Che abbiamo fatto di male per demeritare tanto?

Amato alla Consulta? Ma siamo pazzi?
di Mauro Antonio Miglieruolo

Nulla abbiamo fatto. Però la storia è andata così e non possiamo far nulla per evitarlo.
Riassumo questa storia in poche righe.

A partire da quel che ha rappresentato il PCI nel dopoguerra. Il quale Partito Comunista Italiano ci ha lasciato tante buone cose. Ma altrettanto cattive.
-Tra le buone inserisco l’esempio della lotta per la salvaguardia degli spazi di libertà democratica, il tentativo – solo in parte riuscito – di limitare la mentalità feudale regnante nel paese (della quale fa parte l’imperante familismo e la voluttà nel diventare cliente, mercé l’onnipresente raccomandazione, simbolo del conquistato favore del potente) e la Carta Costituzionale Italiana. Carta che, con i suoi limiti, avrebbe potuto costituire la base, perseverando nell’opposizione dura al regime democristiano, per attuare pacificamente quella rivoluzione borghese che non si è mai compiutamente realizzata in Italia.
Tra le cattive invece, oltre al mito dell’incontro con i cattolici (non ci si incontra con i cattolici, o si cambia le loro teste o ci si inchina al loro volere) e quindi il compromesso storico, si possono annoverare la vera e propria iattura rappresentata dal (prima) DS e (dopo) PD, nonché dall’unico gentiluomo prodotto dalla politica italiano, il BiPresidente Giorgio Napolitano.
Il quale BiPresidente non ha voluto risparmiarci niente dal programma “migliorista”. Tra il meglio del meglio, alias peggio del peggio, c’è da citare l’elegante e compiaciuta indulgenza nei confronti della destra eversiva rappresentata da Forza Italia-PDL; gli inviti a moderare i toni ogni volta che i poveri esausti eredi del PCI provavano a rispondere ai berlusconidi dopo che questi avevano alzato i propri toni; firmato quasi tutto ciò che a Berlusconi conveniva firmasse delle sue leggi ad personam; l’invenzione dello sciagurato governo Monti e poi quello delle larghe intese.
Napolitano ci crede a queste cose. Ci ha creduto lungo l’intero arco della sua vita. Suo diritto. Quello di cui non ha diritto, anche quando con delicata nonchalance se ne appropria, è di prendere per i fondelli gli italiani.
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Amato alla Consulta? Ma scherziamo?
No, non è uno scherzo.
Si tratta dell’ennesimo desolato danno inflitto al fin troppo paziente popolo italiano.
Sono certo purtroppo che non sarà l’ultimo. Non nutro speranze velleitarie sulla moderazione degli smodati rappresentanti dei partiti politici italiani, indebitamente denominati rappresentanti del popolo. Spero soltanto non sarà l’ultimo a passare senza le giuste reazioni di sdegno e le dovute mobilitazioni. Se non per impedire, quantomeno per far pagare un giusto prezzo politico a questi indegni avanzi di segretaria che inquinano le istituzioni.

Redazione
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