Cento e passa pittori naif – 11

di Mauro Antonio Miglieruolo

Notavo nella scorsa puntata della presente serie la possibilità di individuare una convergenza tra il movimento sotterraneo che ispira l’arte naif e la letteratura di fantascienza. Ambedue i movimenti aspirano alla semplicità, ma ambedue si impegnano nell’illustrazione dei grandi temi e grandi svolte storico-politiche (non c’è stato chi ha dedicato una suo opera al compromesso storico?).

 

Aldo Verzelloni-Bivacco della Mucca

Aldo Verzelloni-Bivacco della Mucca

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Dimitri Yordanov-Rinoceronte e uccelli del Paradiso

Dimitri Yordanov-Rinoceronte e uccelli del Paradiso

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Desidero ora sottolineare una seconda simile inclinazione. Quella al sogno, alla visione, alla visionarietà, a rappresentare le inquietudini della società, i tumulti dell’inconscio (nella fantascienza Ballard in modo particolare).

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Franco Vasini-Il circo delle Mille e una Notte

Franco Vasini-Il circo delle Mille e una Notte

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Letizia Spagnoli-Biancaneve salvata dai nani

Letizia Spagnoli-Biancaneve salvata dai nani

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La favola che diventa immagine nella rappresentazione naif; la favola riplasmata per entrare nel dispotismo del razionale per quanto attiene alla fantascienza.

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Lidia Valenti-Volo sul bosco

Lidia Valenti-Volo sul bosco

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Marilena Sprocatti-Il venditore di ceste

Marilena Sprocatti-Il venditore di ceste

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Il risultato è vario perché variegate sono le fonti di ispirazione (si tratta di forma d’arte totalitarie, che includono ogni aspetto dell’umano nel proprio catalogo del possibile). Ognuno che lo voglia in esse troverà il suo, ciò che gli appartiene.

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Sergio Terzi (Nerone)-Il mostro e il serpente

Sergio Terzi (Nerone)-Il mostro e il serpente

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Vittorio Trimarchi-Montecatini Alto

Vittorio Trimarchi-Montecatini Alto

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Io che qui scrivo ammetto di averlo trovato.

 

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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