C’è un’altra Torino

Manifesto di ALTERNATIVA CIVICA per una lista civica partecipata a Torino
La crisi economica, sociale, politica ed ecologica che stiamo vivendo, e che a Torino ha avuto uno
dei suoi apici nella vicenda di Mirafiori.genera una svolta di segno autoritario e antidemocratico in
nome della globalizzazione. Stanno però sorgendo fermenti e confronti “dal basso” che
attraversano tutto il paese e si interrogano sulle alternative possibili di uscita dalla crisi. Nuovi
legami e nuove pratiche vanno creandosi tra mondo del lavoro, movimenti studenteschi,
movimento delle donne, mondo del sociale, gruppi ambientalisti, collettivi di territorio, per discutere
e praticare modelli alternativi di produzione e di consumo, di relazioni sociali e di welfare che
tengano insieme qualità e diritti del lavoro, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale mettendo
a frutto le sperimentazioni e le buone pratiche che si dispiegano nei territori. La grande
manifestazione nazionale convocata dalle donne il 13 febbraio ha rivelato una grande ricchezza di
impegno civico e politico. Nell’ultimo anno la mobilitazione studentesca per il diritto allo studio e al
futuro, la lotta della FIOM e delle operaie e operai di Mirafiori per la dignità e la democrazia nelle
fabbriche e l’impegno per i diritti e le libertà civili delle donne, delle persone LGBT, delle persone
con disabilità e dei migranti hanno dimostrato, anche a Torino, come per tante donne e tanti
uomini, la politica sia movimento, inesauribile bisogno di trasformazione, quotidiana costruzione
dell’alternativa al modello dominante: è questo il primo “bene comune” dal quale vogliamo partire.
Nello spirito della mobilitazione nazionale di “Uniticontrolacrisi” (http://www.uniticontrolacrisi.org/),
con l’obiettivo di creare reti e di elaborare e praticare nuove esperienze di partecipazione politica,
di economia e di società, proponiamo una lista di Alternativa Civica per le prossime elezioni
comunali di Torino.
Nella nostra città, duramente provata da deindustrializzazione, disoccupazione, precarietà,
indebitamento delle famiglie, disuguaglianze crescenti, frammentazione sociale, riteniamo
indispensabile una Alternativa Civica che nel futuro Consiglio Comunale rappresenti la voce di
quanti ritengono necessario e urgente invertire la rotta. Una lista che raccolga il consenso delle
cittadine e dei cittadini che auspicano una discontinuità con il modello di sviluppo che ha dominato
negli ultimi vent’anni e che ha anteposto la crescita economica di una parte di città alla qualità
sociale e ambientale.
Il Municipio non deve infatti essere considerato, come è accaduto in passato, una sorta di “attore
economico-finanziario” del territorio votato a “creare sviluppo” attraverso il connubio con i poteri
forti. Questa strategia ha fallito, producendo un enorme indebitamento che ora diventa il motivo per
privatizzare i servizi pubblici locali e i beni comuni, svendere il patrimonio pubblico e il territorio,
ridurre il welfare, penalizzando le fasce sociali a reddito basso e instabile.
Il Comune non ha il compito di sostenere imprese, in primo luogo la Fiat, che barattano posti di
lavoro con la rinuncia ai diritti per continuare a produrre merci dannose e inutili. E neppure ha il
compito di schierarsi, in modo ideologico, con quanti propongono grandi opere come la TAV,
ispirate a progetti di “sviluppo” che causano distruzione ambientale e saccheggio del territorio.
La nostra proposta si fonda sull’idea che il Comune sia esso stesso un “bene comune” ossia
un’istituzione democratica, finalizzata alla creazione di equità, benessere e qualità della vita
per tutte e per tutti e che tali finalità siano fondate sul testo della Costituzione (non su instabili
regole di mercato). Crediamo che le risorse pubbliche gestite con competenza, in modo
ecologicamente responsabile, e rigenerate attraverso un’opportuna redistribuzione, possano
garantire non solo il mantenimento, ma il miglioramento dei servizi pubblici e sociali. La necessità
di trasparenza sulle scelte di bilancio e di investimento deve essere punto di partenza per un vasto
dibattito cittadino sulla finanza locale in chiave di bilancio partecipato con il fine della sostenibilità e
dell’equità delle decisioni politiche.
Crediamo che il Municipio debba in primo luogo essere a servizio di cittadine e cittadini, tutelando
e promuovendo le condizioni di un’esistenza libera e dignitosa e favorendo le autonome capacità e
attività del corpo sociale. A tale fine prefiguriamo un nuovo patto sociale, consapevole e ricettivo di
forme di cittadinanza mutevoli e in divenire, per la sostenibilità di lungo periodo e per la qualità
della vita.
Intorno all’idea di un “Comune come bene comune”, pensiamo sia possibile sviluppare il lavoro, già
avviato da differenti soggetti collettivi, per un programma “municipale” basato su:
·  una gestione pubblica partecipata dei beni comuni e dei servizi essenziali (acqua,
trasporti, rifiuti, energia, istruzione, cultura, salute);
·  il valore del lavoro produttivo e riproduttivo, nella prospettiva della riconversione
ecologica, del potenziamento di economie solidali e locali e del rispetto dei diritti
fondamentali conquistati dalle lavoratrici e dail lavoratori;
·  una nuova urbanistica sociale nel rispetto del paesaggio, dell’ambiente, del
territorio;
·  un welfare fondato sui diritti, compresa la continuità del reddito, su una nuova
qualità delle relazioni e sulla ricostruzione dei tessuti sociali;
·  pratiche politiche fondate su giustizia sociale, equilibrio di genere, diritti civili,
partecipazione democratica, valori di pace, rispetto, etica, felicità, trasparenza e
sobrietà.
Nelle molte sedi di dibattito e di discussione che hanno preso vita a Torino negli ultimi mesi, questi
contenuti sono stati ampiamente condivisi: si tratta ora di articolarli e proporli in modo ampio e
partecipato.
Particolarmente vivace è stato il dibattito nei gruppi e associazioni di donne, consapevoli che un
governo democratico della città deve non solo garantire l’equilibrio di genere nelle cariche elettive
e negli incarichi pubblici, ma perseguire equità, redistribuzione e partecipazione. Nella convinzione
che il protagonismo femminile sia forza trasformatrice della società, la nostra lista intende praticare
l’effettiva partecipazione politica delle donne e si impegna a promuovere e a rendere visibili
e autorevoli nella sfera pubblica e politica le istanze della politica delle donne, come segnale
concreto di discontinuità e rinnovamento nelle pratiche politiche. Lo sguardo di genere, cioè la
consapevolezza della costruzione culturale e sociale dei ruoli femminili e maschili, rappresenta per
noi una chiave indispensabile di interpretazione della realtà che intendiamo divulgare e tradurre in
criterio di azione politica.
Se il Comune è l’istituzione democratica più vicina a chi abita la città (titolare o meno dei diritti di
cittadinanza), è nella società che vivono e maturano i fermenti del cambiamento. La politica
rappresenta un ponte tra istituzioni e società se lavora in modo partecipato per accompagnare
le trasformazioni umane e fisiche nel territorio. Pertanto il nostro metodo sarà la creazione di
gruppi di consultazione permanente sui diversi temi e operare in costante connessione con le
istanze delle/i cittadine/i sul territorio.
In tale prospettiva, uno dei nostri compiti sarà garantire informazione e conoscenza critica (non
propaganda) su quanto riguarda l’interesse generale. Ci impegneremo perciò nella divulgazione e
condivisione di informazioni che riguardano la vita del Comune, in continuità con quanto si sta già
facendo. Ma vorremmo anche compiere un salto di qualità, attivando intorno al nostro progetto
competenze specifiche, con l’impegno di ricercatrici/ori e di lavoratrici/ori della conoscenza, per la
costruzione e la diffusione di saperi liberati e condivisi anche grazie alle opportunità offerte
dal software libero e dalle tecnologie open source.
La scelta di alternativa sarà occasione per sviluppare una dialettica democratica con le altre
formazioni politiche nell’attività amministrativa, nella consapevolezza di poter dare un contributo
significativo se saremo sostenute/i da una forza sociale. La scelta di alternativa ci consegna il
dovere di assumere posizioni serie, responsabili e costruttive, esprimendo consenso sui
provvedimenti condivisibili e motivando in modo approfondito la contrarietà ai provvedimenti su cui
non concorderemo.
Infine, il processo di costituzione della nostra lista sarà un’occasione importante di contributo alle
imminenti campagne a tutela dei beni comuni, prime fra tutte quelle referendarie per acqua e
nucleare, sulle quali è importante lavorare capillarmente in ogni possibile contesto pubblico.
Sulla base di questi criteri, la nostra lista intende proporre, preferibilmente in rapporto con altre
liste, una candidatura a sindaca/o autorevole e competente, un gruppo di candidate/i capaci e
preparate/i che offrono la propria disponibilità con vero spirito di servizio, ma anche far crescere
una nuova leva di giovani amministratrici/ori pubbliche/i animate/i da senso civico. Perché
crediamo sia essenziale improntare all’etica i comportamenti e le scelte pubbliche, e ispirare alla
felicità le azioni volte alla costruzione progettuale del mondo cittadino comune.
Chiediamo alle persone che aderiranno a questo progetto e alle forze politiche organizzate con cui
interloquiremo di fare al tempo stesso un passo avanti e un passo indietro: un passo avanti
nella assunzione di responsabilità e protagonismo, un passo indietro nella competizione che,
troppo spesso, ha segnato anche le esperienze politiche “dal basso”. Riteniamo infatti che
l’alternativa al modello dominante possa nascere da relazioni politiche e sociali di cooperazione,
nella consapevolezza della diversità delle molteplici storie ed esperienze politiche che ci
caratterizzano e che non vogliamo “riunificare”, bensì potenziare nella loro molteplicità.
Auspichiamo che la costruzione di questa lista di Alternativa Civica generi l’attivazione spontanea
e molecolare di energie e iniziative di cui la nostra città è ricca, ma che per troppo tempo sono
rimaste sottotraccia: ci auguriamo una inversione di rotta che sappia ricostruire fiducia nella politica
e nelle istituzioni, attraverso una partecipazione multiforme, consapevole e responsabile.
Torino, 25 febbraio 2011
Terry Silvestrini, consigliera comunale
Eleonora Artesio, consigliera regionale
Cristina Bracchi, insegnante e ricercatrice
Ivano Buono, rsu Comune di Torino
Antonio Caiazzo, docente a contratto Università di Torino
Piero Claudio Cavallari
Gabriella Delmastro
Antonio Ferrante, consigliere comunale
Alessandra Gallo, ricercatrice sociale
Daniele Gaglianone, regista
Laura Gandellini, musicista e insegnante
Silvana Grasso
Cecilia Guiglia, architetto sociale
Alberto Lalli, architetto
Marta Livio, psicologa
Gigi Malaroda, insegnante, ex Presidente Circoscrizione VI
Pier Giorgio Maggiorotti, medico, persona con disabilità
Pippo Manzone
Maria Grazia Martin, dirigente Sanità pubblica
Pierangela Mela, insegnante
Giorgio Monestarolo, storico e insegnante
Susi Monzali
Guido Montanari
Patrizia Ottone
Roberta Padovano
Enzo Perna, giornalista
Laura Quaranti, insegnante
Raffaele Radicioni, architetto
Maria Teresa Roli
Efisio Serra
Emilio Soave
Antonio Soggia
Mauro Valle, medico, coordinatore IV Commissione Circoscrizione IV
Antonella Visintin
Ugo Zamburru, psichiatra servizio pubblico
Elena Zumaglino, educatrice professionale Sanità pubblica

Redazione
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