umani#Incontriamoci e Rete Antirazzista Catanese
PER ADERIRE:
https://www.change.org/p/sosteniamo-la-sea-watch-3-e-le-ong
La società civile catanese invita tutti coloro che ancora credono incondizionatamente nel valore della vita umana a sostenere il lavoro di salvataggio in mare di una delle ultime ONG ancora operante nel mar Mediterraneo e che dal 31 gennaio 2019, dopo aver tratto in salvo 47 migranti, è bloccata al porto di Catania e sottoposta a un balletto incomprensibile di <>.
La Sea-Watch non è sequestrata per traffico di migranti (nessuna irregolarità è stata segnalata e nessun provvedimento è stato emesso a suo carico dalla procura di Catania)
La Sea-Watch non è sottoposta a fermo amministrativo (quanto dichiarato dal ministro Toninelli all’inizio della vicenda non ha avuto alcun riscontro in documenti ufficiali)
La Sea-Watch è bloccata da quasi 3 settimane nel Porto di Catania, su indicazione esclusivamente della Capitaneria di Porto di Catania, e sottoposta a un balletto di ispezioni da parte della Guardia Costiera di Catania e da parte dell’Olanda quale Amministrazione di bandiera dell’unità.
Ma quali sono le non conformità rilevate che «dovranno essere risolte anche con l’intervento dello Stato di bandiera, in cooperazione con gli ispettori specializzati della Guardia Costiera e il 6° Reparto – Sicurezza della Navigazione del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera»?
Ad oggi le UNICHE IRREGOLARITÀ’ riscontrate a bordo della Sea Watch, segnalate dagli Ispettori Olandesi l’11 febbraio, sono da ricondurre alla NON ADEGUATEZZA DELLA SEA-WATCH A OSPITARE PER LUNGHI PERIODI LE PERSONE SALVATE IN MARE, affermazione che si configura come UNA CONTRADDIZIONE IN TERMINI IN QUANTO LE NAVI DI SALVATAGGIO NON POSSONO SODDISFARE QUESTA RICHIESTA PERCHE’ LA LEGGE DEL MARE IMPONE CHE LE PERSONE SALVATE SIANO CONDOTTE NEL PIU’ BREVE TEMPO POSSIBILE IN UN PORTO SICURO.
“La nostra nave – afferma Johannes Bayer, presidente di Sea-Watch – è pronta e adeguatamente attrezzata per prestare soccorso e assistenza alle persone in difficoltà, ma non siamo un hotel o un ospedale galleggiante, e tantomeno un hotspot. Il nostro dovere è quello di salvare le persone in pericolo in mare e portarle in un porto sicuro nel più breve tempo possibile”.
I governi europei, che hanno consapevolmente tenuto in mare per settimane in ostaggio a bordo della Sea-Watch le persone salvate non possono accusare la Sea-Watch di non essere attrezzata per fare ciò’.
Risulta chiaro che questa girandola di ispezioni ha solo l’intento di trovare un pretesto per bloccare una delle ultime navi di soccorso civile rimasta operativa nel Mediterraneo, dopo che la Open Arms è bloccata dalle autorità spagnole, la Mare Jonio è ferma in cantiere in attesa di tornare e la nave di Sea-Eye arriverà nei prossimi giorni in area SAR.
Questa vicenda ha i connotati di una incredibile vicenda <> sui cui protagonisti (Governo Olandese e Capitaneria di Porto di Catania) grava non solo la responsabilità di bloccare nel porto di Catania la Sea-Watch impedendone il lavoro <> di salvataggio di vite umane in mare, ma anche la responsabilità morale delle persone che in questi giorni stanno continuando a morire nel Mediterraneo, scappando dalle torture e dalle violenze dei lagher libici, ma di cui i media non sono informati perchè con la Sea-Watch bloccata al porto di Catania sta mancando un’attività di monitoraggio da parte delle ONG.
LE ASSOCIAZIONI E I SOGGETTI , ESPRESSIONE DELLA SOCIETA’ CIVILE CATANESE, NEL FIRMARE QUESTA PETIZIONE
-CHIEDONO AL GOVERNO OLANDESE E ALLA CAPITANERIA DI PORTO DI CATANIA LO SBLOCCO DELLA VICENDA DELLA SEA-WATCH 3, affinché la nave possa riprendere la sua opera di monitoraggio del Mediterraneo e di salvataggio di vite umane;
-SOSTENGONO TUTTE LE ONG che operano in mare verso cui, ormai quasi da due anni, è stata ingaggiata una guerra priva di accuse fondate e le cui armi sono una ben organizzata macchina del fango e della menzogna che, senza scrupoli e senza pausa, lavora sul web diffondendo false notizie e utilizzando linguaggi di odio e razzisti.
APRIAMO I PORTI: LE VITE UMANE NON SI DEVONO NEGOZIARE, SI POSSONO SOLO SALVARE!
PER SOSTENERE I DIRITTI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI. PER RESTARE UMANI.
Aderiscono :
Rete #Restiamoumani#Incontriamoci
Chiesa Cristiana Evangelica Battista, via Capuana
Chiesa Evangelica Valdese
Emergency Catania gruppo territoriale
GAPA
Redazione I Siciliani Giovani
Pax Christi punto Pace Catania
Città Insieme
Circolo Teresa Mattei
Coordinamento catanese di Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie
Borderline Sicilia
Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica della Sicilia del Nordest
Rete Antirazzista Catanese
Coordinamento Democrazia Costituzionale Catania
CO.P.E
Mani Tese Sicilia
SUNIA Catania
Comitato Librino attivo
LILA Catania
I sentinelli di Catania
Associazione dei Senegalesi di Catania
Africa Unita
Welcome to Europe
Rete Antiviolenza la Ragna-Tela
La Città Felice
Catania bene comune
COBAS- Scuola di Catania
ANPI Catania
Associazione Astra (Caltagirone)
22 febbraio 2019
COMUNICATO STAMPA SEA WATCH
SEA-WATCH 3 LASCIA CATANIA E SI DIRIGE VERSO CANTIERE NAVALE IN FRANCIA PER UNA MANUTENZIONE PROGRAMMATA
Martedì scorso, Sea-Watch ha annunciato di essere pronta ad avviare un procedimento
giudiziario urgente contro la detenzione della sua nave, bloccata illegalmente a Catania
dal governo olandese. Pochi minuti prima della scadenza del termine previsto,
le autorità olandesi hanno consentito alla nave di salpare verso il cantiere navale per la
manutenzione programmata, ammettendo così implicitamente l’illegittimità del blocco.
Per 21 giorni le autorità italiane e olandesi hanno cercato ogni possibile pretesto per bloccare la nave in
porto, spostando l’attenzione su dettagli tecnici irrilevanti con l’evidente scopo di impedire la sua attività di
soccorso in mare e cercando, in questo modo, di distogliere l’attenzione dalla tragedia che si svolge nel
Mediterraneo centrale e in Libia, teatro di morte e abusi quotidiani.
La Sea-Watch 3 è rimasta bloccata nel porto di Catania dal 31 gennaio scorso, dopo aver sbarcato 47
persone tratte in salvo nel corso dell’operazione di salvataggio del 19 gennaio. La nave è rimasta quindi per
oltre 10 giorni senza un porto sicuro e senza alcun coordinamento da parte delle autorità di soccorso.
Dopo lo sbarco, è stata pubblicata una dichiarazione della Procura della Repubblica di Catania che chiarisce
che l’equipaggio e la nave, nel condurre il soccorso, hanno agito nel pieno rispetto della legge. E’ poi seguita
una pretestuosa sequenza di controlli e ispezioni che ha impedito a Sea-Watch di tornare a navigare.
“Cinque diverse ispezioni da parte delle autorità italiane e olandesi hanno scandagliato la nave per oltre 80
ore, elencando presunte irregolarità tecniche. E tutto ciò due settimane prima della manutenzione
programmata”, dice Friedhold Ulonska, Primo Ufficiale di Sea-Watch 3. “Tuttavia, l’equipaggio ha lavorato
risolvendo e sistemando tutte le “non-conformità” notificate”.
Le verifiche inconsuete da parte delle autorità olandesi, che avevano già autorizzato Sea-Watch 3 dopo
un’ispezione quinquennale del medesimo Stato di bandiera nel luglio dello scorso anno, includevano
un’ulteriore ispezione medica, particolarmente insolita, la cui finalità era valutare l’idoneità della nave ad
ospitare le persone salvate per un lungo periodo di tempo; requisito non verificabile e che non si applica
nemmeno alle navi della Guardia Costiera. L’Olanda inoltre limitava immotivatamente e inopinatamente la
libertà di scelta di Sea-Watch di un cantiere idoneo al solo territorio italiano, mentre l’organizzazione aveva
già selezionato una diversa destinazione.
Sea-Watch ha informato lunedì le autorità olandesi che l’organizzazione avrebbe adottato azioni legali contro
la detenzione a Catania e contro l’imposizione dell’obbligo di navigare in un porto diverso da quello previsto.
Pochi minuti prima della scadenza del termine per l’avvio di una procedura d’urgenza, le autorità olandesi
hanno richiesto alla Guardia Costiera Italiana di consentire la partenza della Sea-Watch il prima possibile.
“20 giorni persi a dimostrare che abbiamo tutto in regola. 20 giorni usati dalle autorità italiane e olandesi per
abusare del loro potere ispettivo e cercare qualcosa, la minima cosa, pur di impedire l’attività di soccorso in
mare e che si parli della tragedia in corso nel Mediterraneo e in Libia e dell’incapacità dei governi europei di
gestirla” commenta Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch.
“A governi che si concentrano sulla conta dei bulloni a bordo della nostra nave, chiederei di occuparsi con
serietà dell’emergenza umanitaria in Libia e delle morti nel Mediterraneo”.
“Lasciamo Catania, dove pensavamo di trovare solo ostacoli e invece abbiamo conosciuto un’ampia rete di persone, di realtà e associazioni che ci sono state vicine, che sono venute a conoscere l’equipaggio e la nave con curiosità e interesse. Ringraziamo la Catania fatta di persone solidali che portiamo con noi in una piccola brocca in ceramica portata in dono alla Sea-Watch, simbolo dell’ospitalità tipicamente sicula”, conclude Linardi.
La Sea-Watch 3 naviga ora verso il cantiere navale di Marsiglia per l’annuale manutenzione della nave, con
l’obiettivo di riprendere le sue attività a metà marzo.
Per ulteriori dettagli sulle ispezioni: https://sea-watch.org/it/la-sea-watch-3-non-deve-essere-un-hotel-galleggiante/
Per info: Federica Mameli federica@sea-watch.org +39 342 0399890