«Chi ha paura dei vaccini?»

Recensione di Fabrizio Melodia al libro di Andrea Grignolio, finalista al Premio Galileo 2017 per la divulgazione scientifica  

Anche quest’anno ho fatto un salto all’edizione 2017 del “Premio per la Divulgazione Scientifica Galileo” tanto per avere conferma che anche nella penisola si possono trovare buoni esempi di saggistica sana.

Nella la rosa dei finalisti spicca un testo a mio avviso particolarmente coraggioso oltreché di scottante attualità: «Chi ha paura dei vaccini?» di Andrea Grignolio, insegnante di storia della medicina alla Sapienza di Roma, ricercatore nel campo della vaccinazione all’Universitè Francois Rabelais di Tour e prolifico giornalista scientifico.

Grignolio delinea con maestria e chiarezza la storia della vaccinazione, presentandola come l’epopea eroica di geniacci incompresi e vilipesi che alla fine hanno però salvato innumerevoli vite, per inciso finendo con il morire quasi in povertà e dimenticati. Con coraggio, forte della Storia, Grignolio affronta le critiche e le diffidenze di molte persone che, all’improvviso, sono diventate contrarie a ogni forma di vaccinazione. Il richiamo dell’OMS – l’Organizzazione mondiale della sanità – all’Italia per il pericoloso calo delle vaccinazioni è l’episodio recente più eclatante.

I vaccini sono fra le scoperte scientifiche più importanti per il genere umano nella sua totalità eppure… «I movimenti antivaccinali hanno una storia lunga e istruttiva, che nasce in Inghilterra a fine Settecento assieme alla pratica della vaccinazione contro il vaiolo. Storicamente, quindi, non possiamo dire che l’opposizione ala vaccinazione sia una novità; piuttosto, oggi la novità è rappresentata dal numero sempre più alto di persone coinvolte e dal loro status sociale. Inoltre, stiamo assistendo per la prima volta a una regressione nella copertura vaccinale della popolazione dopo due secoli di lento ma inesorabile avanzamento: qualcosa dunque di ben diverso dall’opposizione alla vaccinazione avvenuta nel passato da parte di alcuni gruppi marginali» scrive nell’incipit. Grignolio fa luce sulla sicurezza e importanza delle vaccinazioni, portando una spiegazione prettamente evolutiva delle opposizioni irrazionali e delle violente campagne di disinformazione degli ultimi tempi; il suo intento è raggiungere i genitori disinformati come chi vuole realmente comprendere il ruolo dei vaccini. Fra le righe Grignolio lancia un pungente avvertimento riguardo alla facilità con cui si può accedere oggigiorno al “mare magnum” della Conoscenza attraverso Internet e quanto un uso frettoloso della rete generi disinformazione.

«Anzichè arginare credenze popolari errate e frodi istituzionali, la nostra democrazia dovrebbe guardare all’implementazione delle innovazioni tecnologiche, allo sviluppo delle competenze e al rilancio della competizione scientifica italiana in ambito internazionale, non dimenticando le sfide epocali che ci attendono nei prossimi tre decenni. Movimenti politici nostrani nati di recente, invece, formano non di rado la propria cultura sui siti cospirazionisti, e le attuali giovani generazioni navigano su internet immerse in un oceano di dati in cui le informazioni vere si confondono con quelle artefatte» conclude Grinolio.

Ben lungi da voler affermare lo strapotere delle multinazionali farmaceutiche, l’autore rilancia con forza la presa di coscienza, l’istruzione, la ricerca e l’effettività delle cose rispetto alla falsità della disinformazione organizzata.

Un saggio agile alla modica cifra di 14 euri.

La finalissima del premio Galileo sarà il 5 maggio a Padova. Nella cinquina finalista, oltre ad Andrea Grinolio, ci sono «La nascita imperfetta delle cose» di Guido Tonelli (Rizzoli), «E’ la medicina, bellezza!» (Carrocci) dell’accoppiata Silvia Bencinelli e Daniela Ovadia, «Sotto i nostri piedi» (ancora Codice Edizioni) di Alessandro Amato e «Gli africani siamo noi» (Laterza) di Guido Barbujani: verranno giudicati da una giuria composta da studenti di 110 scuole superiori di secondo grado, rappresentative di altrettante Province italiane. Chi è dalle parti di Padova e ama la conoscenza quel giorno non manchi.

«Chi ha paura dei vaccini?»

di Andrea Grignolio

Codice Edizioni

190 pagine per 14

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

4 commenti

  • Allego sull’argomento alcune puntate di Report, nota trasmissione ‘cospirazionista’, dove si spiega come il problema non sia il vaccino in sé, ma la sostanza vettore del vaccino, che è normalmente a base di mercurio (timerosal):

    http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-0e43053e-a819-4099-b276-171ec6f5eb45.html
    http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-a8848ec1-06af-47db-bead-950842d7e1bd.html

    Nelle trasmissioni si dice che bombare un infante di tre mesi con vaccini pentavalenti (cioè una sola iniezione per antidifterica, antitetanica, antipertosse, antipolio, antiepatite) significa esporlo ad una dose di mercurio settanta volte superiore ai livelli di sicurezza, tenendo conto che la pericolosità della dose è anche in relazione al peso corporeo.

    Io sono una che il vaccino lo fa, se serve. Ho fatto il richiamo dell’antitetanica qualche anno fa all’AUSL di Rimini, ho chiesto che mi facessero un vaccino senza mercurio, e non lo avevano (!!!)
    Per cui mi sono fatta sparare la mia bella pera di timerosal, che però è stata distribuita nei miei 60 kg. Un bambino a tre mesi ne pesa 6.
    Ignoro se la composizione dei vaccini per i bambini sia cambiata ultimamente ma, prima di mettermi a difendere a spada tratta le vaccinazioni, come minimo me ne accerterei.

  • Non sono un esperto ma credo che il livore violento e iper-strombazzato mediaticamente della Medicina ufficiale nei confronti di chi si permette di mettere in discussione i vaccini sia degno dell’Inquisizione. La scienza dovrebbe argomentare, non minacciare arresti, denunce, sottrazione dei figli ai genitori. Se non lo sa fare, o non lo vuole fare, qualche dubbio è del tutto legittimo.

  • Giuliano Spagnul

    Chi è critico, o pone anche solo dei dubbi, sui vaccini è un complottista, come chi si oppone alle grandi opere pubbliche sul proprio territorio è necessariamente affetto dalla sindrome Nimby. La Scienza, con il suo insindacabile Metodo da una parte, e dall’altra gli oscurantisti, i nostalgici di un mondo magico e irrazionale ormai completamente superato. Certo! E se no il Progresso che ci sta a fare. E ancora certo(!) se anche chi ci governa o le multinazionali o altri comitati d’affari volessero fregarci, rimane comunque la scienza, nella sua neutralità, nella sua asettica obiettività; come se non fosse figlia di una verità storica. Cioè di una verità e non della Verità. Quando mi trovo di fronte a discorsi semplificatori, da una parte come dall’altra, DUBITO e cerco di capire, nei limiti del possibile, non dando nulla per scontato. Di una cosa sono comunque certo, che una vita sempre più medicalizzata, che ha come primo obiettivo la prevenzione contro tutti i rischi, le malattie, i disturbi, è forse la più grave delle malattie che l’essere umano si sia trovato ad affrontare nel lungo arco della propria storia. Quale medicina ci potrà aiutare?

  • Sottoscrivo in toto i commenti precedenti, e ringrazio chi li ha postati. Non mi sono mai posto il problema dei vaccini prima che mi fosse richiesto di iniettare l’esavalente a mia figlia a tre mesi dalla nascita. Ma come, mi sono chiesto, ha fatto tutta quella fatica a nascere e ora che ha appena preso un bel colorito la volete bombardare con sei (6) vaccini tutti assieme? Mi sono chiesto e ho chiesto ad altri (inclusi medici): è necessario? E’ indispensabile, soprattutto a quest’età? Mi sono informato, come qualsiasi genitore farebbe, ho cercato di capire come si comportano anche in altri paesi. Ho realizzato che non era necessario ma soprattutto che alcuni di quei vaccini non erano giustificati perché riguardavano malattie debellate da decenni.
    In quel momento non ho dubitato della scienza medica ma di chi dispone il numero di vaccini da iniettare ai bimbi di quell’età (e quel peso), senza contare gli altri numerosi previsti successivamente. Mi sono visto davanti il ministro De Lorenzo – ve lo ricordate? – e i suoi sodali Poggiolini. Erano loro e gente come loro a decidere quanti e quali vaccini destinare alla popolazione, con enormi introiti per le case farmaceutiche e per loro stessi. Mi dovrei fidare di gente simile? Credo anche io, come Spagnul, che su questo tema sia necessaria una discussione aperta e non manichea. Mi sorprende che la Bottega debba ospitare uno spot acritico per un libro che, visto l’approccio e la tempistica, e non dicendo nulla di diverso o innovativo rispetto ai testi già in uso nelle università italiane, non avrà problemi a trovare spazio nelle trasmissioni pomeridiane di Rai 1 o Canale 5. Forse i curatori della Bottega dovrebbero considerare pubblicazioni un po’ più coraggiose e critiche, altrimenti dovrei pensare che abbiamo completamente smarrito il senso del dissenso…?

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