Ci manca(va) un Venerdì – 5

Dove un astrofilosofo del calibro di Fabrizio Melodia risponde alle provocazioni, alle citazioni e a che vi pare se volete contattarlo

I libri, i ricordi, Becquer e Proust

Ricevo da fonte ignota e citazionista codesta asserzione di Gustavo Adolfo Becquer: «Il ricordo che lascia un libro è più importante del libro stesso».

Vero.

Mi trovo perfettamente concorde.
«Forse non ci sono giorni della nostra adolescenza vissuti con altrettanta pienezza di quelli che abbiamo creduto di trascorrere senza averli vissuti, quelli passati in compagnia del libro prediletto. Tutto ciò che li riempiva agli occhi degli altri e che noi evitavamo come un ostacolo volgare a un piacere divino: il gioco che un amico veniva a proporci proprio nel punto più interessante, l’ape fastidiosa o il raggio di sole che ci costringevano ad alzare gli occhi dalla pagina o a cambiare posto, la merenda che ci avevano fatto portar dietro e che lasciavamo sul banco lì accanto senza toccarla, mentre il sole sopra di noi diminuiva di intensità nel cielo blu, la cena per la quale si era dovuti rientrare e durante la quale non abbiamo pensato ad altro che a quando saremmo tornati di sopra a finire il capitolo interrotto»: così scriveva acutamente Marcel Proust.

Corrisponde.

Il tempo dell’anima è diverso da quello del libro. Diverso da quello della vita. Il tempo dell’anima si piega rispetto alla realtà, si distende in altri mondi.

Il ricordo del libro non è altro che una goccia di grammatica nell’oceano del linguaggio colletivo.

 

Redazione
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Un commento

  • Il ricordo è importante, il libro vive attraverso di esso. Ma il libro vale per il suo essere sempre disponibile ai ritorni del lettore, che in questo modo avrà la possibilità di modificare e ampliare il ricordo. Non so dire, ad esempio, quanto volte sono tornato su “Grande sertao” di Joao Guimaraes Rosa. Finché il ricordo del libro è diventato il ricordo del perenne pelligranaggio a questa sorta di brasiliano santuario di parole.
    Le frasi illuminanti a volte illuminano; altre volte nascondono una parte rilevante, se non la più rilevante, della realtà.

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