Ci manca(va) un venerdì – 56

Dove l’astrofilosofo Fabrizio Melodia invita a schivare guerra e demagogia, cercando responsabilità cioè risposte, con l’aiuto di Antoine de Saint Exupery e Piero Calamandrei

CMUV-AntoineExupéry
«Ognuno è responsabile di tutti. Ognuno da solo è responsabile di tutti. Ognuno è l’unico responsabile di tutti» scrive il papà de «
Il piccolo principe» ovvero il pilota postale Antoine de Saint-Exupéry.
Il concetto di responsabilità è molto interessante, la parola stessa merita una pur veloce analisi: è formata dalla parola latina “responsum” e dalla parola latina “habilis”, ovvero – se unite il tutto – significa «in grado di fornire una risposta».
Essere responsabili significa dunque essere in grado di fornire risposte, qualunque esse siano; quando non ne siamo in grado, è nostro preciso dovere informarci puntualmente per poterlo fare.
Mai dovremmo mancare di essere informati, in questo caso, pena il decadimento automatico nella “irresponsabilità”, ovvero nell’incapacità totale di poter fornire risposte.
Come è logico non fornendo risposte si precipita nell’ignoranza e automaticamente si genera la famosa “paura dell’ignoto”, la quale produce poi le reazioni violente e incontrollabili che infettano la realtà socio-politico-culturale di ognuno di noi, una situazione ormai sotto gli occhi di tutti. A questo si aggiunge spesso la manovra per disseminare notizie apertamente false e spacciate come vere. Insomma si macinano le acque del “non sapere” in modo tale da aumentare la confusione raccogliendone i frutti. Tale operazione si può anche definire “caccia alle streghe”. Ed è figlia della signora “demagogia”, altro termine derivante dal greco antico: composto dalle parole “demos” (che significa “popolo”) e “aghein” – “trascinare” – quindi “trascinatori di popolo”. La prima attestazione di questo termine l’abbiamo con lo storico ateniese Tucidide: lo usa per designare quegli ateniesi che, in seguito alla morte per peste di Pericle nel 429 avanti Cristo, cercavano di prendere il suo posto ingannando e seducendo l’assemblea popolare di Atene, tramite false promesse e istigando contro gli avversari politici.

Da lì ci arriva il termine “populismo”. Così lo attualizza Giovanni Floris, storico conduttore di «Ballarò» in tv: «Che cosa è il populismo? In politica è la tendenza di un soggetto a rivolgersi direttamente a un non meglio identificato “popolo”, da lui considerato portatore di valori positivi in contrasto a una non meglio identificata “élite” (… «casta», «poteri forti», «le sinistre», «le destre», «i politici»…) indicata come portatrice di valori negativi. Dal punto di vista del populista, il popolo è ovviamente quello che è d’accordo con le sue idee, che le acclama, che non le discute. Fuori dal popolo, e mosso da intenti perniciosi, è chi alle idee del leader non si accoda, o che comunque in qualche modo le contrasta o falsifica, o delle quali semplicemente dubita».
L’affermazione è giusta e la Storia, con la S maiuscola, lo prova. Il famoso generale ateniese Alcibiade proseguì una linea politica di potere personale piuttosto che venire incontro alle reali esigenze del popolo. Contemporaneo di Socrate, Platone, Pericle e Tudicide, si fece promotore, durante la guerra del Peloponneso, della campagna di conquista della Sicilia, spacciandola come impresa facilissima e priva di controindicazioni: si rivelò invece un disastro su tutta la linea. Per giunta, Alcibiade non esitò a schierarsi dalla parte dei siciliani, per non incorrere nel processo degli ateniesi: il danno oltre la beffa.
L’impero romano perseguì una politica futilmente demagogica, in una realtà sociale costellata principalmente da disoccupati e nullatenenti, ed esemplificata dal famoso detto del poeta Giovenale: «Panem et circenses», ovvero “Pane e spettacoli da circo”, con cui tacitare la pancia affamata della grande maggioranza del popolo, invece che provvedere con una sana politica del lavoro non basata sull’aristocrazia parassitaria e sulla schiavitù. Un esempio storico letterario è nel romanzo di Alessandro Manzoni, il celeberrimo «
I promessi sposi»: nella figura del demagogo e capo popolo Antonio Ferrer, il cui provvedimento di dimezzare drasticamente il prezzo del pane porta a benefici immediati ma a lungo andare manda in malora i forni, privando il popolo del pane, e portando al famoso assalto dei forni cui assistette uno sgomento Renzo Tramaglino.
Mai come ora, siamo chiamati a essere responsabili, affinché la demagogia populista non prenda piede, anche e soprattutto in un momento come questo, dove ignoranza e paura si diffondono, come testimoniano anche recenti consultazioni elettorali.
Ricorda il lungimirante Piero Calamandrei: «Chi è che semina le guerre? Se tra uno o tra dieci anni una nuova guerra mondiale scoppierà, dove troveremo il responsabile? Nell’ultima guerra la identificazione parve facile: bastò il gesto di due folli che avevano in mano le leve dell’ordigno infernale, per decretare il sacrificio dei popoli innocenti. Ma oggi quelle dittature sono cadute: oggi le sorti della guerra e della pace sono rimesse al popolo. Questo vuol dire, infatti, democrazia: rendere ogni cittadino, anche il più umile, corresponsabile della guerra e della pace del mondo: toglier di mano queste fatali leve ai dittatori paranoici che mandano gli umili a morire, e lasciare agli umili, a coloro ai quali nelle guerre era riservato finora l’ufficio di morire, la scelta tra la morte e la vita. Ma ecco, si vede con terrore che, anche cadute le dittature, nuove guerre si preparano, nuove armi si affilano, nuovi schieramenti si formano. Chi è il responsabile di questi preparativi? Si dice che gli uomini, che oggi sono al potere, sono stati scelti dal voto degli elettori: si deve dunque concludere che le anonime folle degli elettori sono anch’esse per le nuove carneficine? Questa è oggi la terribile verità. La salvezza è solo nelle nostre mani; ma ognuno di noi, se la nuova guerra verrà, sarà colpevole per non averla impedita. […] Se domani la guerra verrà, ciascuno di noi l’avrà preparata. Non potremo nascondere la nostra innocenza dietro l’ombra dei dittatori: quando c’è la libertà, tutti sono responsabili, nessuno è innocente».
Come ben sottolineato da Antoine De Saint Exupery e da Calamandrei, siamo tutti responsabili di tutti. Sottrarsi a questo fato drammatico è impossibile, il prezzo per ogni defezione si paga carissimo e perpetrato nei secoli: «Se l’uomo non butterà fuori dalla storia la guerra, sarà la guerra che butterà fuori dalla storia l’uomo» rammehta Gino Strada, medico senza frontiere e fondatore di Emergency.

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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